Robert Sarah



«Sono profondamente colpito dalla grande dignità di queste persone, uomini e donne, profughi in un Paese straniero, rifugiati, costretti a lasciare le proprie case, il proprio villaggio, la loro amata madre Patria, la Siria, dopo un pericoloso viaggio di centinaia di chilometri>>


intervista a Robert Sarah



[...] Mi ha commosso l’incontro con il patriarca greco-ortodosso di Damasco, Ignazio IV, che ha voluto vedermi, anche se in quei giorni era ricoverato in ospedale; egli ha insistito sulla comune, necessaria testimonianza di fraternità. La giornata di giovedì 8 è stata dedicata alla visita ai rifugiati e sono giunto fino ai confini con la Siria. Purtroppo ho visto sofferenze inaudite: una madre voleva affidarmi il figlio di 4 mesi, perché ha lasciato il marito in Siria e non sa quando lo vedrà; alcuni rifugiati cristiani mi hanno chiesto di pregare il Papa di aiutarli a tornare a casa.[...]Dobbiamo portare il nostro messaggio di perdono e di riconciliazione.[...] aperto a tutti, senza distinzione di sorta, tantomeno di religione, costituisca una sorta di dialogo silenzioso, un ossimoro, fatto di fatti, di azioni che rispondono a bisogni reali, soprattutto dei più poveri, un gesto di comunione.