Mad Max Style
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- Date: Wed, 16 Jan 2013 13:36:02 +0100 (CET)
Mad Max Style
di Alfonso Navarra
· L’umanità globale è come un pazzo suicida che ha piazzato sotto la sua sedia varie bombe ad orologeria che scoppiando lo faranno saltare in aria. Il conto alla rovescia per il grande botto è già iniziato.
· Della proliferazione nucleare militare mi occupo dalla mia adesione alla LOC nel 1980 e ne ho trattato in diversi libri ed articoli: essa condurrà alla guerra nucleare, catastrofica comunque globalmente anche se combattuta localmente. La proliferazione degli Stati con capacità nucleari, che si coprono con progetti “civili”, creando un ambiente tipo far-west ci regalerà questo sbocco.
· Ma il ciclo del combustibile civile è anche esso una bomba: abbiamo, nella migliore delle ipotesi, 300 anni per risolvere tecnologicamente il problema delle scorie radioattive che, specie quelle ad altissima intensità e durata, non devono mai entrare in contatto con la biosfera.
· 300 anni è il periodo massimo che possiamo garantire per l’affidabilità di un deposito geologico (che può crollare o essere invaso dall’acqua). Tutti dovremmo ricordare di quando "Presa diretta", la trasmissione di Riccardo Iacona, documentò come il sito tedesco di Asse, una ex miniera di sale che era data per stabile sulla scala di decine di migliaia di anni dovette essere abbandonato precipitosamente dopo pochi decenni.
· Se non ci riusciamo, a confinarle o a trasmutarle, queste scorie, “ci attacchiamo al tram” (detto alla milanese), e non è nemmeno da escludere che non ci capiti prima la batosta che ci mette da subito al tappeto.
· (Sul problema di come arginare il rischio scorie radioattive irrisolvibile nel nostro stadio tecnologico, ho scritto lungamente su Difesa-ambiente, 1-2013: è quasi un vademecum sull'argomento).
· Siamo forse già estinti e non lo sappiamo: è solo questione di tempo.
· Ci siamo già piazzati, ripeto, sotto il sedere le bombe ad orologeria della guerra nucleare e dell’inquinamento radioattivo (il ciclo produttivo atomico ci farà fuori lo stesso anche se un solo missile non dovesse essere mai sparato).
· Ma abbiamo anche il vecchio sistema energetico fossile (petrolio, gas, carbone) che ci sta sconvolgendo il clima e che ci condurrà verso un ambiente invivibile.
· Il petrolio tradizionale sta raggiungendo il picco? No problem, lo estraiamo per altri 50 anni attraverso il fracking dagli scisti bituminosi. E ci inquiniamo tutte le falde acquifere: berremo benzina al posto dell’acqua. Si parla di “America Saudita”: nel 2020 gli Stati Uniti diventeranno i primi produttori di petrolio nel mondo (grazie allo “shale oil”) con 11 milioni di barili al giorno di contro ai 9 milioni dell’Arabia.
· L’Artico si scioglie per via delle troppe emissioni di CO2 ed altri gas serra? Che bello, possiamo estrarre da lì nuovo petrolio (i giacimenti polari sono 1/3 delle riserve) ed aumentare così le emissioni che faranno arrostire il Pianeta.
· Nel mondo dell’effetto serra a + 7° C di aumento della temperatura media del Pianeta (da 15° a 22° C) l’umanità potrà popolare solo alcune zone vicino ai poli. Gli oceani butteranno fuori enormi zaffate di idrogeno esplosivo. I sopravvissuti saranno presumibilmente organizzati alla selvaggia, Mad Max Style (il film fantascientifico sull’umanità post-atomica). L’élite, come sempre, si sta già preoccupando di come condurre una vita a suo vedere comoda nei bunker sotterranei.
· Tra le bombe ad orologeria non dimentichiamo nemmeno
La morale della favola? Dobbiamo fare la rivoluzione! Una rivoluzione programmaticamente civile e nonviolenta (avverrà così molto più facilmente se ci si muove per tempo).
· Nel mondo reale non esistono solo i complessi militari-industriali-energetici o i sistemi finanziari o le corporation alla MC Donald’s e Coca Cola.
· Esiste tantissima gente che fa cose belle ed importanti, “alternative” alla logica sistemica, ma su un piano locale e limitato.
· Un articolo di Marinella Correggia che ho trovato sulla rivista Gaia, direttore Michele Boato, ora non ricordo quale numero, riporta un elenco impressionante di molti risultati ed esperienze alternative in atto, pratiche che illuminano come la candela che rischiara fiocamente un tunnel oscuro.
· Quale è il punto? Il tunnel ti sta cadendo addosso, la casa sta bruciando e devi spegnere l’incendio, non puoi limitarti ad innaffiare il vaso di verdura biologica quando il fumo sta per soffocarti ed il tetto per crollarti sulla testa!
· Dobbiamo renderci consapevoli che il sistema delle varie megamacchine è cattivo, molto cattivo, il mezzo si è emancipato dal fine, non risponde più a logiche “umane”: esso mette tranquillamente in conto di farci morire pur di potere continuare a funzionare alla sua maniera.
Sono idee “antiche” come le montagne (ma non “vecchie” come l’anti-imperialismo) che possono salvare il mondo
· La sicurezza non nasce dal minacciare l’altro, ma nello stabilire progetti comuni con l’altro, che facciano progredire sia noi che il prossimo. Non nasce dalla paura ma dalla fiducia reciproca.
· La forza costruttiva dell’unità popolare generale è più potente delle organizzazioni particolari armate e ad essa possiamo affidare la difesa di una comunità.
· Il benessere non sta nell’accumulare individualmente merci e soldi ma nell’inserirsi attivamente in una comunità “giusta”, ben integrata con l’ambiente naturale.
· Il sapere non è affidarsi alla scienza come religione o alla religione come scienza; è essere consapevoli dei limiti e della relatività di ogni conoscenza, nella ricerca di verità mai definitivamente raggiunte che richiedono continui esperimenti.
· Le tradizioni culturali che hanno contribuito a formarci non devono temere il dialogo e la inter-azione con altre culture: ogni cultura va rispettata innovandola e va innovata rispettandola.
· Ogni comunità territoriale è custode, non padrona, della terra in nome e per conto dell’umanità tutta e delle generazioni future.
· La natura non ci appartiene, non è un “bene comune” dell’umanità, il sole non è nostro, non è nostra proprietà: siamo noi che apparteniamo alla natura, siamo noi che siamo natura, siamo terra, acqua, aria e fuoco…
· E’ facile constatare come ognuna di queste idee sia contraddetta dalla attuale “civilizzazione” storica che si fonda su istituzioni politiche e sociali ed apparati organizzativi fondati su principi diametralmente opposti.
· Per scompaginare, sciogliere, dissolvere veramente, queste istituzioni sistemiche della violenza e del profitto per il profitto non bisogna riproporre le idee che ne sono la lontana origine: ecco perché, a modesto parere del sottoscritto, non potrà mai funzionare, come alternativa, la ripresa acritica di schemi semplicistici che
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