Paragonare le milizie libiche e siriane all'African National Congress è uno schiaffo in faccia agli africani



Mi ero ripromessa di non intervenire più ma davvero quel che è troppo è troppo.
 
Quando si fanno dei paragoni storici come la signora Roveroni fa fra la situazione libica e siriana e altre situazioni come quella sudafricana, bisona confrontare non solo il lato dei "dittatori", ma anche quello dei "buoni", i "rivoluzionari".
 
E allora francamente mi indigno e lo farebbero anche i sudafricani (che hanno protestato molto contro la guerra in libia) e se Thomas Sankara fosse ancora vivo  e lo sapesse si indignerebbe di più.
 
La signora Roveroni ha il tempo di leggere qualcosa sulla Libia di adesso, elezioni o no. Ha visto il documentario di Silvestro Montanaro che non è un gheddafiano? Ha visto coaa succede ai neri di Tawergha, uccisi e deportati pdalle milizie di Misurata, che furono in primna fila nella "liberazione" e alle quali il Jibril forse vincitore delle elezioni diede ufficialmente via libera per la persecuzione (ho la dichiarazione riportata dal Guardian)? Ha lei amici in Niger (io sì) che prima lavoravano in libia e a causa delle persecuzioni da parte di nuovi padroni della Libia, a fine agosto si son fatti rimpatriare e cos'ì adesso, come Mohamed Bello, cercano di campare coltivando arachidi nella siccità? Sa cosa vuol dire lavorare la terra nel Sahel? No. lei vive in Italia, e noi da privilegiati di sempre pontifichiamo e diamo patenti. Ha lei presenti le innumerevoli prese di posizione del Cnt genere "apparteniamo al mondo arabo non all'Africa"? Ha visto i cartelli dei zintaniani "grazie Nato" con tutte le bandiere degli occidentali, del Qatar e dell'Arabia Saudita (dimmi i tuoi amici e ti dirò chi sei)? Sa lei delle decine di milgiaia di persone detenute illegalmente in Libia adesso? Ancora qualcuno dirà che questi nuovi padroni "sono come i partigiani"? O come Mandela? Mandela invocava la Nato?
 
Stesso discorso per la Siria, salvo che là non ci sono africani e quindi non c'è modo di esprimere un sano, macho razzismo.
 
(Quanto al mio passeggiare libera per Tripoli, come lei evoca - e meno male che non si spinge a dire che passeggiavo a pagamento, visto che invece mi ero pagata tutto il viaggio e aoggiornavo in una casa privata - ...se i giornalisti vengono tenuti prigionieri, vi lamentate, se sono liberi di passeggiare pure. Invece fu interessante perché le persone che incontrai che erano a favore del Cnt lo erano per queste ragioni, ben poco "democratiche", e cito letteralmente: "Gheddafi dà troppo soldi all'Africa", "non impariamo bene l'inglrse a scuola", "gli sopedali non sono di buona qualità dobbiamo andare in Europa", "quelli di Misurata soto ottimi per gli affari ma Gheddafi gli lega le mani ed ecco perché si sono ribellati". Del resto mesi prima una libica che il regime aveva privilegiato - lavora all'estero con l'Oms -  ma che stava dalla parte dei"ribelli" mi scirsse indignata la stessa cosa "Gheddafi fa diventare ricchi gli africani, adesso son più ricchi di noi". Una vergogna, un insulto. Mi scrisse anche "La Nato sta facendo un lavoro pulito, peccato che aiuti poco".
 
Basta, la misura è colma.
 
Marinella Correggia

Da: "a_roveroni at libero.it" <a_roveroni at libero.it>
A: pace at peacelink.it
Inviato: Martedì 10 Luglio 2012 9:56
Oggetto: R: Re: [pace] letture, lotte e siria

Recentemente ho letto un bel"romanzo" storico sulla liberazione del Sud Africa
dall'apartheid e la lotta dell'African National Congress - prima nonviolenta
poi, con i giovani di cui fu leader Nelson Mandela prima di finire in prigione,
anche armata - contro il regime dei bianchi boeri sulla maggioranza nera
(Dominique Lapierre, Un arcobaleno di pace, il saggiatore).

