R: [Bulk] [pace] Fwd: Risposta al commento su Appello Siria
- Subject: R: [Bulk] [pace] Fwd: Risposta al commento su Appello Siria
- From: <lorenz.news at yahoo.it>
- Date: Tue, 5 Jun 2012 08:14:28 +0200
“Secondo, non ci piace il fatto
che lei all'inizio ci definisca persone "ben intenzionate e che si
ritengono ben informate dei fatti". Noi non ci riteniamo persone ben
informate dei fatti. Lo siamo.” Abbiamo forse trovato la prova
dell’esistenza di Dio? Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it]
Per conto di Alberto Cacopardo Cari amici,
le inviamo la risposta alle sue osservazioni
sull'appello "Siria. Basta con il sostegno alla repressione" La ringraziamo per le sue osservazioni. "Caro Alberto Cacopardo, come promotori dell'appello "Siria - Basta con il
sostegno alla repressione", intendiamo rispondere, brevemente, a quanto da
lei scritto in rapporto all'appello stesso. Purtroppo non possiamo rispondere
punto per punto, non ne abbiamo il tempo. Dunque solo alcune generali considerazioni e qualche
precisazione. Primo, il promotore non è Amedeo Ricucci, da dove ha
preso questa informazione? Amedeo Ricucci è solo uno dei tanti firmatari,
l'abbiamo contattato noi dopo aver scritto l'appello. Secondo, non ci piace il fatto che lei all'inizio ci
definisca persone "ben intenzionate e che si ritengono ben informate dei
fatti". Noi non ci riteniamo persone ben informate dei fatti. Lo siamo.
Nella misura in cui qualcuno che si occupa da anni di un oggetto di ricerca, ha
accesso a tutte le fonti di informazioni possibili, segue da vicino lo svolgimento
delle vicende, deve essere ritenuto, non si ritiene, ben informato dei fatti.
Non pensiamo che quando si va da un medico specialista che dà una certa
diagnosi su una questione di cui esperto si dica "si ritiene ben
informato". Lo è, anche se poi può sbagliare nonostante questo certi
aspetti della diagnosi. Ma noi rifiutiamo categoricamente questo relativismo
secondo il quale ogni opinione sia da mettere sullo stesso piano e che non sia
possibile ricostruire la realtà dei fatti. Prova ne è che la stragrande
maggioranza di coloro che hanno reali contatti con il mondo arabo e gli eventi
in corso la pensa in linea di massima come noi. C'è una vera frattura a
sinistra tra i "ben informati" e i "mal informati" e questo
è purtroppo evidente. E infatti quando lei parla degli armamenti ai rivoltosi o
della questione Terzo, alcune delle sue critiche sono anche legittime
(altre appunto meno e fondate a nostro avviso su una scarsa conoscenza dei
fatti), ma il problema è sempre lo stesso: nonostante la complessità delle
vicende siriane, l'elemento cruciale sta nel dare solidarietà a chi in Siria
conduce sul terreno questa rivolta, per lo più ancora in modo pacifico.
Condannare il regime è il punto iniziale di qualunque discussione, poi si
possono discutere i dettagli e come risolvere la questione. È questo il punto
di partenza per cercare di influenzare in modo positivo gli eventi in corso,
rafforzando le componenti più autentiche e popolari della rivolta e isolando
altre tendenze come quelle interventiste o legate agli interessi del Golfo e così
via. Ma ancora una volta lei usa alcune argomentazioni, ripetiamo alcune delle
quali si possono discutere, per evitare di dare chiaramente questa solidarietà,
e questo ci sembra quell'errore imperdonabile di molti che si ritengono
"pacifisti" e "anti-imperialisti" (non tutti per fortuna).
Non dare solidarietà alla rivolta significa lavarsene le mani e, in ultima
analisi, appoggiare il regime e la sua repressione. Quarto, lei ci dice che non si capisce bene perché a
questo punto siamo contro l'intervento militare. Siamo contro l'intervento
militare perché siamo convinti che peggiorerebbe le cose. Semplicemente. Così
come siamo contro la militarizzazione della rivolta anche se, lo ripetiamo,
tale militarizzazione è una conseguenza, non la causa, della risposta violenta
da parte Quinto, sappiamo che esiste un gruppo "amici della
Siria". Ma lei dovrebbe sapere che si è formato tardissimo e che,
soprattutto, finora non ha prodotto nessun risultato tangibile. Noi siamo con
coloro che la rivoluzione la stanno facendo sul campo, molti di loro li
conosciamo personalmente. Ancora una La ringraziamo per l'attenzione e per le critiche Distinti Saluti Estella Carpi, PhD student, Elena Chiti, arabista e traduttrice Enrico De Angelis, PhD sulla comunicazione politica in
Siria e ricercatore presso il Cedej, Jolanda Guardi, Universitat Rovira i Virgili, Terragona,
Spagna. Caterina Pinto, arabista e traduttrice Lorenzo Trombetta, PhD sulla struttura |
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- Fwd: Risposta al commento su Appello Siria
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