[Pace] Abbiamo ancora la "coscienza atomica" su cui hanno lavorato maestri di umanità?



Riceviamo questo testo da Enrico Peyretti e qui trovate le sue riflessioni. 

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7 agosto 2024 - Ieri sera, ricordo di Hiroshima, in piazza Carignano, a Torino, come altrove. Sul selciato, grande simbolo della pace, formato dai lumini della memoria. Ci siamo collegati per telefono con Firenze. Presenti meno di un centinaio di persone. E la città? E la politica? E l'informazione civile? Uno dei presenti ha esaminato i giornali di oggi: nessuno fa memoria di Hiroshima. Non importa: la facciamo noi, qui. 

Serata piovosa, pur molto calda: non passano turisti, come ogni sabato, dalle 11 alle 12, nella "presenza di pace", che continua da 128 settimane.

 A che serve? A tener desta la coscienza. Almeno la nostra. 

Che cosa è la coscienza? E' più della conoscenza mentale: è il sapere-sentire intimo, nel cuore, nel fondo umano, se non è in catalessi. Sapere e ri-cordare il crimine di Hiroshima, come Nagasaki, non è solo storia, ma volontà di nuova storia umana senza distruzione di umanità. 

Oggi si parla di nuove minacce atomiche, da varie potenze armate, cioè antiumane. Come reagiscono i popoli, le persone comuni, oggetto e non soggetto della attuale politica? C'è qualche comunicazione, attraverso deserti di distrazione, di indifferenza, di paure occulte, di privatismo incosciente, di impotenza fatalistica instillata dai centri di potenza? 

C'è molta di questa "di-sperazione calma", cessione di diritto e dignità. 

Noi società, abbiamo la "coscienza atomica" su cui hanno lavorato maestri di umanità, in tutti i linguaggi, dal 1945 ad oggi?  C'è informazione e consapevolezza più urgente di questa, se la vita umana di tutti è il valore più prezioso e minacciato? Credo che almeno la sana paura ci sia, ma sopita nell'impotenza. 

I gruppi e movimenti della pace, devono fare corpo comune, ognuno col proprio apporto tradizionale, ma diventando quella vera forza politica oggi sciaguratamente assente nei partiti, tutti  impantanati in beghe secondarie di potere, nell'autoaffermazione, negli interessi corrotti, nella ideologie superate, e nello stolto fatalismo della guerra inevitabile, e nella stoltezzza del credere come unica difesa dalla guerra un'altra guerra di risposta, che riproduce, conferma e consacra la prima: armi più armi, morte più morte, fallimento più fallimento. Politica schiava della disumanità. Nessun partito ha la priorità della pace, l'unica vera priorità politica, condizione di ogni altra conquista civile, e liberazione, e promozione umana. 

"Ogni cent'anni il popolo si sveglia", cantava Neruda. 

L'unico obiettivo di oggi, che contiene ogni giustizia, è il ripudio politico perpetuo della guerra, e la nuova difesa-affermazione dei diritti umani con la forza umana nonviolenta, realtà storica e non utopia (vedi Erica Chenoweth, ultima voce sveglia e documentata). 

Questa sana paura atomica, instillata dai criminali poteri di guerra, sveglierà la comune coscienza umana dei popoli? Esiste la coscienza del riconoscerci umani? 

Tornino le sapienze antiche a soccorrere l'umanità smarrita. Io credo che è possibile. L'umanità è libera di scegliere tra follia e vita, ma non è abbandonata alla follia. In ognuno di noi coscienti e liberi, c'è la forza vera vitale, che cerca di comporsi con le altre a formare umanità viva, capace e degna di vivere, negli indefinibili sviluppi della vita umana. 

Coraggio reciproco! 

Enrico

 
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