[Pace] Le suore Trappiste in Siria: quando taceranno le armi?



Una lettera dalla Siria delle suore trappiste ad Avvenire.

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Quando taceranno le armi? E quando tacerà tanto giornalismo di parte ?

Noi che in Siria ci viviamo, siamo davvero stanchi, nauseati da questa
indignazione generale che si leva a bacchetta per condannare chi difende la
propria vita e la propria terra.

Più volte in questi mesi siamo andati a Damasco; siamo andati dopo che le
bombe dei ribelli avevano fatto strage in una scuola, eravamo lì anche pochi
giorni fa, il giorno dopo che erano caduti, lanciati dal Goutha, 90 missili
sulla parte governativa della città. Abbiamo ascoltato i racconti dei bambini,
la paura di uscire di casa e andare a scuola, il terrore di dover vedere
ancora i loro compagni di classe saltare per aria, o saltare loro stessi…
bambini che non riescono a dormire la notte, per la paura che un missile
arrivi sul loro tetto. Paura, lacrime, sangue, morte. Non sono anche questi
bambini degni della nostra attenzione?

Perché l’opinione pubblica non ha battuto ciglio, perché nessuno si è
indignato, perché non sono stati lanciati appelli umanitari o altro per questi
innocenti? E perché solo e soltanto quando il Governo siriano interviene,
suscitando gratitudine nei cittadini siriani che si sentono difesi da tanto
orrore (come abbiamo constatato e ci raccontano), ci si indigna per la ferocia
della guerra?

Certo, anche quando l’esercito siriano bombarda ci sono donne, bambini,
civili, feriti o morti. E anche per loro preghiamo, Non solo i civili:
preghiamo anche per i jihadisti, perché ogni uomo che sceglie il male è un
figlio perduto, è un mistero nascosto nel cuore di Dio. Ed è a Dio che si deve
lasciare il giudizio, Lui che non vuole la morte del peccatore, ma che si
converta e viva.

Ma questo non significa che non si debbano chiamare le cose con il loro nome.
E non si può confondere chi attacca con chi si difende. A Damasco, è dalla
zona del Goutha che sono cominciati gli attacchi verso i civili che abitano
nella parte controllata dal governo, e non viceversa. Lo stesso Goutha dove -
occorre ricordarlo? – i civili che non appoggiavano i jihadisti sono stati
messi in gabbie di ferro: uomini, donne, esposti all’aperto e usati come scudi
umani. Goutha: il quartiere dove oggi i civili che vogliono scappare, e
rifugiarsi nella parte governativa, approfittando dalla tregua concessa, sono
presi di mira dai cecchini dei ribelli…

Perché questa cecità dell’Occidente? Come è possibile che chi informa, anche
in ambito ecclesiale, sia così unilaterale? La guerra è brutta, oh sì, sì se è
brutta! Non venitelo a raccontare ai siriani, che da sette anni se la sono
vista portare in casa… Ma non si può scandalizzarsi per la brutalità della
guerra e tacere su chi la guerra l’ha voluta e la vuole ancora oggi, sui
Governi che hanno riversato in Siria in questi anni le loro armi sempre più
potenti, le loro intelligence... per non parlare dei mercenari lasciati
deliberatamente entrare in Siria facendoli passare dai Paesi confinanti (tanti
che poi sono diventati Isis, va ricordato all’Occidente, che almeno questa
sigla sa cosa significa).

Tacere sui Governi che da questa guerra hanno guadagnato e guadagnano. Basta
vedere che fine hanno fatto i più importanti pozzi petroliferi siriani. Ma
questo è solo un dettaglio, c’è molto più importante in gioco.

La guerra è brutta. Ma non siamo ancora arrivati alla meta, là dove il lupo e
l’agnello dimoreranno insieme, e per chi è credente, bisogna ricordare che la
Chiesa non condanna la legittima difesa; e se anche non si augura certamente
il ricorso alle armi e alla guerra, la fede non condanna chi difende la
propria patria, la propria famiglia, neppure la propria vita. Si può scegliere
la non-violenza, fino a morirne. Ma è una scelta personale, che può mettere in
gioco solo la vita di chi lo sceglie, non si può certo chiederlo ad una
nazione intera, a un intero popolo.

Nessun uomo che abbia un minimo di umanità vera, può augurarsi la guerra. Ma
oggi dire alla Siria, al governo siriano, di non difendere la sua nazione è
contro ogni giustizia : troppo spesso è solo un modo per facilitare il compito
di quanti vogliono depredare il Paese, fare strage del suo popolo, come
accaduto in questi lunghi anni nei quali le tregue sono servite soprattutto
per riarmare i ribelli, e i corridoi umanitari per far entrare nuove armi e
nuovi mercenari.. e come non ricordare quali atrocità sono accadute in questi
anni nelle zone controllate dai jihadisti? violenze, esecuzioni sommarie,
stupri… i racconti rilasciati da chi alla fine è riuscito a scappare ?

