R: [pace] Intervista a un giovane attivista siriano passato alla lotta armata



Giovanni,

la mia posizione è nota: io sono favorevole all’opposizione politica nonviolenta, che in Siria mi sembra rappresentata dal Cnscd, sono contrario all’opposizione armata di ogni tipo. Ho postato questo pezzo per fare parlare direttamente chi è passato alle armi: è in corso una guerra civile e occorre capire come nascono le guerre e chi sono gli insorti armati. Non sono solo soldati stranieri o ex militari al soldo dell’Occidente e delle petromonarchie; sono, per quel che ne so io, in gran parte soldati che hanno disertato dopo aver partecipato alla repressione. E ci sono anche dei semplici civili come questo ragazzo. Questi siriani che hanno preso le armi in reazione alla repressione sanguinaria del regime e per questo hanno la mia comprensione ma non il mio appoggio politico. Io, come tutte le persone sinceramente interessate al destino della Siria, temo le conseguenze della presa di potere con la violenza. E quindi, anche per motivi etici, appoggio chi cerca una soluzione politica nonviolenta alla fine del regime come il Cnscd, e che si trova anche a dover dialogare con le altre opposizioni.

 

Sullo stesso sito ho trovato quest’altra intervista a una siriana italiana:

 

23 luglio 2012 | Filed under: In evidenza,Varie | Posted by: GJMorici

Conoscevamo già la storia di Hamza, il bambino ucciso dalle milizie di Bashar al-Assad. Dalla ricerca dei colpevoli del barbaro omicidio e dalla richiesta che gli stessi venissero puniti, iniziarono le proteste pacifiche in Siria. La repressione violenta, l’uccisione di manifestanti pacifici e disarmati, ha indotto il popolo a reagire in maniera più vibrata contro il suo presidente. Un bagno di sangue che ha visto le milizie siriane reprimere le proteste con i carri armati. Solo negli ultimi giorni, alcuni soldati, stanchi di uccidere i propri fratelli, sono passati dalla parte dei manifestanti andando ad ingrossare le fila  del “Free Syrian Army”. Armati di AK47 e RPG7, si sono fatti decimare dalle armi pesanti in dotazione alle milizie del governo.

Ma cosa c’è dietro la rivolta? È una rivolta politica, religiosa o cos’altro? Giorni fa, avevamointervistato Sami (o Shami), giovane rivoluzionario siriano, impegnato nel conflitto. Abbiamo voluto però sentire una persona non impegnata militarmente. Una qualsiasi persona siriana, che potesse dirci le sue impressioni sul conflitto. Per fare questo, abbiamo chiesto  aiuto a una nostra amica, la giornalista free-lance svedese Marie-Jeanne Atanasia, che ci onora della sua collaborazione.

Gian J. Morici

 

LIBERTÁ DEMOCRATICA, NON RIVOLUZIONE RELIGIOSA – INTERVISTA A SIRIA

Marie-Jeanne Atanasia: cristiana – nata greco-ortodossa, cresciuta cattolica protestante, religiosamente liberale. ha amici sia buddhisti che appartenenti a diverse altre religioni: pellerossa e della fede mosaica; tollerante con l’islam pacifico e che in questo conflitto armato internazionale voleva anche lei capire meglio le diverse parti impegnate nel conflitto interno nell’attuale Siria multireligiosa e multiculturale.

 

Ascoltiamo una delle voci – Intervista di Siria, una giovane donna 23enne musulmana siriana in Italia:

 

Siria: “Dopo che in una città della Siria dei bambini giocando avevano scritto su un muro della loro scuola “Siria libera” i militari di Assad li presero e li torturarono e questo scatenò la rabbia dei loro genitori…

La Siria, all’inizio, non era pronta alla rivolta, visto che aveva gia’ subito delle ingiustizie nel ’82 da parte di Hafez al-Assad, padre del presidente attuale Bashar al-Assad. Ma dopo le torture di quei bambini e le rivolte degli altri paesi arabi… così la nostra rivolta cresce di giorno in giorno.”

 

MJA: Tu lo vedi come un conflitto religioso, o democratico ? O tutt’e due ?