Cosa c'entra con la Siria? Diranno alcuni di voi?
E cosa c'entra la Libia?
C'entrano perche'  sono tutte dittature, sono tutte difficili, terribili,
lunghissime lotte popolari - pacifiche e anche violente- per togliersi di
dosso, per liberarsi da una  cricca, una famiglia, un partito al potere
disposti a tutto:
fare leggi che mettono partiti e movimenti al bando,
organizzare false elezioni,
comprare giornali,  giornalisti e giornaliste in giro per il mondo,
rinchiudere in prigione gli oppositori per anni e anni
torturarli
perseguitare le loro famiglie
impedirgli di vivere e lavorare
pur di restare saldamente in sella al potere.

Mi sono chiesta:
questi compagni e compagne italiane/i
che si digeriscono il dittatore Siriano e lo supportano come prima quello in
Libia,
che sostengono che queste dittature pseudo-socialiste siano un baluardo contro
il fondamentalismo islamico o contro la prepotenza criminale bellica americana,
usando come pretesto idee come PACE, DIALOGO,  stare senza se e senza ma
CONTRO LA GUERRA
come si sarebbero comportati i in ITALIA, in Germania nello scorso secolo?
Avrebbero sostenuto per comodita', denaro, o per convinzione ideologica le
dittature al potere? Avrebbero scelto di stare con quelli che riducono le masse
a gregge belante e plaudente, pronte a seguire le lusinghe di capi salvatori;
quelli che offendono,  e tolgono la dignita' umana all'avversario, al nemico. I
"ratti", come diceva anche il defunto Gheddafi, che li voleva affogare nei
cessi, giusto?
Trovare un nemico, una parte di popolazione da sfruttare, spogliare dei propri
beni, delle case, della terra. Gli ebrei, i palestinesi, i neri sudafricani.
Ma la signora  Marinella Correggia, Lei, era liberissima di passeggiare e
chiaccherare a suo piacimento  nella capitale del Paese della rivoluzione
verde... E  quell'italiano vergognoso di cui non rammento - non ne vale la pena
- la sigla di appartenenza, l' associazione, che e' andato nel 2011 a Damasco
ed ha parlato alla folla oceanica in sostegno al dittatore?
Anche Mussolini era un populista, aveva un vastissimo consenso popolare,
proveniva dal partito socialista, aveva diretto l'Avanti se non ricordo
male...
Certo che gente che sostiene Assad in Siria esiste! Esistevano ed erano tanti
anche e i fascisti ,e allora?

All'esperto di dialogo e di CARTA DELL'ONU - ma di quante cose e' esperto Lei!
- che scrive in lingue marziane ho deciso da molto tempo di non rispondere
perche' ha superato ampiamente i limiti della buona educazione e dell'onesta' e
verita' intellettuale.
Al vecchio "grillo parlante" Alfonso Navarra, come  lui stesso si auto-
definisce, rispondo invece con affetto che le sue mezze misure buoniste non
avrebbero mai portato la liberta' in Sud Africa e in nessun paese al mondo. Non
si puo' stare insieme al carnefice e alla stuprata, non possiamo salvare
entrambi allo stesso tempo. Devo ristabilire la giustizia, la verita', impedire
allo stupratore di continuare a violare le sue vittime, togliergli la divisa,
il potere dall'alto del quale continua a torturare e sadicamente tormentare le
sue vittime. Dobbiamo dire a quel Presidente che non mette in galera i
torturarori ma li usa per i propri fini di potere, che deve andarsene da quel
Paese, andare da qualche stato amico dittatore come lui, che non e' degno di
governare il suo popolo.
Ghandi e' un punto di riferimento amato, lo e' stato anche per gli Attivisti
dell'African national Congress in Sud Africa. Ma ad un certo punto non si puo'
vivere e morire,  sotto la dittatura, non si puo' non lottare per garantire
almeno ai figli la liberta'. Io non so se potrei prendere e usare delle armi
contro altri esseri umani. Ma Ghandi scriveva anche lui che e' meglio questo
che restare inerti e quindi complici a fronte delle gravi ingiustizie.
Credo, lo ribadisco, che come pacifisti italiani dobbiamo fare del nostro
meglio per cercare di UNIRE l'opposizione in Siria.
Cosi' come e' stato unito il Comitato Nazionale di Liberazione contro il
fascismo e il nazismo: cristiani con comunisti, armati con nonviolenti.

