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Mali, nuova guerra dell'AFRICOM
- Subject: Mali, nuova guerra dell'AFRICOM
- From: "valeria.sonda at alice.it" <valeria.sonda at alice.it>
- Date: Sun, 21 Oct 2012 10:52:31 +0200 (CEST)
http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=7092 ( Rick Rozoff 30 marzo 2012 )
Mali, nuova guerra dell'AFRICOM?
La stampa riporta l'intensificarsi dei combattimenti in Mali tra i militari della nazione ed i ribelli di etnia tuareg del Movimento Nazionale di Liberazione Azawad nel nord del paese [1].
Siccome le uniche agenzie di stampa di portata internazionale a disporre dei fondi e delle infrastrutture necessarie a mantenere uffici e corrispondenti in tutto il mondo sono quelle con sede nei principali Stati membri del NATO (Associated Press, Reuters, Agence France-Presse, BBC News e Deutsche Presse-Agentur), la copertura degli attuali avvenimenti in Mali, come di quelli che si verificano in qualunque altro paese, riflettono un taglio occidentale ed un'agenda occidentale.
I tipici titoli da luogo comune risultano
pertanto:
Reuters: "Armi ed uomini provenienti dalla Libia
rafforzano la ribellione in Mali"
CNN: "Presidente: combattenti tuareg della Libia attizzano
la violenza in Mali"
The Scotsman: "Tuareg armati dal Colonnello Gheddafi
piombano sul Mali"
Agence France-Presse: "La Francia denuncia assassini
compiuti dall'offensiva ribelle in Mali"
Voice of America: "Mali: la Francia condanna presunte
atrocità di ribelli tuareg"
Per arrivare dalla Libia al Mali è necessario un viaggio di
almeno 800 chilometri attraverso l'Algeria e/o il Niger. Siccome i ribelli
evidentemente non dispongono di una forza aerea, non possono contare su
aeroplani da trasporto militari, i titoli citati e la propaganda che
rappresentano, implicano che i combattenti tuareg hanno coperto tutta la
distanza dalla Libia alla loro patria in convogli terrestri, con armi pesanti al
seguito, attraversando una nazione estera senza essere intercettati o per lo
meno dissuasi dalle autorità locali. E questo, oltretutto, per lanciare
un'offensiva tre mesi dopo l'assassinio del leader libico Muammar Gheddafi, dopo
che nell'ottobre scorso il suo convoglio fu attaccato da bombe francesi e da un
missile Hellfire statunitense. Ma l'implicazione che Algeria e Niger,
specialmente la prima, siano complici del transito di combattenti tuareg e
d'armi dalla Libia al Mali è di cattivo presagio in termini di estensione delle
accuse e delle azioni occidentali nella regione.
Le notizie internazionali dominate dall'Occidente trattano in
modo diverso le ribellioni armate, a seconda del modo in cui i ribelli ed i
governi cui si oppongono sono visti da importanti membri della
NATO.
Questi ultimi hanno fornito appoggio militare e logistico a
formazioni ribelli armate, nella maggioranza dei casi in attacchi attraverso le
frontiere e con piani separatisti ed irredentisti, in anni recenti in Kosovo,
Macedonia, Liberia, Costa d'Avorio, Libia ed ora in Siria, e sui fronti dello
spionaggio e della "diplomazia" in Russia, Cina, Pakistan, Sudan, Indonesia,
Congo, Myanmar, Laos e Bolivia.
Tuttavia, importanti potenze della NATO hanno adottato
l'indirizzo opposto quando si è trattato di Turchia, Marocco (coi suoi 37 anni
d'occupazione del Sahara Occidentale), Colombia, Filippine, Repubblica
Centrafricana, Chad ed altre nazioni, che sono loro clienti militari o territori
da esse controllati, dove gli USA e i loro alleati occidentali forniscono armi,
consiglieri, forze speciali e le cosiddette forze di mantenimento della
pace.
