Libia e manipolazione giornalistica



Interessante questa intervista 

http://www.medarabnews.com/2012/02/03/il-controverso-ruolo-dei-media-nella-crisi-libica

Il giornalista Rai Amedeo Ricucci ricorda come il regime di Gheddafi tentava di manipolare l'informazione: "Ci facevano vedere gli effetti dei bombardamenti della Nato, senza dirci se vi erano e quante erano le vittime civili, perché quello libico è sempre stato un regime militare che ha sempre avuto un pessimo rapporto con la stampa internazionale. Noi eravamo visti come soggetti al soldo delle potenze occidentali, quindi come potenziali spie. Le informazioni che ci venivano date erano fornite senza alcuna prova, né ci era permesso circolare liberamente nella città di Tripoli. Le visite era sempre guidate, e molti colleghi hanno abbandonato Tripoli in quanto era praticamente impossibile svolgere il nostro lavoro". 

Detto questo pero' Ricucci aggiunge:

"Non che dalla parte dei ribelli si stesse meglio. I colleghi che stavano a Bengasi, la città da dove è partita la rivolta, fin dall’inizio sono stati soggetti alla stessa propaganda, con un fattore negativo in più. Mentre noi che eravamo a  Tripoli abbiamo denunciato le ingerenze del regime, e denunciavamo di avere solo informazioni preconfezionate, quelli che stavano dall’altra parte, a Bengasi, hanno veicolato le informazioni che gli venivano date senza fare alcun atto di coscienza e denunciare la verità. Sono state date alcune notizie clamorose, come quelle di fosse comuni a Tripoli, tipo 50mila morti nei primi giorni di ribellione, che erano totalmente infondate, ma comunque sono state date. Comunque la stampa dei Paesi occidentali si è da subito schierata con la ribellione ed ha passato come notizie le veline dei ribelli . E non erano verità, erano bufale".
www.peacelink.it