Intervista a un giovane attivista siriano passato alla lotta armata



Siria- Intervista a Sami

     

Giovane, barbuto, ha studiato legge. Entrato a far parte della “Gioventù del 4-5 febbraio”, è uno dei tanti siriani che sta combattendo per la propria libertà.

 

D: Sami, chi sono i rivoluzionari siriani?

 

R: La maggior parte di noi, sono giovani, se non addirittura adolescenti, che hanno deciso di aderire alla rivolta per liberare il proprio paese da una dittatura imposta con il terrore, con le torture, con gli omicidi.

 

D: Cosa rappresenta Assad per voi giovani rivoluzionari?

 

R: Bashar Al-Assad ha da sempre governato la Siria pensando solo a sé stesso, alla sua famiglia, ai suoi amici. Il popolo siriano è stato sottomesso al regime di Assad, perché prima ancora che scoppiassero le proteste e avvenisse la repressione violenta da parte dell’esercito, dovevamo avere paura che per il solo fatto di dissentire da quello che imponeva il governo, c’era il pericolo di essere arrestati e deportati in uno dei tanti centri di carcerazione, dove la tortura è usata anche contro donne e ragazzini. Tanti innocenti sono stati arrestati senza motivo. Molte donne, sono finite nei centri di detenzione solo per andare a soddisfare le voglie sessuali del comandante di qualche centro…

 

 

D: Vuoi raccontarci la tua storia, dove sei nato, cosa facevi prima?

 

R: Oltre al mio nome, che conosci già, posso dirti che ho studiato legge e che quando mi sono avvicinato alla “Gioventù del 4-5 febbraio”, non pensavo ancora alla rivolta armata. Eravamo solo attivisti dei diritti che organizzavano le proteste pacifiche, unendoci agli altri fratelli sparsi nel mondo per fare vedere cosa succedeva nel nostro paese. Il passaggio alla rivolta armata, è stata una conseguenza della repressione da parte del governo. Mentre tutto il mondo faceva finta di non vedere cosa succedeva in Siria, noi qui morivamo solo perché organizzavamo una dimostrazione pacifica. La prima volta che ho preso un’arma in mano, è stato subito dopo che i militari hanno ucciso mio fratello che aveva solo 15 anni… Uno dei tanti bambini che quegli assassini hanno sulla coscienza. Uno dei tanti martiri di questa guerra civile.

 

D: Prima della rivolta, dove vivevi?

 

R: Non chiedermi di più. I servizi segreti di Assad sono ancora molto efficienti… Hai visto tu come si può uccidere un uomo facendo sì che sia lui stesso ad implorarti di ucciderlo per porre fine alle sofferenze? Ho visto ammazzare un mio vicino di casa… un giovane come me… preso da sette-otto assassini che lo hanno picchiato selvaggiamente con dei legni. Prima di ammazzarlo, lo hanno colpito tante volte sulle gambe, sulla schiena, sulla pancia. Poi, lo hanno colpito in bocca. E solo dopo un tempo interminabile lo hanno finito a colpi di bastone in testa… Una fine orrenda… Quando lo hanno finito, era da parecchi minuti che non aveva neppure la forza di gridare… stava lì a terra… muoveva solo gli occhi, mentre dalla bocca gli usciva il sangue che sembrava come una schiuma rossa… Poi è rimasto a terra in mezzo la strada. Gli hanno dato un altro paio di calci in faccia e nello stomaco e solo quando hanno capito che era morto, sono andati via.

 

D: Erano soldati?

 

R: Tre avevano la divisa. Gli altri avevano delle magliette blu… delle magliette sportive…

 

D: Qual è adesso la situazione nel paese? Come state combattendo?

 

R: Fino a qualche giorno fa combattevamo. Adesso i soldati qui non vengono più. Ci bombardano da lontano o, quando si avvicinano, lo fanno con i mezzi corazzati. Loro hanno i carri armati, noi no…

 

D: Che armi avete?

 

R: Io ho solo un fucile  Kalashnikov… Le munizioni non mi mancano, ma cosa pensi che io posso fare contro i mezzi corazzati? Quando ci scoprono, ci circondano con i loro carri armati. Poi comincia il bombardamento. Quando hanno distrutto le case, le famiglie, solo allora si avvicinano con i mezzi blindati e mitragliano ogni cosa. Ogni giorno, tanti martiri muoiono sotto i bombardamenti degli assassini….

 

D: Cosa pensate di fare?

 

R: Noi vinceremo. Io non posso sapere se ci sarò, ma posso dirti che combatteremo fino alla morte e sono sicuro che vinceremo…

 

Sarà come dice Sami, ma cosa ne sarà del popolo siriano dopo che avranno vinto la loro rivolta? Quanto giocano in tutto questo gli interessi delle potenze straniere? Sami continuerà a combattere. Forse morirà o forse riuscirà ad arrivare vivo fino alla fine. Troverà in ultimo la libertà, o un apparente cambiamento che lo porterà solo ad esser servo di un altro padrone? Ma lui, almeno ci avrà provato…

 

Gian J. Morici

http://www.lavalledeitempli.net/2012/07/17/siria-intervista-a-sami/