[Pace] La ribellione alla guerra: in Ucraina i reclutatori incontrano aperta resistenza
- Subject: [Pace] La ribellione alla guerra: in Ucraina i reclutatori incontrano aperta resistenza
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Mon, 4 Aug 2025 08:43:31 +0200
Ucraina: cresce la ribellione attiva al reclutamento forzato
Nuovi episodi di resistenza interna scuotono l'Ucraina. Dopo l’omicidio di un ufficiale reclutatore a Poltava, la tensione esplode a Buzke.
Nell’Ucraina martoriata dalla guerra, un altro fronte si sta aprendo, e non è quello delle trincee. È un fronte interno, fatto di paura e rifiuto. L’ultima settimana di febbraio 2025 ha segnato una svolta drammatica: attacchi armati contro gli uffici del reclutamento militare si sono moltiplicati. Il più tragico: a Poltava, un ufficiale è stato ucciso da un civile che tentava di salvare un familiare dalla leva forzata.
Ma il segnale più inquietante è che non si tratta di un caso isolato. Ieri, nel villaggio di Buzke, nella regione di Mykolaiv, una squadra del TCK (l’equivalente delle nostre commissioni militari) e un agente di polizia sono stati aggrediti da un gruppo non identificato di uomini armati di bastoni e tubi metallici. I funzionari stavano notificando ordini di mobilitazione. Ne è nata una colluttazione feroce: uno dei militari è rimasto gravemente ferito.
Fonte: https://lists.peacelink.it/news/2025/08/msg00002.html
Il Ministero dell’Interno ucraino parla di un’aggressione inaccettabile, ma non può più negare l’evidenza. La stanchezza della guerra si sta trasformando in aperta resistenza.
A raccontare l'escalation di queste tensioni è stato anche il giornalista Nello Scavo, in un articolo pubblicato su Avvenire:
L'articolo dello scorso marzo ha portato alla luce una realtà sempre più difficile da ignorare: la mobilitazione non è più vissuta come un dovere civile, ma come un incubo da evitare. Famiglie intere si nascondono, giovani uomini fuggono all'estero o nelle campagne, e ora, alcuni, arrivano persino a colpire chi li va a cercare.
Il generale Mykhailo Drapatyi, comandante delle forze terrestri ucraine, ha lanciato un monito: «Uccidere personale militare nelle retrovie è una linea rossa che non può essere oltrepassata». Ma tutto ciò è la spia che la fiducia tra Stato e cittadini, almeno su questo tema, sembra essersi logorata.
Se nei villaggi dell’Ucraina i cittadini cominciano a difendersi non solo dai razzi russi, ma anche dai propri ufficiali reclutatori, significa che qualcosa di profondo si è rotto.