La mia risposta all'appello siria, che condanna i pacifisti e solo le violenza di regime.



---Vi rispondo per punti.

 

maggio 28, 2012

 

Siria. Basta col sostegno alla repressione

Con questo appello ci dissociamo e condanniamo la posizione e il tipo di copertura mediatica che molti movimenti e testate giornalistiche italiane – da alcune d’ispirazione pacifista e anti-imperialista a quelle vicine ad alcuni ambienti cattolici o filo-israeliani – dimostrano nei confronti della rivoluzione in Siria.

 

--- Quali sono le testate giornalistiche di ispirazione pacifista e antimperialista a cui vi riferite? I nomi, grazie.

 

 

Molti di questi attori continuano a offrire un resoconto distorto degli eventi in corso, sostenendo che la rivolta è guidata dall’esterno, dunque non autentica, mettendone in dubbio il fondamento pacifico e sostenendo di fatto la brutale repressione da parte del regime di Bashar al Asad.

 

--- La rivolta armata ossia il Libero Esercito Siriano e il CNS sono guidati dall’esterno. Il CNS si è formato all’esterno della Siria, è guidato da un siriano francese che ha abbandonato il CSCD dopo aver avuto contatti con il Qatar. IL LES in pratica non esiste, è un insieme di formazioni, molte delle quali guidate dall’esterno e facenti capo a un generale residente in Truchia. La rivolta pacifica è un’altra cosa, è quella sostenuta dal CSCD, che ribadisce appunto quanto appena scritto da me, ossia che il CNS e il LES, ossia i sostenitori della rivolta armata sono in gran parte guidati dall’esterno. Non fare distinzione tra rivolta pacifica e rivolta armata è un atteggiamento mistificatorio.

 

Usano categorie che appartengono a una logica capovolta: diventa “laico” un regime clanico e che da decenni esercita il potere sfruttando le divisioni comunitarie; diventa “terrorismo” la resistenza a una repressione feroce del dissenso.

 

--- Il LES pratica il terrorismo verso i civili in vaste zone della Siria specie contro sciiti e cristiani, essendo in gran parte composto da sunniti. Peccato che siate disinformati. Il CNS è composto in gran parte dai Fratelli Musulmani. Il CSCD è un organismo democratico e laico.

 

In modo altrettanto grave, questi sostenitori del regime di Damasco ignorano o fanno finta di ignorare i numerosi e drammatici episodi di dissenso interno contro il regime degli al Asad da quarant’anni ad oggi, considerando nella loro analisi solo gli eventi post-15 marzo 2011.

 

--- Chi sarebbero i sostenitori del regime di Damasco?

 

I firmatari di questo appello sostengono che:

 

1)    La rivoluzione siriana è spontanea e di natura popolare, nata sulla scia delle altre rivolte arabe.

 

--- Questo all’inizio, quando Bhoran Ghoulium stava ancora con il CSCD. Poi con il LES e la formazione del CNS, la richiesta di invio di armi dall’estero e il loro arrivo, l’arrivo dei libici, l’arrivo di tecnici arabi e del Qatar e della Francia, la rivolta armata è diventata etero diretta.

 

2)    Il regime siriano è non solo corrotto, ma le politiche pseudo-liberiste che ha portato avanti negli ultimi anni hanno favorito le élites vicine agli al Asad, allargando drammaticamente la forbice tra ricchi e poveri: la rivoluzione nasce prima di tutto dalla richiesta di redistribuzione della ricchezza e di giustizia sociale.

 

--- Siamo d’accordo.

 

3)    Non esiste un complotto straniero contro il regime siriano che dalla fine della Guerra Fredda assicura invece stabilità alla regione – in particolare al Medio Oriente post-11/9 – ed è stato per anni un interlocutore importante per gli Stati Uniti.

 

-- Arabia e Qatar vogliono fare cadere quel regime e instaurare un regime islamico.

 

4)    Non è vero che ci sia una campagna mediatica contro il regime di Bashar al Asad. Pur ammettendo ingenuità o esagerazioni da parte dagli attivisti anti-regime, le fonti credibili esistono e sono numerose. La scelta di non lasciar lavorare liberamente i giornalisti nel Paese ricade completamente sul regime. Molti di coloro che affermano che le fonti degli attivisti siano false e artefatte, spesso non conoscono l’arabo e basano dunque le proprie valutazioni sulla lettura di fonti secondarie in lingue occidentali, tradendo uno dei principi fondamentali del giornalismo e della ricerca.

 

--- O siete ciechi o non avete gli strumenti per vedere quando è in atto una campagna mediatica contro un regime. Le notizie di stragi che sarebbero state opera del regime, diffuse senza conferma sono state in numero enorme da parte di giornali e tv. Ricordo solo le bufale dei bambini uccisi nelle incubatrici dal regime appena nati, del gas nervino a Homs, delle migliaia di profughi in esodo verso la Turchia e delle prime autobombe di Damasco (queste ultime opera da jihadisti o Alqaeda). Ad ascoltare il CNS se scoppiasse una autobomba sotto il palazzo di Assad sarebbe Assad a metterla. Inoltre, i guerriglieri del LES sono chiamati “attivisti” e vengono presi come cronisti di guerra. Questo da parte di quasi tutti i giornali e le tivù. Non si era mai visto che una parte armata in campo venisse usata come cronista di guerra da tv di stato e fatta passare per attivisti, parola che normalmente indica una persona che lotta con metodi nonviolenti per i diritti umani. Ma evidentemente voi non sapete cosa sia una guerra mediatica. Inoltre vengono sistematicamente nascoste tutte le stragi, le uccisioni, i rapimenti, le torture compiute dal LES. Prima si trovavano solo su internet, poi hanno cominciato a spuntare su alcuni giornali, in tv quasi nulla. Per inciso il CSCD denuncia questi crimini. Voi no, non ne fate parola. Potrei fornirvi decine di link.