I fiancheggiatori di Bashar al Assad chiedono  a noi italiani che sosteniamo
il DIALOGO tra regime siriano e opposizione?
Mi onoro di citare Nelson Mandela, il quale cosi' rispondeva a razzisti
bianchi che opprimevano  il suo popolo e che cercavano di piegarlo a negoziare
un finto accordo tutto a favore del regime in cambio della sua liberazione dal
carcere. E' una lezione di democrazia che vale la pena leggere!

"Solo un uomo libero puo'  negoziare. Rispondo al signor Botha che non posso e
non voglio impegnarmi finche' voi, popolo tutto, e io non saremo liberi. La
vostra liberta' e la mia sono indissociabili! Ma vi faccio una promessa: saro'
di ritorno fra voi, perche' presto saremo liberi!"

Auguri Siria, auguri popolo siriano per la liberta'.
Annalisa Roveroni

ps: su quanti/e non sanno scrivere e discutere onestamente e senza
intemperanze verbali, in questa lista: era tempo che venisse segnalato il
disturbo che essi/e arrecano agli altri e al civile scambio di opinioni,
causando percio' un deterioramento complessivo del livello di discussione.
Rimprovero a Marescotti di non essere mai intervenuto per mettere dei paletti
- come invece sta apprezzabilmente facendo Galbiati - forse preferisce una
rassicurante uniformita' di vedute ad un salutare conflitto intellettuale?
Sulle censure: ho sinceramente pensato  e penso di essere stata bersaglio di
censura da parte di Marescotti.  Galbiati scrive che non c'e' censura
preventiva, ma io ancora non mi spiego perche' i miei messaggi in alcuni
momenti piu' delicati non sono passati in lista. Ad ogni modo non mi sono auto
cancellata come alcuni/e avrebbero desiderato e anche personalmente preteso.
cordialmente

>----Messaggio originale----
>Da: humdrum2 at libero.it
>Data: 10/07/2012 1.12
>A: <pace at peacelink.it>
>Ogg: Re: [pace] lettera dalla siria
>
>Lorenzo, ho capito una cosa, ci sono provocatori che vogliono solo
>provocare. Ti accusano con il tuo nome di cose che non hai detto o fatto,
>non sono capace di chiedere scusa. Esiste una mobbing neanche sottile, con
>annessi insulti tipo "linguaggio marziano" da persone che si azzardano di
>chiamarsi "il dialogo", ma non sono chiamato alla buona educazione. ho
>notato settimane fa anche una specie di divieto di parlare di Siria! Ma,
>ovviamente, era visto da me come un meccanismo di togliermi di mezzo,
>siccome solo io non interveniva più (nemmeno rispondendo alle continue
>provocazioni) ma i provocatori erano liberi di continuare. Regole che sono
>fatte ma non rispettate... forse tenute in serbo. mentre insulti hanno la
>dignità di rimanere parte della "discussione". E io sono qui, aspettando
>l'atteso resoconto della manifestazione "con Assad". Ho visto filmati dei
>Brownshirts, dove il popolo siriano era definito come "ratti". Vorrei tanto
>sapere come si sta con i fascisti che credono che la permanenza del leader è
>il valore assoluto.
>
>-----Messaggio originale-----
>From: Davide Bertok
>Sent: Monday, July 09, 2012 11:48 PM
>To: pace at peacelink.it
>Subject: Re: R: R: [pace] lettera dalla siria
>
>Il 07/07/2012 2.34, lorenz.news at yahoo.it ha scritto:
>> Caro Davide, io ho chiesto delle scuse pubbliche a
>> Cosenza, e quindi non sto intasando niente e non sto insultando nessuno,
>> senza contare che sono un redattore di Peacelink e scrivo sulla tematica
>> pace e in assenza del moderatore mi sento in dovere di dire a tutti i
>> limiti
>> da non superare.
>
>Allora non ci capiamo!
>Se scivolate sul privato e vi scrivete con epiteti vari che non
>interessano a nessuno allora è meglio che proseguite fuori dalla lista.
>Non credo di parlare arabo, è il mio ultimo intervento sul tema, se non
>capisci non è un problema mio.
>
>Davide
>
>
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