[Pace] Contro la guerra, una proposta di Enrico Peyretti



LA GUERRA  REGNA -   DISPERATI, NOI SPERIAMO.  E LAVORIAMO -  UNA PROPOSTA

I - Premesse per una proposta

- La guerra tortura i popoli e distrugge le case, cioè la vita, chiude i
bambini nell'inferno fin dalla nascita, condanna 70 milioni di profughi a non
avere dove posare il capo per riposare, e dove lavorare per vivere da
cittadini.

- Siria, Yemen, Sudan, Congo, eccetera, continuate voi la litania dolorosa
della morte inflitta con le armi, con l'economia di rapina e con la
diseguaglianza violenta.

- Tutti quanti hanno sentimenti di umanità sono offesi e disperati. Siamo
offesi e disperati. Non vediamo soluzioni, ma accanitamente vogliamo soluzioni
dei conflitti senza morte, con la parola disarmata del dialogo, con la ragione
umana intelligente della vita - che ci distingue dalle bombe "intelligenti" -,
col coraggio che la dignità esige.

- Offesi e disperati, ma non rassegnati, e dunque inventivi. Dobbiamo
inventare soluzioni pacifiche, altrimenti non siamo degni di vivere. Invece di
suicidarci, proponiamo e ci offriamo.

- Il potere  e il dovere di vivere tutti, senza uccidere e distruggere,
appartiene ai popoli, prima che ai capi politici. Un capo è legittimo se serve
la vita dei popoli, tutti i popoli, e non solo del suo. Se fa politica di
potenza, è delinquente internazionale, nemico di tutti. Non vogliamo la sua
morte, ma il suo ritorno alla saggezza, oppure alla vita privata, destituito
di potere segli altri.

II - Proposta

- Vorremmo essere capaci di correre dove famiglie e bambini sono bombardati,
le loro case distrutte. Vorremmo essere capaci di fare scudo umano alla loro
vita, esercitare il primo e ultimo dei diritti umani a favore di chi è offeso
nel diritto di vivere senza minaccia.

- Qualche tentativo di interposizione umana, con la forza della vita
disarmata, è stato fatto in passato (esempio: Sarajevo 1992). Ogni tentativo
giusto non rimane senza frutto, anche se non subito, ma nel tempo successivo.

- Proposta: ci sono dappertutto persone, uomini e donne, che rappresentano i
popoli, o perché scelti liberamente, ma anche informalmente, per qualità
morali, per saggezza, per bontà personale, per ricerca e amore della bellezza
nelle arti, per dedizione ai più poveri, per libertà di parola, per capacità
di interpretare e dar voce ai sentimenti comuni, per intensità di vita
spirituale, per cultura aperta alle varie culture umane, per passione della
giustizia, per semplice onestà popolare. Queste persone rappresentano la
migliore umanità dei popoli nella sostanza reale , ancor più che attraverso i
meccanismi democratici, preziosi e irrinunciabili, ma inquinati, come vediamo
dappertutto, da interessi privati e volontà di dominio. Senza assolutamente
sostituire né delegittimare le forme democratiche, che sono irrinunciabili,
oggi le voci dell'umanità dei popoli, ignorate, tacitate, impedite, deformate,
devono farsi sentire: non per decidere le controversie, ma per obbligare
moralmente, con la forza della verità umana, i responsabili politici a
decidere in modo umano, per la vita giusta e libera, per la mediazione tra i
diversi bisogni e i diversi interessi, senza uso della morte e della
prepotenza.

- Senza falsa umiltà (non sono tempi di finezze formali), queste persone si
riconoscano tra loro, anche di culture e idee diverse, si convochino a
vicenda, uomini e donne, più famosi o meno famosi presso i popoli. Usino bene,
per una volta, la fama meritata, deposto ogni orgoglio e vanto personale,
parlino alla gente non per farsi ammirare, ma per servire la vita di tutti. Se
sono ricchi, impegnino il loro denaro. Si radunino a Ginevra, sede europea
delle Nazioni Unite. Vadano insieme a Damasco, luogo oggi emblematico, dove si
spara e si bombarda, vadano senza vanto, con coraggio fisico, disponibili ad
usare la vita in difesa della vita. Rappresentino noi tutti come ambasciatori
di fatto della volontà di vita giusta e libera di tutti, dal bambino nato ieri
nell'orrore, che ci invoca in modo irresistibile, fino al vecchio che vuol
morire in pace tra i suoi, nel suo paese. Si mettano a fianco dei popoli
torturati. Sappiano di essere più forti dei bombardatori stragisti.

- Paghi le spese del viaggio l'Onu - nulla più di questo è nelle sue
competenze e doveri - e paghiamole noi stessi, contribuendo generosamente, noi
tutti che comprendiamo un'azione come questa.

- Sia questa una assemblea umana spontanea, in uno dei luoghi della guerra
oscena. Ogni persona famosa chiami e porti con sé un'altra persona sconosciuta
- rendiamoci disponibili con coraggio - che rappresenti i milioni e miliardi
di umili sconosciuti, che sono la carne violentata dell'umanità.

- Sarà come la crociata disarmata dei bambini? Perché no? I bambini ingenui
hanno la pura sapienza della vita. C'è una forza della vita, superiore alle
forze della morte, del dominio, delle armi, dell'economia feroce che divora le
persone, della politica che tradisce i popoli. Ma sarà soprattutto un'azione
che svergogna e obbliga i decisori politici, i lanciatori di missili contro
terra e case, gli spargitori di veleni che uccidono il respiro, i
trasmettitori di falsità che uccidono la conoscenza. Sarà un'azione che denuda
i potenti violenti - "Il re è nudo" gridò il bambino mentre tutti fingevano di
vederlo vestito - e li mostra per ciò che sono e fanno: nemici della vita,
delle vittime, e di noi spettatori offesi. Noi non li odiamo, vogliamo solo
che ritornino nell'umanità. Siamo umani, ridiventiamo umani, restiamo umani.

- Sarà possibile? Sarà efficace? Avete altre migliori idee che ci riscattino
dalla vergogna di assistere all'uccisione dell'umanità, nei corpi e negli
animi?

- Parliamone, confrontiamoci. Aiutiamoci l'un l'altro. Enrico