"Cermis, il pilota confessa" l'articolo sull'Espresso di Gianluca Di Feo, del 20/1/12 - Re: [pace] La tragedia del Cermis non è mai avvenuta




Non so se in questa lista è già passata la seguente notizia sul Cermis:
"Cermis, il pilota confessa" l'articolo sull'Espresso di Gianluca Di Feo, del 20/1/12


che fa riferimento ad un video del National Geographic, tradotto in italiano, durata 4m  7s:


L'ho letta solo oggi tramite la condivisione su Facebook da parte del Movimento Nonviolento.
Ciao Paolo Spunta (Bologna)


Il giorno 17/gen/2012, alle ore 08.29, Giampiero ha scritto:



Inizio messaggio inoltrato:

Da: "DAVI Luciano" <davi.luciano at alice.it>
Data: 16 gennaio 2012 21:22:58 GMT+01:00
Oggetto: [assembleapermanente] La tragedia del Cermis non è mai avvenuta

La tragedia del Cermis non è mai avvenuta

gennaio 14, 2012 di byebyeunclesam

L’aeronautica “cancella” il Cermis dal libro sui cento anni dell’aeroporto di Aviano, di Dario Furlan

Clamorosa lacuna: in 464 pagine nemmeno una riga per ricordare la tragedia del 1998 in cui morirono 20 persone

La tragedia del Cermis non è mai avvenuta. Almeno per il libro che celebra il secolo di attività dell’aeroporto “Pagliano e Gori” di Aviano in capo all’Aeronautica italiana, ma di fatto utilizzato dalla Base USAF. Già, perché in quel libro commemorativo non c’è traccia di quanto accaduto in quel febbraio del 1998 quando un velivolo militare USA decollò dalla Base di Aviano alla volta del Trentino dove urtò i cavi di una funivia provocando la caduta di una cabina con 20 civili a bordo, morti nell’impatto col suolo.
Il volume (edito dal locale Comando dell’Aeronautica Militare Italiana) è stato presentato in occasione del convegno (a invito) tenutosi lo scorso novembre. Si tratta di un’opera di grande rigore storico dove è narrato quanto accaduto durante il secolo di servizio dell’aerobase, aperta nel 1911. Un tomo di 464 pagine, pesante quasi 3 chili. Sfogliandolo, però, si scopre una lacuna clamorosa: manca la menzione (nemmeno una riga) della strage del Cermis.
Eppure sono citate tutte le operazioni che hanno visto protagonista l’aeroscalo pordenonese: dalla Prima Guerra Mondiale sino al recente intervento sulla Libia di Gheddafi, passando per i bombardamenti nell’ex Jugoslavia. Nel libro vengono citate (e a volte dettagliate) le tragedie dell’aria come la morte del pilota Mark McCarthy (schiantatosi nell’Adriatico con il suo cacciabombardiere F-16 nel 1995), dell’aviere Antoine Holt (Iraq 2004), dei sei elicotteristi precipitati sul Piave (2008) e di un altro paio periti in Kuwait nel 2003, tutti americani.
Nessuna traccia invece delle 20 persone (civili di varie nazionalità) cadute sul Cermis. Era il 3 febbraio del 1998 quando un velivolo EA-6B dei Marines decollò da Aviano alla volta del Trentino per una missione addestrativa, durante la quale l’equipaggio violò le regole di volo (come appurato e concluso dalla Commissione parlamentare d’inchiesta) finendo per tranciare i cavi di una funivia determinando lo sgancio di una cabina (20 persone a bordo) che cadde da un’altezza di 100 metri. Gli occupanti morirono all’impatto, stritolati fra le lamiere, mentre l’aereo rientrò «ferito» alla Base. Una tragedia entrata di diritto (e a caratteri cubitali) nella storia dell’aeroporto «Pagliano e Gori» di Aviano. Ma non sul volume commemorativo che l’ha cancellata.
«Si tratta di un libro – taglia corto l’ufficiale addetto alle pubbliche relazioni del Pagliano e Gori – di promozione dell’immagine dell’aeroporto». Nulla di più. Ma non è tutto. Il libro di fatto è introvabile. Gran parte delle copie stampate sono state donate ad amici, autorità, addetti ai lavori e militari in occasione del convegno di novembre in Base. La Provincia ha contribuito con 12 mila euro e dovrebbe dotare le biblioteche, ma sino ad ora non c’è traccia. Da una ricerca risulta invece che una copia si trova nella biblioteca civica di Godega di Sant’Urbano regalata, si presuppone, dalle grafiche De Bastiani che hanno stampato il volume pubblicato dalla Dario De Bastiani Editore di Vittorio Veneto.

Cermis 11 anni dopo

http://www.youtube.com/watch?v=YPNPe0ygjio&feature=player_embedded

http://byebyeunclesam.wordpress.com/2012/01/14/la-tragedia-del-cermis-non-e-mai-avvenuta/

Prima spara, poi fai domande. Parola di Marines
I militari americani vanno in guerra per liberare i popoli oppressi, non sono interessati al petrolio. Questo si sa. E se ti pisciano addosso dopo averti ammazzato come un cane non devi lamentarti. Non devi farlo neanche se ti torturano, ti arrestano o ti ammazzano senza un motivo. In fondo sono spinti dal desiderio di liberarti… e certe volte (vabbè, diciamo sempre) si lasciano andare a gesti sconsiderati come uccidere a sangue freddo donne e bambini. E la gente si incazza, chissà perché. Ma passiamo alla notizia.
Secondo un tribunale militare un marine statunitense ha ordinato ai suoi uomini di sparare prima e poi fare domande durante un raid in case irachene provocando la morte di 24 civili, in quello che sembra l’episodio più controverso della guerra.
Il tipo in questione, tale Frank Wuterich, è accusato di ben 9 capi di imputazione per omicidio volontario. Il 19 novembre 2005 ad Haditha, ingrati e poco riconoscenti iracheni fecero esplodere una bomba, spedendo al cospetto del diavolo un caro compagno di merende dell’eroe americano e ferendone due. Sconvolto ed incredulo di tale accoglienza il bravo soldatino ordinò di fare irruzione in un gruppo case distanti cento metri dall’esplosione, uccidendo 24 persone a distanza ravvicinata.
Nell’attacco tre donne, cui una con i suoi bambini che giacevano a letto vennero colpite a bruciapelo. In un’altra casa una coppia anziana intenta a pregare nel salotto venne falciata da una raffica di M-16. Ancora sconvolto per la perdita del suo valoroso compagno l’eroe Frank ed il suo eroico gruppo di marines lanciarono granate (come fossero caramelle) in un’altra casa, provocando l’esplosione di una bombola da cucina cancellando 8 persone, tra cui un bimbo di due anni e tre bambine. Altri due bambini furono feriti, scampando alla morte solo grazie ai parenti più anziani che fecero da scudo.
Frank, l'eroe marineLe autorità statunitensi provarono ad insabbiare l’episodio sostenendo che si trattava di morti nel fuoco incrociato degli insorti. Ma grazie alla rivista Time, che intervistò 29 testimoni oculari, il massacro di Haditha venne riaperto contestando il rapporto ufficiale. Gli avvocati dell’eroe sostengono che il loro cliente ha agito, anche se sconvolto dalla perdita del suo compagno di merende, secondo le regole di ingaggio.
Qualcuno dovrebbe spiegare a questi presunti avvocati che nella vita reale non valgono le regole di ingaggio della Play Station.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=pPCRNq_R22A

Avanti un altro, chi vuole essere liberato?

http://altranews.blogspot.com/2012/01/prima-spara-poi-fai-domande-parola-di.html