 

Siria: “La nostra rivoluzione non c’entra niente con la religione: nella nostra rivolta siamo musulmani, cristiani e alawiti, che è anche la religione del nostro presidente. Noi vogliamo solo la libertò di poterci esprimere, di poter almeno votare chi vogliamo. Siamo stufi di non poter esprimere le nostre idee. La gente per le strade viene pestata come formiche alla sola parola “Libertà”…

Il nostro paese è un paese commerciale e ricco in realtà, ma nelle mani di Assad non stiamo riuscendo a far nessun passo in avanti.”

 

MJA: Quale futuro vedi per la Siria?

 

Siria: “Cosa sarà della Siria non è facile prevederlo. Molti sperano che la famiglia Assad passi la mano democraticamente dopo 40 anni di dittatura, ma tanti temono che trascinerà tutti nel baratro prima di scomparire. La maggioranza vorrebbe che la rivolta del popolo fosse non violenta, senza che nessuno si faccia del male… ma i soldati del Assad sono persino dentro le università con fucili e coltelli… e carri armati per le strade…”.

 

MJA: Ci racconti un po’ di te, della tua vita?

 

Siria: “Scusami, preferisco restare nell’anonimato… In Italia ci sono molte spie che hanno messo nei guai già molta gente. Visto che ho lì i miei parenti, verrebbero torturati o maltrattati.”

Comunque mi fa piacere sapere che c’è qualcuno interessato al mio paese d’origine, soprattutto in queste circostanze.

Io sono di religione musulmana. Sono nata in Italia ma ogni estate passavo le vacanze in Siria. Tanti miei parenti e amici vivono ancora li e vivono ormai da più di un anno e mezzo le loro giornate con la paura: bombardamenti, spari per le strade… La colpa? Vivere sotto dittatura e decidere di  ribellarsi per chiedere libertà. Ogni giorno muoiono moltissimi bambini, donne e uomini e la cosa più triste che c’è un mondo intero che sta a guardare senza far niente. La cosa che vorrei più al mondo è vedere una Siria libera.”

 

MJA: In Italia come ti trovi?

 

Siria: “In Italia diciamo che mi trovo bene ed è proprio la differenza tra i due paesi che mi ha portato ad avere le mie idee: volere una Siria migliore. I miei amici si lamentano dell’Italia per le tasse, per i politici che rubano, ecc. ma è sempre meglio della Siria. In Siria è proibito anche dire “Siamo stufi, basta !”. E’ proibito esprimerci, che è il minimo che qualcuno potrebbe avere…”.

 

MJA: E tu, anche dall’Italia, ti senti parte di questa Rivoluzione?

 

Siria: “Forse i veri rivoluzionari sono quelli che escono per le strade a manifestare senza paura, cosa che io nelle mie circostanze non riesco a fare, non per paura mia, ma per la mia famiglia. Mi piace però almeno poter esprimere la mia opinione e far sapere anche ai miei amici italiani quello che accade nel mio paese d’origine. La mia vita ormai è tra i 2 paesi e non posso far a meno di uno di loro. Vorrei il meglio per il mio paese, non per me stessa, ma per il mio popolo.”

 

MJA: Ti hanno mai fatto sentire o ti sei mai sentita in colpa o “vigliacca” per aver lasciato il tuo paese d’origine, mentre gli altri sono rimasti lì sotto dittatura e, adesso, anche ad affrontare le conseguenze di una rivolta, di una guerra…? Potevi andare in Siria e poi ritornare in Italia senza problemi?

 

Siria: “In Siria ci sono stata 4 mesi fa. Non mi sentivo o non mi sento vigliacca, ma mi sento… persa… Passo ore a pensare come potrei aiutare il mio popolo, cosa potrei fare per loro… Quando stavo in Siria, i miei hanno preferito farmi tornare in Italia proprio perchè sapevano che vorrei fare di più, che avrei voluto farmi sentire anch’io nella rivolta.

Forse già adesso, se le spie che stanno in Italia vengono a sapere chi sono e quello che sto dicendo,  potrebbero prendermi già all’aeroporto e torturarmi fino alla morte.

