Re: [SPF:fail] Re: [pace] Partigiani e "disertori" siriani



Giovanna, guarda che siamo nel 2011, non nel 2001, correggi la data del tuo computer, grazie!

Il 01/01/2001 21.50, liberatigiovanna ha scritto:
Ad Annalisa, per quel che vale, va tutta la mia solidarietà.
Questo non significa che sia d'accordo su tutto, ma per favore
smettiamola di dare diplomi di pacifismo, il problema della lotta alla
tirannia interna, o anche ad un governo palesemente ingiusto ci deve
coinvolgere tutti o rischiamo di diventare acquiescenti all'ingiustizia
per evitare una eventuale ingerenza esterna.
Siamo o cerchiamo di essere nonviolenti ma, come chiaramente affermava
Gandhi, *"la nonviolenza senza lotta non è nulla".*
Affermiamo chiaramente che siamo contro eventuali attacchi armati alla
Siria come lo siamo stati per quelli all'Afghanistan, all'Iraq, alla
Libia. Ma questo non significa non lottare contro i massacri che già
avvengono in Siria a difesa delle migliaia di manifestanti che cercano
come possono di cambiare l'esistente.
Se qualcuno approfitta di tutto questo per voler perseguire i suoi
interessi in quella parte di Medio Oriente ci vedrà fermamente ad
opporci, ma ci opporremo anche a chi, col pretesto di evitare questo
rischio, giustificasse la repressione governativa.
Buon lavoro e tanta capacità di discernimento è il mio augurio per tutti
noi.
Luigi Mochi Sismondi (Associazione Chico Mendes di Roma)

    ----- Original Message -----
    *From:* a_roveroni at libero.it <mailto:a_roveroni at libero.it>
    *To:* pace at peacelink.it <mailto:pace at peacelink.it>
    *Sent:* Thursday, December 08, 2011 3:02 PM
    *Subject:* R: [pace] Partigiani e "disertori" siriani

    Cari amici/e di peacelink,

    penso che liste come questa siano importanti per lanciare petizioni
    e proposte ed e' proprio questo quello che sto facendo.
    Scrivere che io sostenga nei miei scritti la guerra o la guerriglia
    non e' corretto. Nei miei messaggi sostengo sempre una proposta
    politica di pace positiva che mi sta cuore da sempre e che mi fa
    sentire un po' erede - immensamente piu' modesta - di Bertha von
    Suttner, l'ispiratrice di Nobel per l'assegnazione di una parte del
    suo denaro guadagnato con l'invenzione della polvere da sparo a
    coloro che si distinguono in attivita' per la pace, la quale prima
    dello scoppio della prima guerra mondiale girava per tutta Europa
    cercando di persuadere attivisti e potenti sulla bonta' del progetto
    di costruzione di un ordine mondiale basato su diritti e istituzioni
    universali in grado di proteggere i popoli dalla guerra, soprusi e
    aggressioni.

    A chi ama la pace e vuole eliminare la guerra dalla storia , ma
    anche a coloro che sono allarmati per la continua distruzione
    dell'ecosistema. l'innalzamento della temperatura, la rapina delle
    risorse naturali non rinnovabili, così come a quanti denunciano la
    crescente ingerenza dell'economia finanziaria transnazionale nelle
    decisioni degli stati e delle democrazie liberali, dico oggi piu'
    che mai della necessita' di portare avanti la costruzione DAL BASSO
    del processo di internazionalizzazione dei diritti umani (perche' i
    diritti civili miei sono legati indissolubilmente a quelli dei
    popoli arabi, russo, cinese, africani, caro Sebastiano) e alla loro
    tutela universale attraverso organismi sovranazionali come la Corte
    penale internazionale e finalmente la predisposizione di una forza
    di polizia permanente delle Nazioni Unite democratizzate e dei
    popoli del mondo.
    Percio' facevo riferimento ad esempio al movimento che sta scrivendo
    il testo condiviso di una Costrituzione mondiale.
    Il testo
    (http://www.worldproblems.net/english/fec/constitution_federation_earth_eng_full_text.htm)
    e' stato rivisto durante l'Assemblea costituente mondiale tenutasi a
    Troia in Portogallo nel 1991 e sta circolando per il mondo
    raccogliendo ratifiche e proposte. Su questo argomento vedi anche:
    http://www.worldbeyondborders.org/chicagodraft.htm
    http://www.radford.edu/gmartin/Parliament%20history.htm)


