[Pace] Congo, la guerra per il coltan. Le responsabilità della UE e del Ruanda



Il saccheggio del Congo e le responsabilità del Ruanda: la guerra per il coltan in cui è coinvolto anche l’Occidente

La città di Goma, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, è l’epicentro di una guerra che va ben oltre il conflitto tra esercito congolese e ribelli dell’M23. È una guerra per il controllo delle immense risorse minerarie del Paese, in particolare il coltan e il cobalto, elementi indispensabili per l’industria dell’hi-tech globale. Dietro l’avanzata dell’M23, si cela il Ruanda, uno Stato che da anni sfrutta la debolezza congolese per arricchirsi con il contrabbando di minerali preziosi.

Il grande gioco dell’hi-tech e la guerra per le terre rare

Secondo Lorenzo Timpone, capo missione della Fondazione Avsi, i ribelli dell’M23 hanno ormai consolidato la loro presenza a Goma e nei suoi dintorni. Il gruppo, sostenuto dal governo del Ruanda, controlla da tempo il massiccio del Masisi e le miniere di Rubaya, da cui i minerali rari vengono esportati illegalmente attraverso il parco nazionale della Virunga fino al Ruanda.

Nonostante le denunce nessun provvedimento concreto è stato adottato per fermare questo traffico. Vi è reticenza nell'Occidente ma anche la Cina e la Russia, invece di menzionare il Ruanda, hanno preferito puntare il dito contro chi trae profitto dall’export minerario. La comunità internazionale si mostra dunque divisa e incapace di bloccare l’economia di guerra che sta devastando il Congo. L'UE punta sulle terre rare che il Ruanda esporta, prelevandole dal Congo. La UE fa accordi commerciali con in Ruanda per non dipendere dalla Cina, considerata ormai un avversario geopolitico.

Il coltan è una miscela di columbite-tantalite. Il tantalio è particolarmente raro e gioca un ruolo chiave nell'industria elettronica e nella produzione di smartphone e computer. 

Il Ruanda e il saccheggio del coltan

Il Ruanda non possiede miniere di coltan, eppure è uno dei maggiori esportatori mondiali di questo minerale strategico. Tale paradosso è la prova lampante di un saccheggio sistematico, reso possibile dalla presenza dell’M23 e di altri gruppi armati che operano come proxy del governo ruandese.

Il business è colossale: le aziende tecnologiche occidentali e asiatiche hanno bisogno di coltan e cobalto per produrre smartphone, batterie e dispositivi elettronici. Il coltan “rubato” dal Congo entra nelle catene di approvvigionamento globali senza che i grandi marchi si pongano troppe domande sulla sua provenienza. Il risultato è un ciclo perverso: il consumo di tecnologia nei Paesi ricchi alimenta un conflitto sanguinoso e perpetua il dominio delle milizie su vaste aree della RDC.

Il silenzio complice dell’Occidente

Il governo congolese aveva chiesto di interrompere la vendita dei minerali provenienti dall’est del Paese per colpire economicamente l’M23 e i suoi sponsor. Ma l’Occidente si è limitato a dichiarazioni di circostanza, evitando qualsiasi sanzione che potesse danneggiare il Ruanda, considerato un partner strategico nella regione.

Gli Stati Uniti e i Paesi del G7 stanno tentando un’alternativa con il cosiddetto “corridoio di Lobito”, un’infrastruttura che dovrebbe permettere di trasportare i minerali congolesi attraverso Zambia e Angola fino all’Oceano Atlantico, evitando il Ruanda. Ma questo progetto è ancora in fase embrionale e non offre soluzioni immediate al dramma della RDC.

Conclusione: il Congo continua a morire nell’indifferenza

Mentre l’M23 avanza e Goma cade sotto il controllo dei ribelli, il mondo continua a ignorare colpevolmente la tragedia del Congo. Dietro la guerra si nascondono infatti enormi interessi economici, e la vita dei congolesi sembra contare meno delle batterie dei nostri smartphone. Se la comunità internazionale non interverrà con misure concrete contro il Ruanda e il traffico illegale di minerali, il popolo congolese continuerà a pagare il prezzo più alto per il progresso tecnologico del Nord globale.

Alessandro Marescotti a.marescotti at peacelink.org 

Per realizzare questo testo sono state utilizzate le informazioni dell'agenzia stampa DIRE elaborate linguisticamente da ChatGPT su prompt e revisione finale dell'autore.