In queste settimane ci hanno fatto leggere un articolo veramente incredibile:
tante parole per far passare in fondo una sola tesi, e cioè che tutte le
Chiese di Oriente sono solo serve del potere… per convenienza… Qualche bella
frase ad effetto, tipo la riverenza di Vescovi e Cristiani verso il Satrapo
Siriano… un modo per delegittimare qualunque appello della Chiesa siriana che
faccia intravedere l’altro lato della medaglia, quella di cui non si parla.

Aldilà di ogni inutile difesa e polemica, facciamo un ragionamento semplice, a
partire da una considerazione. E cioè che Cristo - che conosce bene il cuore
dell’uomo, e cioè sa che il bene e il male coabitano in ciascuno di noi, vuole
che i suoi siano lievito nella pasta, cioè quella presenza che a poco a poco,
dall’interno, fa crescere una situazione e la orienta verso la verità e il
bene. La sostiene dove è da sostenere, la cambia dove è da cambiare. Con
coraggio, senza doppiezze, ma dall’interno. Gesù non ha assecondato i figli
del tuono, che invocavano un fuoco di punizione.

Certo che la corruzione c’è nella politica siriana (come in tutti i Paesi del
mondo) e c’è il peccato nella Chiesa (come in tutte le Chiese, come tante
volte il Papa ha lamentato). Ma, appellandoci al buon senso di tutti, anche
non credenti : qual è l’alternativa reale che l’Occidente invoca per la Siria?
Lo Stato islamico, la sharia? Questo in nome della libertà e la democrazia del
popolo siriano? Ma non fateci ridere, anzi, non fateci piangere…

Ma se pensate che in ogni caso non sia mai lecito scendere a compromessi,
allora per coerenza vi ricordiamo, solo per fare un piccolo esempio, che non
potreste fare benzina 'senza compromessi coi poteri forti', dato che la
maggior parte delle compagnie ha comprato petrolio a basso costo dall’Isis,
attraverso il ponte della Turchia: così quando percorrete qualche chilometro
in auto, lo fate anche grazie alla morte di qualcuno a cui questo petrolio è
stato rubato, consumando il gasolio che doveva scaldare la
casa di qualche bambino in Siria.

Se proprio volete portare la democrazia nel mondo, assicuratevi della vostra
libertà dalle satrapie dell’Occidente, e preoccupatevi della vostra coerenza,
prima di intervenire su quella degli altri. Non ultimo, non si può non dire
che dovrebbe suscitare almeno qualche sospetto il fatto che se un cristiano o
un musulmano denuncia le atrocità dei gruppi jihadisti è fatto passare sotto
silenzio, non trova che una rara eco mediatica, per rivoli marginali, mentre
chi critica il governo siriano guadagna le prime pagine dei grandi media.
Qualcuno ricorda forse l’intervista o un intervento di un Vescovo siriano su
qualche giornale importante dell’Occidente? Si può non essere d’accordo,
evidentemente, ma una vera informazione suppone differenti punti di vista.

Del resto, chi parla di una interessata riverenza della Chiesa siriana verso
il presidente Assad come di una difesa degli interessi miopi dei cristiani,
dimostra di non conoscere la Siria, perché in questa terra cristiani e
musulmani vivono insieme. È stata solo questa guerra a ferire in molte parti
la convivenza, ma nelle zone messe in sicurezza dall’esercito (a differenza di
quelle controllate dagli 'altri') si vive ancora insieme. Con profonde ferite
da ricucire, oggi purtroppo anche con molta fatica a perdonare, ma comunque
insieme. E il bene è il bene per tutti: ne sono testimonianza le tante opere
di carità, soccorso, sviluppo gestite da cristiani e musulmani insieme.

Certo, questo lo sa chi qui ci vive, pur in mezzo a tante contraddizioni, non
chi scrive da dietro una scrivania con tanti stereotipi di opposizione tra
cristiani e musulmani. "Liberaci Signore dalla guerra… e liberaci dalla mala
stampa…”. Con tutto il rispetto per i giornalisti che cercano davvero di
comprendere le situazioni, ed informarci veramente. Ma non saranno certo loro
ad aversene a male per quanto scriviamo…

Le sorelle Trappiste in Siria

Fonte:
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/suore-trappiste-siria-damasco-ghouta