 

5)    I principali valori in nome dei quali la rivoluzione è portata avanti non sono di natura strettamente religiosa: libertà, dignità, giustizia sociale, rispetto dei diritti umani, trasparenza nella politica. Pertanto la rivoluzione siriana non è un’insurrezione dei sunniti contro alawiti e cristiani, i quali spesso invece sono dissidenti ed attivisti e, per questo, ancora più perseguitati. È stato il regime che fin dall’inizio – confermando l’antica strategia del divide et impera – ha strumentalizzato le divisioni etnico-comunitarie ed evitato un autentico dialogo nazionale. Gruppi religiosi estremisti nell’ambito della rivolta esistono, ma rappresentano un’esigua minoranza.

 

--- Di nuovo non distinguete la rivolta pacifica da quella armata, il CSCD da CNS/LES

 

6)    La deriva militare della rivolta è il risultato della brutale repressione del regime contro un movimento rimasto pacifico per lunghi mesi e che continua a esser tale in numerose località e città. La tesi secondo cui i gruppi dell’Esercito libero siano pesantemente armati da potenze straniere contrasta in modo lampante con l’incapacità dei ribelli di sostenere confronti armati aperti con i governativi. Nonostante gli atti ingiustificati di violenza da parte dei ribelli armati, le differenze tra i due schieramenti sul piano dei crimini commessi sono enormi: i numeri contano.

 

--- La repressione a opera del regime della rivolta pacifica è stata brutale, ha favorito il fenomeno dei disertori e della insurrezione armata. Il LES è armato dall’estero, e lo sapete, che abbia meno armi pesanti dell’esercito è un altro conto. I numeri, se contano, non dovrebbero essere dati da una parte in guerra. La verità è che sapete anche voi la percentuale di soldati regolari uccisi dal Les è di varie migliaia, e ad essi si aggiungono i molti civili. Che le persone uccise dal regime, guerriglieri o civili, sian di più non significa che siano tanti di più: l’ordine di grandezza è sempre quello di qualche migliaia. Non parliamo quindi di un rapporto 1/1000, tra persone uccise dal Les e persone uccise dal regime, che sarebbe sì trascurabile, ma di un rapporto verosimilmente maggiore di 1/10, forse intorno a 1/5.

 

7)    Non siamo a favore di un intervento militare in Siria. La polemica intorno a questo punto, tuttavia, rappresenta un argomento inutile e strumentale, essendo evidente che nessuna potenza straniera occidentale sia intenzionata a intervenire militarmente a sostegno della rivoluzione.

 

--- Che nessuna potenza straniera sia intenzionata a intervenire, è da vedere. Siete a favore di che cosa? Non menzionate mai i rivoluzionari pacifici per distinguerli da quelli armati, quindi la vostra posizione è ambigua. Sembra solo essere contraria al pacifismo.

 

8)    Le considerazioni di tipo geopolitico sul futuro della Siria sono doverose, ma non possono servire da pretesto per un rimescolamento delle responsabilità e un capovolgimento di ruolo tra oppressore e oppresso. La condanna delle pratiche del regime e la solidarietà ai resistenti dovrebbero invece costituire la precondizione per discutere scenari futuri e negoziare le modalità di uscita dalla crisi.

 

---- La solidarietà a quali resistenti? A quelli armati o pacifici, al CNS o al CSCD? Possibile che non capiate che non si possono intorbidare così tanto le acque? Che il CNS e il Les premono per un intervento ONU e per far fallire il piano di Annan mentre il CSCD vuole farlo funzionare e non avere ingerenze esterne? La condanna delle pratiche di violenza, da parte di tutte le forze in campo, regime e Les, sono da condannare, sempre, specie se rivolte a colpire vittime civili. Questa è la precondizione per discutere dei futuri scenari politici. La condanna di una sola delle parti in campo armate equivale a sostenere i crimini dell’altra, che vi piaccia o no. E finché non ammettete anche i crimini del Les e dei rivoltosi armati, non ci sarà da negoziare nessuna uscita dalla crisi perché questo significa sostenere una parte armata che è il terrore per moltissime minoranze non sunnite in Siria, quelle che sono scappate da Homs, quelle cristiane che più volte hanno denunciato i loro crimini, e che pur di salvarsi la vita chiedono la presenza dell’esercito di Assad. Che si condannino le violenze, prima quella di regime, poi quella del LES e che poi si dia voce ai rivoluzionari armati come quelli del CSCD. Il vostro appello, così com’è, confonde le acque, sembra fermo a 6 mesi fa quando si negava ci fosse una opposizione armata che commette crimini, e si identificava tutta l’opposizione con una opposizione pacifica. E non permette di poter dare nessuno spunto, nessuna risposta, non indica nessuna via. Si limita a dare la colpa di tutto ad Assad. Una analisi sterile che pare avere come obiettivo unicamente un non ben precisato mondo pacifista.

 

Maggio 2012

 

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