Il martellamento di notizie allarmanti rispetto al Mali è un
segnale che l'Occidente si propone di aprire un'altro fronte militare nel
continente africano, dopo la campagna aerea, navale e di forze speciali contro
la Libia e le continue operazioni in Somalia ed Africa Centrale, col recente
dispiegamento di forze speciali statunitensi in Uganda, Congo, Repubblica
Centrafricana ed il Sudan meridionale. Nel febbraio scorso in Costa d'Avorio, il
vicino del Mali verso sud, i militari francesi, con le accomodanti truppe delle
Nazioni Unite - "forze di pace" - spararono razzi contro la residenza
presidenziale e sequestrarono con la forza il presidente Laurent
Gbagbo.
Il Comando Africa degli USA (AFRICOM) cominciò a funzionare
per la prima volta come forza combattente, ciò che avrebbe dovuto essere fin
dall'inizio, nel marzo scorso nella prima quindicina di giorni di guerra contro
la Libia, con l'"Operazione Alba dell'Odissea", prima di trasferire la campagna
alla NATO per oltre sette mesi d'ininterrotti bombardamenti ed attacchi
missilistici.
Il Mali potrebbe essere la seconda operazione militare dell'AFRICOM.
Il paese, senza sbocco al mare, è il raggio della ruota
dell'ex Africa Occidentale Francese, confinando con quasi tutti gli altri membri
a parte il Benín: Burkina Faso, Guinea (Conakry), Costa d'Avorio, Mauritania,
Niger e Senegal. Verso nord condivide inoltre la frontiera con l'Algeria, un
altro antico possedimento francese.
Il Mali è il terzo produttore d'oro dell'Africa, dopo
Sudafrica e Ghana. Possiede considerevoli depositi d'uranio amministrati da
concessionarie francesi nel nord del paese, scenario degli attuali
combattimenti. Le richieste dei tuareg includono l'ottenimento di un certo
controllo sulle miniere d'uranio e sui ricavi che fruttano. Inoltre sono state
effettuate negli ultimi anni importanti esplorazioni alla ricerca di petrolio e
gas naturale, sempre nel nord del paese.
La nazione è pure un asse portante della "Cooperazione
Antiterrorismo Trans-Sahara degli USA" stabilita nel 2005 (in origine
Iniziativa Antiterrorismo Trans-Sahara), derivante dall'"Iniziativa Pan
Sahel" del 2003-2004.
In maggio il "Comando Europa delle Operazioni Speciali
degli USA" inaugurò l'Iniziativa Antiterrorismo Trans-Sahara inviando 1000
soldati delle forze speciali nell'Africa nordoccidentale per l'"Operazione
Flintlock" ("Operazione Fucile a pietra focaia"), con l'obiettivo di
addestrare le forze armate di Mali, Algeria, Chad, Mauritania, Niger, Senegal e
Tunisia, i sette membri africani originari dell'Iniziativa Antiterrorismo
Trans-Sahara, che include attualmente anche Burkina Faso, Marocco e Nigeria. La
Libia vi s'inserirà presto, come pure nella cooperazione militare del Dialogo
Mediterraneo della NATO.
Le forze speciali statunitensi diressero la prima di ciò che è
divenuta poi l'"Operazione Flintlock", esercitazione di controinsurrezione a
cadenza annuale con le nazioni menzionate del Sahel e del Magreb. L'anno
successivo la NATO realizzò i giochi di guerra su vasta scala "Steadfast
Jaguar" ("Giaguaro risoluto") nella nazione insulare africana occidentale
di Capo Verde, per lanciare la Forza di Reazione della NATO, in base alla quale
è stata forgiata la Forza Ausiliare Africana.
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Benché il proposito dichiarato della Cooperazione
Antiterrorismo Trans-Sahara e delle sue esercitazioni plurinazionali "Flintlock"
sia addestrare i militari delle nazioni del Sahel e del Magreb al combattimento
contro gruppi estremisti islamici nella regione, in realtà gli USA ed i loro
alleati l'anno scorso hanno ingaggiato la guerra contro il governo della Libia a
sostegno di elementi simili, e l'applicazione pratica dell'addestramento
militare e del dispiegamento del Pentagono nell'Africa nordoccidentale è stata
combattere contro le milizie tuareg, anziché contro gruppi come Al Qaida nel
Magreb Islamico o Boko Haram in Nigeria.