In questi giorni ci sono molti attivisti siriani che hanno tolto i propri nomi scrivendo “Siria” o “Siria Libera” come nome sulla rete.”

 

MJA: Ci racconti anche qualche bella cosa o ricordo del tuo paese d’origine, la Siria?

 

Siria: “La cosa più bella della Siria forse sono proprio queste giornate d’estate… Adesso noi siamo nel nostro mese di digiuno, il Ramadan… che è come il vostro Natale… quando tutta la famiglia si riunisce…Grazie comunque del tuo interesse per la Siria, è importante almeno poter dire quel che pensiamo e far arrivare alla gente la realtà dei fatti. Ho letto l’intervista di Sami: è davvero bella. Grazie di nuovo.”

 

MJA: Grazie a Te, Siria: Buona Rivoluzione Pacifica & Evolutiva & Buon Ramadan !!!

 

Reporter: Marie-Jeanne Atanasia

 

 

 

Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di redazione il dialogo
Inviato: martedì 24 luglio 2012 17.34
A: pace at peacelink.it
Oggetto: Re: [pace] Intervista a un giovane attivista siriano passato alla lotta armata

 

Lorenzo,
dopo aver letto questo intervento, senza neppure un tuo rigo di commento, non so come tu possa poi accusare altri di essere "pro Assad" visto che questo è un intervento "pro guerra" e "pro CNS". Quanto meno le tue posizioni sono molto ondivaghe. Non si può essere contro la guerra a corrente alternata.
Giovanni Sarubbi



On 24/07/2012 16:29, lorenz.news at yahoo.it wrote:

Siria- Intervista a Sami

     

Giovane, barbuto, ha studiato legge. Entrato a far parte della “Gioventù del 4-5 febbraio”, è uno dei tanti siriani che sta combattendo per la propria libertà.

 

D: Sami, chi sono i rivoluzionari siriani?

 

R: La maggior parte di noi, sono giovani, se non addirittura adolescenti, che hanno deciso di aderire alla rivolta per liberare il proprio paese da una dittatura imposta con il terrore, con le torture, con gli omicidi.

 

D: Cosa rappresenta Assad per voi giovani rivoluzionari?

 

R: Bashar Al-Assad ha da sempre governato la Siria pensando solo a sé stesso, alla sua famiglia, ai suoi amici. Il popolo siriano è stato sottomesso al regime di Assad, perché prima ancora che scoppiassero le proteste e avvenisse la repressione violenta da parte dell’esercito, dovevamo avere paura che per il solo fatto di dissentire da quello che imponeva il governo, c’era il pericolo di essere arrestati e deportati in uno dei tanti centri di carcerazione, dove la tortura è usata anche contro donne e ragazzini. Tanti innocenti sono stati arrestati senza motivo. Molte donne, sono finite nei centri di detenzione solo per andare a soddisfare le voglie sessuali del comandante di qualche centro…

 

 

D: Vuoi raccontarci la tua storia, dove sei nato, cosa facevi prima?

 

R: Oltre al mio nome, che conosci già, posso dirti che ho studiato legge e che quando mi sono avvicinato alla “Gioventù del 4-5 febbraio”, non pensavo ancora alla rivolta armata. Eravamo solo attivisti dei diritti che organizzavano le proteste pacifiche, unendoci agli altri fratelli sparsi nel mondo per fare vedere cosa succedeva nel nostro paese. Il passaggio alla rivolta armata, è stata una conseguenza della repressione da parte del governo. Mentre tutto il mondo faceva finta di non vedere cosa succedeva in Siria, noi qui morivamo solo perché organizzavamo una dimostrazione pacifica. La prima volta che ho preso un’arma in mano, è stato subito dopo che i militari hanno ucciso mio fratello che aveva solo 15 anni… Uno dei tanti bambini che quegli assassini hanno sulla coscienza. Uno dei tanti martiri di questa guerra civile.

 

D: Prima della rivolta, dove vivevi?

