[Pace] Passa la legge beffa, donne ucraine in lacrime: nessuna smobilitazione per i soldati al fronte dal 2022



PeaceLink stava monitorando da tempo il fermento dei gruppi Telegram di quelle donne  ucraine che premevano per una legge di smobilitazione volontaria dei soldati che, dopo 24 mesi al fronte, avessero voluto fare ritorno a casa.

La beffa è arrivata. Perché i parlamentari hanno votato l'esatto contrario: mobilitazione per mezzo milione di nuovi soldati senza alcun ricambio per i volontari della prima ora. Nessuna smobilitazione fronte per chi è in trincea dal 2022 e magari si è mobilitato come volontario al momento dell'invasione russa.

Pochi ne hanno parlato ma da tempo le donne ucraine che avevano i loro uomini al fronte erano riuscite a creare gruppi Telegram e a organizzare iniziative per la smobilitazione dei soldati al fronte dal 2022.

Ora prevale lo sconforto.

Ecco due messaggi che riassumono lo stato d'animo.

"Forse è la prima volta che ho pianto così tanto. Ho parlato con mio fratello, è stata la prima volta che mi ha dovuto calmare, non era abituato al fatto che gli parlassi con i singhiozzi, non riuscendo a dire una sola parola normale... ma tutto quello che potevo dire era più che comprensibile... Lotterò per tutti voi, non mi arrenderò!"

"Anch'io sto piangendo, ho appena parlato con mio marito, non riesco a calmarmi, nemmeno mio marito è riuscito a calmarmi".

Qui sotto si riporta uno dei pochi giornali che sta dando informazioni sulla nuova legge.


Smobilitazione fallita

Scende ulteriormente l'umore delle truppe di Kiev. Con l’esercito ucraino in inferiorità numerica rispetto alla Russia sul campo di battaglia, «l’offensiva continua lungo tutta la linea del fronte. E attualmente è impossibile indebolire le forze di difesa», ha annunciato ieri alla televisione statale Dmytro Lazutkin, portavoce del ministero della Difesa ucraino, scatenando la rabbia dei soldati per aver cancellato una clausola di un progetto di legge che avrebbe dato a coloro che hanno trascorso lunghi periodi combattendo in prima linea la possibilità di tornare a casa. 

«Non possiamo prendere decisioni affrettate adesso», ha spiegato l’uomo di Volodymyr Zelensky, sottolineando l’opposizione dei militari al provvedimento.

I leader militari hanno esercitato pressioni sui politici affinché abbandonassero un progetto di legge, approvato a febbraio in prima lettura, che avrebbe dato ai soldati in servizio da più di 36 mesi la possibilità di essere congedati. Il progetto di legge era stato approvato in prima lettura in parlamento a febbraio. Ma quella clausola è stata rimossa ieri, prima della seconda lettura, dopo un appello del capo dell’esercito e ministro della difesa. Ennesima grana da affrontare per Zelensky, che ha già cambiato i vertici del comando militare nelle scorse settimane.

 Fonte: Il Tempo