ASIA/SIRIA - La piaga dei sequestri, oltre 1.700, nel conflitto siriano: appello per un reporter americano




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ASIA/SIRIA - La piaga dei sequestri, oltre 1.700, nel conflitto siriano: appello per un reporter americano

Beirut (Agenzia Fides) – Austin Tice, reporter americano rapito in Siria il 13 agosto scorso, collaboratore del “Washington Post” e del gruppo "McClatchy Newspapers", è una delle vittime più celebri, ma la piaga dei sequestri nel conflitto siriano ha fatto attualmente almeno 1.753 vittime, quasi tutti civili. I rapimenti sono utilizzati da gruppi armati presenti nella galassia dell’opposizione siriana o da gruppi infiltrati, per ottenere riscatti, per vendette, o per lo scambio di prigionieri.
Il giornalista americano Austin Tice, 31 anni, viene da una famiglia cattolica che oggi è giunta a Beirut: i suoi genitori, Marc e Deborah Tice, ferventi cattolici, lanciano un SOS e annunciano a Fides che nei prossimi giorni diffonderanno un appello ai rapitori per la liberazione di Austin. In un video diffuso su youtube il giornalista appare prelevato con la forza da militanti islamici al grido di “Allah è grande”. Fra le altre storie di sequestrati, segnalate a Fides, vi è quella dei due fratelli di p.Naïm Garbi, Rettore del Seminario greco-cattolico di Raboueh, rapiti dal loro villaggio di Dmeineh Sharkieh, vicino Qusayr, a giugno 2012.
Nel caso dei sette cristiani armeni rapiti da un gruppo armato nei giorni scorsi, mentre si recavano in autobus da Aleppo a Beirut (vedi Fides 6 e 8/11/2012), sembra che i rapitori abbiano chiesto, in cambio del loro rilascio, la liberazione di 150 fra soldati e militanti dell’opposizione siriana, fatti prigionieri dall’esercito regolare.
Secondo i comitati locali dell’iniziativa “Mussalaha” (“Riconciliazione”) – movimento popolare che raccoglie decine di famiglie e tribù siriane, di tutte le religioni – sommando tutti i casi avvenuti nelle aree di Damasco, Aleppo, Homs, Daraa, Deir Ezzor, oggi i sequestrati sono nel complesso 1.753, ma di continuo si segnalano nuovi casi.
Quello dei sequestri di civili “è un dramma umanitario che – affermano fonti nella Chiesa in Siria – dovrebbe attirare l'attenzione della comunità internazionale”. I civili vengono strumentalizzati dai gruppi armati o da gruppi jihadisti presenti sul terreno (secondo le ultime stime sarebbero oltre 2.000 gruppi): a causa della frammentazione di tali bande, della loro eterogenea provenienza e identità, della loro totale autonomia di operato, si diffondono disordini, banditismo, e tentativi di inquinare il conflitto siriano con settarismo e jihadismo. Alcuni dei sequestri, come nel caso di p. Fadi Haddad (vedi Fides 25/10/2012), finiscono in modo barbaro, con torture o decapitazione dei rapiti. (PA) (Agenzia Fides 9/11/2012)