Gli USA ed i loro alleati NATO hanno realizzato ed appoggiato
altre esercitazioni militari nell'area con propositi simili. Nel 2008 la
Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS), il gruppo
economico regionale per il quale fu creata la Forza Ausiliare Africana
Occidentale appoggiata da USA e NATO, realizzò un'esercitazione militare
denominata "Jigui 2008" in Mali, che secondo quanto riportava allora il Ghana
News Agency, era "appoggiata dai governi anfitrioni, così come da Francia,
Danimarca, Canada, Germania, Olanda, Regno Unito, USA e Unione
Europea".
Anche AFRICOM effettua esercitazioni plurinazionali di
interoperatività delle comunicazioni, Africa Endeavour, principalmente in Africa
Occidentale. La conferenza programmatica dell'anno scorso si svolse a Bamako,
capitale del Mali e, secondo l'Esercito USA in Africa, riunì oltre 180
partecipanti di 41 nazioni africane, europee e nordamericane, osservatori della
Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS), della Comunità
Economica degli Stati dell'Africa Centrale (ECCAS), della Forza Ausiliare
dell'Africa Orientale e della NATO, per preparare la prova d'interoperatività di
sistemi di comunicazione e d'informazione delle nazioni partecipanti. Anche
l'esercitazione principale avvenne in Mali.
I militari statunitensi si sono insediati nella nazione per lo
meno dal 2005 e quell'anno Voice of America rivelò che il Pentagono aveva
"stabilito un centro operativo temporaneo in una base della Forza Aerea del
Mali vicino a Bamako. L'installazione fornirà appoggio
logistico e servizi d'emergenza alle truppe USA che addestrano forze locali in
cinque paesi della regione".
L'anno successivo il Comando Europeo degli USA e capo del
Comando Supremo della NATO in Europa, il generale dei marines James Jones, primo
consigliere nazionale di sicurezza del governo di Obama, secondo un articolo
pubblicato su Ghana Web " rivelò [che] il Pentagono vuole ottenere l'accesso
a…. basi in Senegal, Ghana, Mali e Kenya ed altri paesi
africani".
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Nel settembre del 2007 un aereo da trasporto militare
statunitense C-130 Hércules fu raggiunto da fuoco di fucile mentre lanciava
rifornimenti a truppe del Mali sotto assedio da parte di forze
tuareg.
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Nel 2009 gli USA annunciarono che stavano fornendo al governo
del Mali oltre 5 milioni di dollari in veicoli nuovi ed altri
equipaggiamenti.
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Gli USA sono stati collusi con la guerra del Mali nel corso di
quasi dodici anni. Recenti storie di atrocità riportate dalla stampa occidentale
alimenteranno richieste d'intervento "Responsabilità di Proteggere",
sullo stile di quelle realizzate in Costa d'Avorio ed in Libia un anno fa, e
forniranno il pretesto per una partecipazione militare statunitense e della NATO
nel paese.
È possibile che AFRICOM stia pianificando la sua
prossima guerra.
Nota
[1] Il popolo tuareg o imuhagh è un popolo berbero o amazigh,
che abita nello zona settentrionale ed occidentale del Sahara e nel nord del
Sahel. Per i tuareg il Sahara non è un deserto, bensì molteplici insieme. Tra i
deserti del nordovest dell'Africa, si distingue il Tiniwan. Se ne possono citare
anche numerosi altri, che essi differenziano in più o meno aridi, pianeggianti o
montagnosi. La lingua tuareg o Tamasheq è un gruppo di varianti berbere - il
tamasheq, il tamahaq ed il tamajaq (o tamajaght) parlate dai Tuareg. Provengono
dalla famiglia di lingue afro-asiatiche. Le varianti tuareg sono le uniche del
gruppo berbero ad avere conservato la forma scritta dell'alfabeto
libico-berbero, chiamato anche tifinagh, il cui uso è documentato dal secolo III
a. C. fino al secolo III d. C. in tutto il nord dell'Africa e nelle Isole
Canarie. Gli viene attribuita un'origine punica.
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