Se vedi sotto la tua stessa mail (puoi andare qui
sotto) puoi notare che al contrario di quanto affermi è indicato come
cancellarsi!
Ti evidenzio in rosso il rigo in questione che copio anche
subito:
----- Original Message -----
Sent: Wednesday, February 08, 2012 9:19
PM
Subject: Re: [pace] Libia e manipolazione
giornalistica
Egregio Direttore Marescotti,
le
mando un esempio di controinformazione originale prodotta da Civium
Libertas:
http://civiumlibertas.blogspot.com/2012/02/scene-di-gioia-e-amore-in-damasco.html
La
sua lista non contiene il classico e regolamentare pulsante di
autocancellazione (almeno io non lo vedo). La prego pertanto cortesemente di
predisporre la cessazione di ogni vostro invio. Dopo matura riflessione,
valuto la inutilità dei vostri invii ed il grave inconveniente di una preziosa
perdita di tempo da parte mia per visionare il vostro materiale, piuttosto
disordinati.
Con i migliori auguri di successo e buona
fortuna
Antonio Caracciolo
Il giorno 08 febbraio 2012 16:01, Alessandro Marescotti
<a.marescotti at peacelink.it>
ha scritto:
Interessante questa intervista
http://www.medarabnews.com/2012/02/03/il-controverso-ruolo-dei-media-nella-crisi-libica
Il
giornalista Rai Amedeo Ricucci ricorda come il regime di Gheddafi tentava di
manipolare l'informazione: "Ci facevano vedere gli effetti dei bombardamenti
della Nato, senza dirci se vi erano e quante erano le vittime civili, perché
quello libico è sempre stato un regime militare che ha sempre avuto un
pessimo rapporto con la stampa internazionale. Noi eravamo visti come
soggetti al soldo delle potenze occidentali, quindi come potenziali spie. Le
informazioni che ci venivano date erano fornite senza alcuna prova, né ci
era permesso circolare liberamente nella città di Tripoli. Le visite era
sempre guidate, e molti colleghi hanno abbandonato Tripoli in quanto era
praticamente impossibile svolgere il nostro lavoro".
Detto questo
pero' Ricucci aggiunge:
"Non che dalla parte dei ribelli si stesse
meglio. I colleghi che stavano a Bengasi, la città da dove è partita la
rivolta, fin dall’inizio sono stati soggetti alla stessa propaganda, con un
fattore negativo in più. Mentre noi che eravamo a Tripoli abbiamo
denunciato le ingerenze del regime, e denunciavamo di avere solo
informazioni preconfezionate, quelli che stavano dall’altra parte, a
Bengasi, hanno veicolato le informazioni che gli venivano date senza fare
alcun atto di coscienza e denunciare la verità. Sono state date alcune
notizie clamorose, come quelle di fosse comuni a Tripoli, tipo 50mila morti
nei primi giorni di ribellione, che erano totalmente infondate, ma comunque
sono state date. Comunque la stampa dei Paesi occidentali si è da subito
schierata con la ribellione ed ha passato come notizie le veline dei ribelli
. E non erano verità, erano bufale". www.peacelink.it
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