R: [pace] Fwd: [assembleapermanente] Sulla Grecia silenzio rivoltante



Per quanto importantissimo e pur avendo collegamenti con la pace, questo argomento invito a dibatterlo nelle mailing liste dedicate.
Infatti non e' parte della policy della lista pace dedicata alle iniziative del movimento pacifista contro le guerre in corso e in previsione.

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From: Giampiero <wolffree at promotus.it>
Sender: pace-request at peacelink.it
Date: Mon, 13 Feb 2012 07:40:13 +0100
To: <pace at peacelink.it>
ReplyTo: pace at peacelink.it
Subject: [pace] Fwd: [assembleapermanente] Sulla Grecia silenzio rivoltante

sempre dalla m list non tav assembleapermanente
Ciao a tutti 
giampiero
insegnante elementare
http://bimbisvegli.wordpress.com/

Inizio messaggio inoltrato:

Da: "DAVI Luciano" <davi.luciano at alice.it>
Data: 12 febbraio 2012 19:48:45 GMT+01:00
Oggetto: [assembleapermanente] Sulla Grecia silenzio rivoltante

si chiama silenzio/assenso.

"Dovremmo ringraziare la Grecia. È l’Occidente che ha un debito nei suoi confronti. La filosofia, la democrazia, la tragedia. Si dimentica sempre il legame tra tragedia e democrazia…Tutto il mondo deve dei soldi alla Grecia oggi. Potrebbe domandare mille miliardi di diritti d’autore al mondo contemporaneo e sarebbe logico che le venissero dati".
Jean Luc Godard
Parigi 10 febbraio 2012

