[Pace] Rimini, il digiuno per la pace di Diego Zannoli



Riceviamo e diffondiamo.

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Sono Diego Zannoli, trentottenne riminese, ingegnere meccanico, professore nella scuola pubblica, studente di Scienze dell’Alimentazione, agricoltore, attivista nell’ambito della salute e benessere delle persone, degli animali, delle piante e di tutto il Pianeta.

Vi scrivo riguardo ad un tema che mi sta molto a cuore: la pace. In particolare, sono contrario all’invio di armi all’estero per sostenere la guerra e penso che questa pratica sia anche in diretta violazione dell’articolo 11 della Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Prima delle elezioni europee il governo italiano aveva promesso che le armi italiane non avrebbero colpito il territorio russo; invece, subito dopo le elezioni, ha acconsentito perché ciò fosse possibile. Questo è solo l’ultimo passo avanti di una continua escalation militare nel cuore dell’Europa che va avanti da più di due anni, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti: crisi economica, inflazione alle stelle, centinaia di migliaia di morti da ambo le parti e grande rischio di estensione del conflitto, anche ad armi nucleari. Invito nuovamente il governo italiano a fermare l’invio di armi ed a collaborare invece per l’avvio di un negoziato. 

La situazione in Medio Oriente è altrettanto critica: la striscia di Gaza è stata completamente distrutta, un vero e proprio eccidio di massa. In dieci mesi sono state uccise 40.000 persone, soprattutto bambini, donne e uomini innocenti. Più di cento persone al giorno dilaniate dalle bombe, centrate dai cecchini o dagli attacchi aerei mirati sugli ospedali, sui luoghi di culto, sulle ambulanze, sui campi profughi, sugli aiuti umanitari, sui giornalisti. Le distruzioni causate sono qualcosa di mai visto nella storia, nemmeno durante i bomardamenti a tappeto della seconda guerra mondiale. Di più, i sopravvissuti vivono senza una casa, sotto le intemperie, quando va bene sotto una tenda, nel continuo terrore di essere bombardati. Manca il cibo e l'acqua potabile. Come se non bastasse Israele blocca anche gli aiuti umanitari ed è stato accusato dall’ONU di utilizzare la fame e la sete come arma di guerra. La situazione sanitaria è completamente fuori controllo: mancano le medicine, le strutture ospedaliere, il personale sanitario, gli strumenti per le operazioni chirurgiche. Le persone vengono operate senza anestesia ed ammassate sul pavimento sudicio di un ospedale semidistrutto dalle bombe: l’inferno sulla terra. A causa di queste scellerate stragi di civili, Israele è addirittura sotto processo per genocidio presso la Corte Penale Internazionele e per il Presidente Netanyahu è stato emesso un mandato di cattura internazionale. Nonostante questa situazione da incubo, il governo italiano invia armi ad Israele, anche a massacro in corso. Invito ancora una volta il governo a fermare l’invio di armi.

Settantanove anni fa, il 6 agosto 1945, fu sganciata la prima bomba atomica sopra una città: decine e decine di migliaia di persone carbonizzate all’istante, altre decine e decine di migliaia morte nei giorni, nelle settimane, negli anni e nei decenni successivi, fra atroci sofferenze. Vogliamo evitare che tanti eventi di questo tipo possano susseguirsi a catena in tutti gli angoli del Pianeta? Fermiamo la guerra oggi, fermiamo l’invio di armi e cominciamo a lavorare per le trattative di pace.

A partire da oggi, 6 agosto 2024, porterò avanti un periodo di preghiera e semidigiuno di 62 giorni, fino al 6 ottobre 2024: mangerò solo frutta, uno o due pasti al giorno, circa 400 Kcal quotidiane. Successivamente, a partire dal 7 ottobre 2024, farò un digiuno totale di 40 giorni: niente cibo, solo acqua.
Mi unisco alla preghiera per la pace promossa da Papa Francesco ed invito tutti noi a dare il nostro piccolo contributo verso questo fondamentale obiettivo, per il bene di tutti. Non è importante la religione di appartenenza, l’importante è pregare quotidianamente, anche solo pochi minuti. Anche chi si dichiara ateo può osservare qualche minuto di silenzio, o esprimere un pensiero verso coloro che soffrono a causa della guerra. La pace arriverà anche a partire dal basso: se cominciamo a fare pace con noi stessi, con i nostri familiari, amici, colleghi di lavoro, ecco che allora comincerà anche la de-escalation. Sempre meno persone saranno disposte ad imbracciare le armi ed i produttori di armi saranno sempre meno invogliati a produrne. Ne sono convinto, arriverà un giorno in cui il mondo sarà in pace, anche grazie al piccolo contributo di ognuno di noi.

Forza e coraggio, uniti e pacifici ce la facciamo!

Vi ringrazio molto per l’attenzione

Diego Zannoli