Re: [pace] I: COMUNICATO SULLO SGOMBERO DELLA BAITA CLAREA DEL 27/02/2012‏




Val di Susa - Vajont: la stessa identica logica di devastazione del territorio, la stessa identica violenza di uno stato affarista contro le popolazioni inermi, la stessa identica complicità dell'informazione asservita ai poteri forti... a questo paese martoriato bisognerebbe urlare i 2000 morti del genocidio del Vajont (genocidio, come fu giustamente definito dall'unica voce di resistenza della compagna Merlin), piuttosto che l'ironia di un manifestante a un carabiniere meno violento forse di altri suoi colleghi.
Val di Susa - Vajont! Mezzo secolo di crimini contro le popolazioni e i territori di un'Italia martoriata dai soliti noti dei soliti regimi pseudodemocratici sostenuti da media nella migliore delle ipotesi idiotizzati (ma al 90% privi di qualsiasi forma di dignità intellettuale).

Randagio Clandestino.

Il giorno 01/mar/12, alle ore 08:33, valeria.sonda at alice.it ha scritto:



----Messaggio originale----
Da: venticinquenovembre1 at gmail.com
Data: 1-mar-2012 8.15
Ogg: COMUNICATO SULLO SGOMBERO DELLA BAITA CLAREA DEL 27/02/2012‏

Riceviamo e diffondiamo
con richiesta di ampia diffusione

Era nell’aria da giorni.

E stamattina, pochi minuti dopo le otto è arrivata la logica prosecuzione delle mire espansionistiche dei cantieri del TAV nella val Susa. Ci siamo trovati in pochi in baita circondati da centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa, che affollavano la val Clarea. La situazione sembrava apparentemente sotto il controllo delle guardie, quando inaspettatamente Luca, un attivista del movimento è riuscito ad eludere i controlli salendo sul traliccio dell’alta tensione vicino alla baita. Uno dei due agenti che lo rincorrevano, è salito immediatamente, con una fretta inusuale, sconsiderata e senza nessuna messa in sicurezza sul traliccio, mentre noi siamo tenuti a distanza, isolati di fronte alla porta della baita. In quel momento Luca in diretta con radio Blackout manifesta esplicitamente ed in modo incontrovertibile la sua intenzione di resistere allo sgombero. Preoccupati per il frettoloso inseguimento verticale a cui veniva sottoposto Luca, gridavamo alle forze dell’ordine di fermarsi. La risposta è stata: “Non vi preoccupate, siamo professionisti”.

Pochi secondi dopo, Luca costretto a salire più in alto, per sfuggire all’agente che lo insegue, viene folgorato da una scarica elettrica da 50.000 volt. Il suo corpo privo di sensi precipita al suolo da oltre 10 metri. Risuona nella mente il “morto” annunciato nei discorsi del capo della polizia Manganelli, e dell’ex ministro dell’interno Roberto Maroni. Mentre a noi, scioccati dall’episodio veniva impedito di avvicinarci, il tempo passava senza che a Luca fossero prestate le prime cure. Solo dopo oltre mezz’ora è arrivata l’ambulanza. Nonostante vi fosse una persona in grave pericolo di vita, ferita per terra, i lavori per l’allargamento del cantiere procedevano ininterrotti, dimostrazione evidente di quali siano le priorità dei rappresentanti dello stato e degli operai presenti sul posto: la TAV prima della vita umana. Nonostante le nostre insistenze parecchio tempo è trascorso prima che ad uno di noi venisse dato il permesso di avvicinarsi a Luca che dopo oltre un’ora veniva finalmente trasportato in elicottero all’ospedale. Scriviamo questo comunicato per informare su quanto accaduto realmente durante lo sgombero della baita Clarea, smentendo così le false ricostruzioni partorite dai media di regime insieme a tutte le voci che stanno girando in questi giorni. Non ci sono state trattative da parte nostra con le guardie per far scendere Luca, non sono stati usati lacrimogeni, nessuna corda di sicurezza era stata fissata dall’agente che seguiva Luca sul traliccio, non vi è stato nessun barricamento collettivo all’interno della baita. Solo nel pomeriggio ci è stato permesso di lasciare la baita, costringendoci ad assistere allo scempio della val Clarea e alla pantomima delle deposizioni: l’ennesimo “incidente” avvenuto per motivi di ordine pubblico…

L’esempio di Luca esprime quello che tutti noi abbiamo nel cuore, difendere questa terra a tutti i costi senza se e senza ma.

Il lampo che lo ha colpito rimarrà inciso nella nostra memoria per sempre insieme all’indifferenza dimostrata dagli operai e dagli agenti delle forze dell’ordine di fronte ad un fatto di tale gravità.

Ti abbracciamo Luca aspettando di vederti tornare al più presto a lottare sulle montagne a te e a noi così care.


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