C’è qualcosa di tragicamente agghiacciante nel totale silenzio stampa da parte di personalità di governo e soprattutto importanti membri dei partiti storici della sinistra, rispetto alla tragedia greca che si sta consumando nel Mar Mediterraneo. E’ proprio il caso di cominciare a smascherare i dispositivi della perdurante costruzione di falso ideologico e ritornare dal Paradosso alla Consequenzialità Razionale, dal Surrealismo pubblicitario alla Realtà, e dalla Metafora sottesa alla Definizione del Senso.
E’ una tragedia greca.
Perché è una tragedia e lo sanno anche i bambini. E perché avviene in Grecia.
La “tragedia greca” si può trasformare da tragedia locale momentanea di una singola e specifica etnìa a Grande Metafora Europea, da Bucarest a Lisbona, passando per Roma e Madrid. La responsabilità politica, in toto, di investire ogni possibile goccia di intelligenza, energia e capacità di mediazione, per impedire che l’attuale “tragedia greca” si allarghi da realtà singola a metafora collettiva e allo stesso tempo per dare un immediato contributo reale “forte molto forte” alla Grecia, in modo tale da alleviare immediatamente il loro peso insostenibile e fare un salto repentino, almeno da tragedia a dramma, passando quindi da incubo a disagio, da disperazione a difficoltà, da perentorie scadenze a democratiche dilazioni, ebbene, tutto ciò, in questo momento, sta nelle mani degli esponenti della cosiddetta sinistra democratica europea.
E prima di tutto della sinistra italiana.
Da noi tacciono. Non parla neppure Nichi Vendola.
E’ la segreteria del PD che in questo momento ha il dovere di pretendere ed esigere da Mario Monti un’immediata e chiara presa di posizione dinanzi all’ultima azione di vero e autentico strozzinaggio da parte della BCE e della Germania nei confronti di un paese sull’orlo del fallimento. Tutti gongolano nel riempirsi la bocca con retoriche d’accatto sottolineando il fatto che finalmente “contiamo di nuovo in Europa”.
Bene. Prendiamolo per buono. Facciamo finta che sia vero.
Vogliamo toccarlo con mano. Il potere, nel suo esercizio comporta òneri ed onori.
Alla sinistra spetta l’ònere di assumersi la responsabilità di spingere Mario Monti a dimostrare che davvero contiamo come nazione e non soltanto come i soliti pezzenti, straccioni piccolo-borghesi che girano per il mondo con smanie narcisistiche svendendo la nazione e “fingendo” di essere ricchi, sempre a caccia di far bella figura con i parenti ricchi. Essere gente che conta vuol dire essere in grado di essere autorevoli. Vuol dire avere la possibilità di fare la voce grossa. Non vuol dire andare a fare i gagà bocconiani nei luoghi cult di Manhattan per ipnotizzare l’immaginario collettivo del paese. Ne abbiamo abbastanza di ipnotizzatori accattoni.
E’ l’ultima occasione da non perdere per dimostrare di essere “politicamente vivi”.
Pretendere ed esigere l’immediata presa d’atto che il continente europeo si trova dinanzi a una tragedia sociale collettiva che deve e può essere fermata, varando immediatamente una correzione dei dispositivi economici: dichiarazione d’intenti lunedì mattina di approvazione per l’atto di fondazione di eurobond, e immediata messa a disposizione dei fondi speciali finanziari della Bce NON per sostenere le banche bensì per rilanciare un piano di investimenti produttivi dando credito alle imprese nazionali che creano lavoro, prima di tutti la Grecia. Che alla fine della giornata di lunedì, Papademos firmi o non firmi è irrilevante.
L’intera sinistra democratica europea –e l’Italia con maggiori responsabilità delle altre- si assumerà le responsabilità storiche di essersi schierata dalla parte delle forze retrive e reazionarie e quindi finirà per situazionarsi al di fuori di una logica politica che appartiene alla tradizione della sinistra democratica. Non si tratta né di buonismo né di solidarietà gratuita e tantomeno di carità. Si tratta di intelligenza storica sociale perchè “LA GRECIA E’ UN BALLON D’ESSAI”.
Se passa la tragedia greca, non soltanto tutti noi avremo sulla coscienza l’inglorioso fallimento di una nazione che ci ha dato i natali e l’origine della grande civiltà europea che fu, ma dimostreremo all’oligarchia planetaria che hanno la opportunità di silenziare, avvilire, disossare e soprattutto espoliare (il loro unico fine dichiarato) qualunque nazione nella fascia mediterranea. Dopo la Grecia, toccherà immediatamente al Portogallo, poi alla Spagna, infine all’Italia e poi a tutte le nazioni adriatiche e dei balcani. Non fatevi illusioni e non fatevi incantare: non ci sarà manovra correttiva in grado di salvarci.
Quando nel 1936 gli intellettuali più vivi e attenti lanciarono il grido d’allarme in Europa “No pasaràn: morire a Madrid” spiegando che o si salvavano gli spagnoli dall’attacco del generale Francisco Franco oppure si sarebbe scatenata l’ira diddio in tutta l’Europa con l’affondamento del continente, stavano dicendo una verità sacrosanta che i fatti della Storia hanno poi confermato. Era il ballon d’essai di quell’epoca. Che provocò, di lì a breve, lo scoppio della seconda guerra mondiale che generò 40 milioni di morti in pochi anni disseminando morte, sofferenza e distruzione da Lisbona a Mosca, da Stoccolma a Palermo.
Se la sinistra italiana, domattina, quando Mario Monti sarà di nuovo a Roma disponibile a incontrarli, non userà tutta la propria forza di contrattazione a costo di minacciare il governo di togliergli l’appoggio, in cambio di una “richiesta legittima e immediata di un cambio di rotta nelle decisioni di politica economica della BCE”, ebbene, la sinistra democratica italiana avrà perso qualunque diritto di rappresentanza.
Avrà firmato e sancito il suicidio dell’Europa. Non solo.
Sarà soprattutto responsabile di aver consegnato la totale e definitiva leadership europea della gestione del disagio, dell’indignazione, del dissenso e della protesta, nelle mani dell’estrema destra sociale che avrà quindi –a quel punto con piena legittimità politica- il diritto di vantare una propria nobile autenticità di unica forza politica d’opposizione alla tragedia mediterranea voluta dall’oligarchia planetaria..
Tutta la stampa italiana, oggi, esalta il successo di Monti attribuendogli aggettivi enfatici ormai al limite di “meno male che Monti c’è” (mi induce a tristi memorie recenti). Non è vero niente.
The Guardian a Londra, Washington Post in Usa, El pais a Madrid, Spiegel in Germania, Les Echos in Francia, La naciòn a Buenos Aires, ci presentano un quadro molto diverso e parlano soltanto e soprattutto della Grecia, sottolineando due dichiarazioni di Monti, diffuse sabato 11 febbraio 2012 alle ore 4 del mattino ora italiana (le 22 a New York) dal canale finanziario CNBC (il più seguito in Usa) che definire preoccupanti per il suo equilibrio raziocinante è dir poco. La prima è stata “la crisi dell’Eurozona è quasi superata, il peggio è ormai alle spalle” (ma dove vive quest’uomo?) alla quale è seguita “La Grecia non andrà in default, si tratta soltanto di un dispositivo momentaneo che va carato, sul quale una stampa poco attenta sta montando un caso che non esiste” (???). Alla giornalista esterrefatta (considerata in Usa una delle più accreditate e attendibili firme del giornalismo finanziario-economico statunitense) Maria Bartiromo, la quale ha chiesto a Monti se l’Italia fosse pronta a reggere l’urto della imminente tragedia greca e si stesse preparando eventualmente a uscire dall’euro, il nostro primo ministro ha risposto: “Lei signorina corre troppo e parlando come sta facendo lei influenza i mercati. L’idea è pura fantascienza” e ha chiuso l’intervista andandosene via.
Essere accusati davanti a decine e decine di milioni di telespettatori di star violando la prima e basica legge del giornalismo cercando di influenzare gli investitori è stato considerato in Usa (tutti i colleghi solidali con lei) un insulto alla democrazia e alla libertà di stampa che ha finito per trasformare il personaggio dell’elegante bocconiano che parla un ottimo inglese nell’immagine di un vero e proprio dèspota tecnocrate, un “odiatore della libertà d’espressione” (così l’ha definito il prof. Noam Chomsky).
Agli americani non è andata giù.
Neanche a me va giù il totale silenzio complice della sinistra democratica italiana.
Lo trovo semplicemente rivoltante.

sabato 11 febbraio 2012
La Tragedia Greca incombe sull'Europa. Mentre Monti e la sinistra democratica tacciono.
di Sergio Di Cori Modigliani

 


Giampiero Monaca

LUPO Vagabondo
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