[Pace] "Sosteniamo l'iniziativa referendaria contro la guerra"



SOSTENIAMO ATTIVAMENTE L’INIZIATIVA REFERENDARIA! 


Chi voglia partecipare ai banchetti di raccolta firme nella propria città o promuovere tutte le iniziative possibili per propagandare l’iniziativa referendaria (dalle conferenze ai concerti ai flash mob) o dedicare tempo, energie, risorse per tutte le operazioni amministrativo-burocratiche necessarie (dalla vidimazione dei moduli alla certificazione delle firme presso i comuni) è vivamente invitato a

- mettersi in contatto con i comitati referendari della propria zona

- mettersi in contatto con i siti nazionali dei due comitati referendari:

www. generazionifuture.org | www.referendumripudialaguerra.it


 

Andrea Catone

MarxVentuno edizioni

 

I quesiti referendari 

 

Quesito 1. Testo: «Vuoi tu che sia abrogato l’art. 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (Disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità Governative dell’ucraina), convertito in legge n. 8 del 27 gennaio 2023 nelle parole: “È prorogata, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità Governative dell’ucraina, di cui all’art. 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nei termini e con le modalità ivi stabilite”?»

Chiarimenti. Il quesito è finalizzato ad abrogare la normativa eccezionale, voluta dal Governo Draghi e prorogata, poi, fino al 31 dicembre c.a., dall’attuale Governo Meloni, in forza della quale si autorizza la fornitura di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a favore dell’Ucraina, e ciò in pieno contrasto con l’art 11 della Costituzione: L’Italia ripudia la guerra”. L’esito favorevole di questo quesito referendario, pertanto, comporta l’arresto di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari italiane in Ucraina.

 

Quesito 2. Testo: «Volete voi che sia abrogato l’art. 1, comma 6, lettera a), legge 09 luglio 1990, n. 185, rubricata “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni (che prevede: “6. L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere” limitatamente alle parole “o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”?»

Chiarimenti: Il quesito riguarda la derogabilità, dal regime di divieto di esportazione di armi in Territori belligeranti. Si chiede espressamente, infatti, di abrogare l’articolo che, in deroga, consente deliberazioni diverse del Consiglio dei Ministri che, nel caso specifico, si sono concretizzate nell’emanazione della normativa eccezionale voluta dal Governo Draghi e prorogata, poi, dall’attuale Governo Meloni. L’esito positivo di questo quesito referendario, comporta l’impossibilità per i nostri Governi di emanare dispositivi normativi che autorizzino la fornitura di materiali di armamento ai Paesi in stato di conflitto armato.

 

Quesito 3. Testo «Vuoi tu abrogare l'art. 1 (Programmazione sanitaria nazionale e definizione dei livelli uniformi di assistenza), comma 13, decreto legislativo n. 502/1992 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'art. 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421, Gazzetta Ufficiale n. 305 del 30 dicembre 1992 – Supplemento ordinario n. 137) limitatamente alle parole "e privati e delle strutture private accreditate dal Servizio Sanitario Nazionale"?». 

Chiarimenti. Il quesito si prefigge di garantire e tutelare il servizio pubblico a beneficio della salute collettiva ed individuale di tutti i cittadini. L’esito positivo di questo terzo quesito referendario comporta l’esclusione dalla partecipazione, prevista attualmente dalla Legge 502/1992, dei soggetti privati come protagonisti della pianificazione sanitaria, consentendo, in assenza di conflitto di interesse, un più libero investimento di risorse adeguate nelle politiche sanitarie che vanno decise unicamente nel pubblico interesse.