Lettera aperta all'UNICEF Caserta
- Subject: Lettera aperta all'UNICEF Caserta
- From: "Antonio Lombardi" <lombak at libero.it>
- Date: Fri, 28 Sep 2012 15:48:29 +0200
Ho inviato all'UNICEF Campania la seguente lettera
aperta, pubblicandola sulla sua pagina FB.
Un saluto a tutti
Antonio
Lettera
aperta all’UNICEF Caserta. Apprendo
con orrore che l’Unicef partecipa attivamente ai festeggiamenti, nei giorni 27 e
28 settembre 2012, per il rientro a Caserta dei bersaglieri della brigata
“Garibaldi” dalla guerra in Afganistan, festeggiamenti in cui vengono coinvolti
i bambini (bambini!). Non
voglio spendere molte parole su questo episodio, che rappresenta solo l’ennesima
scelta che contribuisce a comporre il disastro pedagogico che attraversa la
società italiana, in particolare la scuola che anche a Caserta manda gli alunni
a battere le mani. Ai giovani e giovanissimi anziché insegnare l’arte della pace
ed additare modelli di comportamento nonviolenti, sviluppando un senso critico
verso la guerra, le armi, le strutture che delle armi e della guerra hanno fatto
il proprio affare (le industrie belliche) ed il proprio lavoro (le forze
armate), si continua a spacciare la favola perniciosa del soldato che porta la
pace. Che
caduta culturale e che vergogna! Persino l’Unicef si orienta a celebrare l’orgia
di sangue e soldi chiamata guerra, dimenticando che proprio i bambini sono i più
esposti a diventarne vittime. Perché non invitate i familiari dei bambini uccisi
in Afganistan? Perché non chiamate a “festeggiare” i bambini-soldato della
Sierra Leone, del Congo, della Liberia, dell’Angola, del
Sudan…? Avrei
apprezzato un vostro comunicato critico e di presa di distanze dai
festeggiamenti, in nome di tutti i bambini del mondo: perché la guerra è sempre
tetramente uguale a se stessa e i corpi dei bambini giacciono riversi sul
terreno anche se la chiamano “missione di pace”. Ma tant’è, dobbiamo annoverare
anche l’Unicef tra quelli che esaltano il mondo militare, che con la pace per
l’infanzia non ha nulla a che spartire. Concludo
con un’annotazione storica, dal momento che anche agli studenti si fa svolgere
in questo frangente un ruolo attivo. Forse sarebbe più saggio ed utile insegnare
loro la nostra storia, ricordando che furono proprio i bersaglieri,
coprotagonisti di un’Italia che già nasceva nella repressione del Sud, a
perpetrare l’eccidio (e non solo quello) tra i più sanguinosi dei nostri
territori: a Pontelandolfo (BN), il 14 agosto 1861, massacrarono per
rappresaglia centinaia e centinaia di inermi, arrivando a distruggere l’intero
paese incendiandolo. Tra quella moltitudine di civili uccisi immagino che ci
fossero anche ragazzi e bambini. Ecco, invece di festeggiarli a Caserta, se noi
abitanti di questa Regione avessimo consapevolezza del nostro passato,
chiederemmo ai bersaglieri di andare via per sempre dalla Campania per
“incompatibilità storica”. O forse, per farlo spontaneamente, basterebbe che
sorgesse in loro un rigurgito di senso del decoro. Un
saluto di pace (quella vera). Napoli,
28 settembre 2012 Antonio
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