Siria: padre Dall'Oglio, intervenga Onu, ormai guerra civile - News Analysis - ANSAMed.it



io sono parzialmente d'accordo con Dall'Oglio
mi pare sottostimi gli aspetti geopolitici della partita siriana e riduca tutto a scontro etnico o religioso; è un film che abbiamo già visto in Kossovo, Iraq, Afghanistan, Libia, solo per citare i più famosi e recenti
a questo punto concorderei con intervento ONU, ma in Iraq l'onu ha portato guerra, non pace
temo ci sarà solo da assistere allo stillicidio  di morti, sempre che non degeneri tutto in attacco NATO

http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/analysis/2012/07/12/Siria-padre-Oglio-intervenga-Onu-ormai-guerra-civile_7180107.html

Siria: padre Dall'Oglio, intervenga Onu, ormai guerra civile

rischio conflitto interetnico; potere Damasco in mano a servizi

12 luglio, 19:54

(di Michele Esposito).
(ANSAmed) - ROMA - In ''molte zone del Paese, dalla linea dell'Oronte al mare, siamo in presenza di una guerra civile, di uno scontro per la supremazia della terra tra alawiti e sunniti. In quelle zone, e' necessario l'intervento di interposizione dei caschi blu dell'Onu. O la crisi rischia di trasformarsi, in piccolo, in quella ruandese o bosniaca''. A lanciare l'appello e' padre Paolo Dall'Oglio, promotore del dialogo interreligioso da 30 anni in Siria, Paese che e' stato costretto ad abbandonare all'inizio del mese scorso.

Nel 1982, Dall'Oglio si occupo' della rifondazione del monastero siro-cattolico di Deir Mar Musa, a nord di Damasco, dove ha promosso ''la riconciliazione della societa' civile'', cercando di sensibilizzarla ''per una maggiore maturita' democratica'', ha spiegato il gesuita, in questi giorni a Roma.

Ma le attivita' del monastero, alla fine del 2011, sono state bloccate. ''E in tanti nelle piazze, hanno protestato contro il provvedimento'', ha ricordato il gesuita che l'11 giugno, complici le pressioni del governo di Damasco, ha deciso di lasciare la Siria.

Ora nel Paese c'e' un conflitto radicalizzato, e c'e' la necessita' di ''mobilitare le forze democratiche per far si' che le frange piu' radicali della rivoluzione - salafiti, in parte legati all'estremismo internazionale - non guidino la rivolta'', ha sottolineato Dall'Oglio senza nascondere di essere ''vicino all'opposizione siriana'' e al ''grido di liberta' dei giovani contro 40 anni di repressione di Stato''.

Tuttavia, se all'inizio c'era la speranza di una transizione ''democratica consensuale'' ora non possiamo piu' dire: 'la rivoluzione se la facciano da loro''', e' l'avvertimento del gesuita. ''La Siria e' infatti il ring di un conflitto regionale'', spiega, evidenziando come ''Qatar, Arabia Saudita e Turchia da mesi supportino la rivolta'' e c'e' il rischio di un ''conflitto inter-etnico e interreligioso'' in tutto il Paese.

Tanto che, per Dall'Oglio, ''se Assad cade gli alawiti non si arrenderanno e continueranno a combattere''.

Da qui, la richiesta di un intervento dei caschi blu dell'Onu per cominciare a favorire i negoziati. Ma - e' il suo avvertimento - l'interlocutore della comunita' internazionale non deve essere il governo siriano: ''quella e' una facciata, la struttura del potere di Damasco fa capo ai servizi di sicurezza, in ogni loro aspetto''.