 

R: Non chiedermi di più. I servizi segreti di Assad sono ancora molto efficienti… Hai visto tu come si può uccidere un uomo facendo sì che sia lui stesso ad implorarti di ucciderlo per porre fine alle sofferenze? Ho visto ammazzare un mio vicino di casa… un giovane come me… preso da sette-otto assassini che lo hanno picchiato selvaggiamente con dei legni. Prima di ammazzarlo, lo hanno colpito tante volte sulle gambe, sulla schiena, sulla pancia. Poi, lo hanno colpito in bocca. E solo dopo un tempo interminabile lo hanno finito a colpi di bastone in testa… Una fine orrenda… Quando lo hanno finito, era da parecchi minuti che non aveva neppure la forza di gridare… stava lì a terra… muoveva solo gli occhi, mentre dalla bocca gli usciva il sangue che sembrava come una schiuma rossa… Poi è rimasto a terra in mezzo la strada. Gli hanno dato un altro paio di calci in faccia e nello stomaco e solo quando hanno capito che era morto, sono andati via.

 

D: Erano soldati?

 

R: Tre avevano la divisa. Gli altri avevano delle magliette blu… delle magliette sportive…

 

D: Qual è adesso la situazione nel paese? Come state combattendo?

 

R: Fino a qualche giorno fa combattevamo. Adesso i soldati qui non vengono più. Ci bombardano da lontano o, quando si avvicinano, lo fanno con i mezzi corazzati. Loro hanno i carri armati, noi no…

 

D: Che armi avete?

 

R: Io ho solo un fucile  Kalashnikov… Le munizioni non mi mancano, ma cosa pensi che io posso fare contro i mezzi corazzati? Quando ci scoprono, ci circondano con i loro carri armati. Poi comincia il bombardamento. Quando hanno distrutto le case, le famiglie, solo allora si avvicinano con i mezzi blindati e mitragliano ogni cosa. Ogni giorno, tanti martiri muoiono sotto i bombardamenti degli assassini….

 

D: Cosa pensate di fare?

 

R: Noi vinceremo. Io non posso sapere se ci sarò, ma posso dirti che combatteremo fino alla morte e sono sicuro che vinceremo…

 

Sarà come dice Sami, ma cosa ne sarà del popolo siriano dopo che avranno vinto la loro rivolta? Quanto giocano in tutto questo gli interessi delle potenze straniere? Sami continuerà a combattere. Forse morirà o forse riuscirà ad arrivare vivo fino alla fine. Troverà in ultimo la libertà, o un apparente cambiamento che lo porterà solo ad esser servo di un altro padrone? Ma lui, almeno ci avrà provato…

 

Gian J. Morici

http://www.lavalledeitempli.net/2012/07/17/siria-intervista-a-sami/

 

--


il dialogo - Periodico di Monteforte Irpino
Via Nazionale, 51 - 83024 Monteforte Irpino (AV) - Tel: 339-4325220
Email redazione: redazione at ildialogo.org
Email direttore: direttore at ildialogo.org
Sito: http://www.ildialogo.org


«Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.(Mt 5,13)

"Tutte le valanghe prima di diventare tali erano solo fiocchi di neve"

Abbonarsi ad Adista www.adista.it , Tempi di Fraternità www.tempidifraternita.it , Confronti www.confronti.net , QOL www.qolrivista.it fa bene alla salute


TUTELA DELLA PRIVACY
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questa newsletter e' disponibile alla pagina web: http://www.ildialogo.org/notelegali/privacyml14012012.htm
La informiamo che il Suo indirizzo è stato reperito attraverso e-mail da noi ricevuta o da fonti di pubblico dominio. 
Siamo coscienti che e-mail indesiderate sono oggetto di disturbo, quindi La preghiamo di accettare le nostre più sincere scuse se la presente non è di Suo interesse. Tutti i destinatari della e-mail sono in copia nascosta. 
Qualora non intendesse più ricevere comunicazioni, La preghiamo di inviare una e-mail di risposta con oggetto: CANCELLA a redazione at ildialogo.org, precisando l'indirizzo, che sarà quindi immediatamente rimosso dalla mailing list.
Abbiamo cura di evitare fastidiosi invii multipli, laddove ciò avvenisse La preghiamo di segnalarcelo.