[Pace] Chi è stato maggiormente danneggiato dal crollo della diga di Nova Kakhovka? I russi o gli ucraini?
- Subject: [Pace] Chi è stato maggiormente danneggiato dal crollo della diga di Nova Kakhovka? I russi o gli ucraini?
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Sun, 11 Jun 2023 00:12:27 +0200
La CNN riporta le dichiarazioni del capitano ucraino Andrei Pidlisnyi, secondo cui dopo il cedimento della diga i soldati ucraini hanno visto militari russi trascinati dalla corrente del fiume.
“Nessuno dalla parte russa è riuscito a scappare. Tutti i reggimenti che avevano da quel lato sono stati rimasti inondati”, ha raccontato aggiungendo che “la conformazione del terreno attorno al fiume ha fatto sì che l’esercito russo, situato sulla sponda orientale, abbia subito gravi perdite a causa della breccia nella diga”.
Molti soldati russi sono stati travolti dall’acqua dopo il crollo della diga, alcuni di loro sono rimasti uccisi, altri feriti secondo Pidlisnyi, la cui compagnia ha potuto osservare lo svolgersi degli eventi dalla sponda ucraina e attraverso l’uso di droni.
Testimonianza che non sembra deporre a favore dell’ipotesi del sabotaggio attuato dai russi aprendo però all’ipotesi di un cedimento strutturale improvviso della diga. Lo stesso ufficiale ucraino ha però aggiunto di ritenere che i russi abbiano fatto esplodere la diga senza informare i propri reparti schierati a ovest lungo il fiume (che costituisce la linea del fronte che attraversa la regione di Kherson) per mantenere l’effetto sorpresa.
Tesi curiosa considerato che l’inondazione ha interessato quasi esclusivamente le linee russe e solo successivamente le postazioni ucraine su alcune isole e infine quelle sulla riva sinistra intorno alla città di Kherson. Sempre secondo l’ufficiale ucraino sentito dalla CNN l’inondazione è stata lenta e graduale e i reparti russi avrebbero avuto il tempo di ritirarsi dalle aree alluvionate.
Del resto tutte le fonti concordano nel valutare che il crollo della diga di Nova Kakhovka abbia causato danni ben più gravi sulla sponda sinistra controllata dai russi e dove erano state realizzate nei mesi scorsi ampie opere difensive in vista di un possibile assalto ucraino che cercasse di costituire una testa di ponte sulla sponda sinistra del Dnepr. L’acqua le ha spazzate via insieme ai campi minati, anche quelli lasciati dai russi sulla riva destra in mano agli ucraini dopo la ritirata del novembre scorso.
Per questa ragione l’inondazione provocata dal crollo della diga appare in termini militari molto più funzionale agli obiettivi ucraini che a quelli russi tenuto conto che le forze di Kiev non dispongono dei mezzi per attraversare in forze il Dnepr.
Se poi si aggiunge che nella all’alba di oggi, poco dopo il crollo della Diga, diverse brigate di Kiev hanno scatenato un attacco durato tutta la giornata cercando di sfondare (sembra senza successo) il fronte russo poco più a est della diga, nella regione di Zaporizhia, risulta credibile ritenere che l’inondazione avesse il compito di spazzare via le difese russe sulla sponda del Dnepr creando un’emergenza su vasta scala che potesse indurre Mosca a trasferire truppe in quel settore sguarnendone altri incluso quello più vicino.
Del resto sia l’inondazione che l’offensiva a Zaporizhia puntano a indebolire le difese russe poste a protezione della Crimea, obiettivo di primaria rilevanza per gli ucraini.
Nella guerra delle informazioni, fonti militari russe non ufficiali hanno minimizzato i danni alle difese russe nella regione alluvionata evidenziando che il grosso delle postazioni difensive è stato posizionato a 20-30 chilometri dalla riva del Dnepr dove erano stati lasciati solo avamposti e punti di osservazione utili a contrastare gli sbarchi di piccole unità ucraine sulle isole. Benché le difese russe in questo settore siano strutturate in profondità su più linee di postazioni e fortificazioni pare evidente la volontà di Mosca di minimizzare il danno militare provocato dall’inondazione.
Andrea Gaiani
Analisi Difesa
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