    Sulla discussione con Alessandro sui Partigiani italiani, mi sembra
    assurdo per un pacifista (lo riconosci anche tu pero' lo fai) andare
    a richiamarsi al diritto di guerra , che come sai e' quello degli
    stati, e' il diritto umanitario scritto per rendere un po' meno
    brutale, selvaggia, la guerra che sempre tale pero' resta, secondo
    il quale sarebbe legittima solo la guerra contro gli occupanti
    stranieri! A prescindere dal fatto pacifico che non vorremmo mai la
    guerra, ed e' per questo che sostengo l'Onu e il processo di
    costruzione delle premesse istituzionali per la pace e la giustizia
    universale, come puoi scrivere che prima dell'8 settembre 1943
    "non vi e' stata insurrezione armata ma anzi (nei casi che ho
    studiato io) un tentativo di riappacificazione e riconciliazione con
    i fascisti. La Resistenza armata e' stata prima di tutto una
    reazione a un'invasione straniera, non di un attacco al regime
    fascista, che era crollato. ?

    A questo proposito, sulla questione del"Revisionismo storico sulla
    Resistenza, la negazione della guerra civile" Walter Pozzi scrive
    (Paginauno n. 6, febbraio - marzo 2008)
    http://www.rivistapaginauno.it/moratti.php

    "Oggi, all’inizio del ventunesimo secolo, il concetto di rivalità di
    classe in Italia è stato totalmente debellato, anche solo come
    ipotesi remota, grazie a un lungo processo di rimozione storica e a
    un massiccio bombardamento politico mediatico. Ed è un peccato,
    perché il solo osservare la storia di allora secondo l’antinomia
    ‘guerra di liberazione/guerra civile’, cercando di comprendere le
    ragioni di coloro che politicamente hanno bisogno di negare
    quest’ultima, aiuterebbe a comprendere con maggiore facilità gli
    sviluppi storici di tutto il dopoguerra, il risorgere della mafia e
    le sue connivenze con politica e altri apparati statali, l’amnistia
    a vantaggio dei fascisti (nei fatti, se non nelle intenzioni) a
    opera di Togliatti (1), gli eccidi perpetuati dal ministro degli
    interni Scelba dal ’45 al ’50, la nascita di associazioni segrete
    come Gladio e la loggia massonica P2, i tre tentativi di colpo di
    stato del ’64, del ’70 e del ’72, il ricorso al terrorismo nero nel
    decennio che va dal 1969 al 1979 da parte degli industriali
    (attraverso cospicui finanziamenti), la responsabilità di componenti
    dello Stato nell’organizzazione di varie stragi, piazza Fontana
    compresa, il compromesso storico e l’autoannullamento della sinistra
    sfociato nella formazione del Partito democratico, venduta come
    moderna evoluzione del socialismo. (...)".

    Ti racconto una storia gloriosa, le 5 Giornate della battaglia di
    Parma. Era l'agosto 1922 e Mussolini aveva messo in atto la Marcia
    su Roma e preso il potere.
    L'altra sera l'ho raccontata nel mio stentato francese ad una
    componente del gruppo di giovani parte della March to Athens che con
    le tende era accampato proprio "all'ombra del partigiano" in
    piazzale della Pace (ex piazzale della Pilotta). Ho spiegato come
    Parma si sia distinta in Italia per aver lottato con le armi e
    erigendo barricate contro l'avvento del regime; che tutta la citta'
    operaia (Oltretorrente) era in rivolta e che le squadracce mandate
    da tutte le citta' dell'Emilia e anche dal Veneto e dalla Lombardia,
    capeggiate adirittura da Italo Balbo, non sono riuscite ad avere la
    meglio della rivolta e che sono dovute fuggire dalla citta' in mano
    ai rivoltosi, poi messa sotto assedio dall'esercito del nuovo regime
    insediatosi al potere e aveva dovuto capitolare il successivo mese
    di Ottobre '22. Abbiamo finito la serata ballando e cantando Bella
    Ciao e altre canzoni rivoluzionarie in cerchio sul prato della
    Pilotta al suono della fisarmonica di un giovanissimo francese
    marciatore (vorrei precisare che la marcia si ispira a principi di
    non-violenza, vedete il sito ) .Qualcuno dira' che cosa c'entra
    questo con la Siria...

    In Siria, cari amici, LA GUERRA E' GIA' IN ATTO DA MESI per i
    dimostranti che ogni venerdi' si riuniscono a protestare contro il
    governo che vengono picchiati e uccisi senza alcuna pieta', per le
    citta' assediate, isolate, senza elettricita', gas, comunicazioni
    telefoniche e questo ancor prima che arrivassero le sanzioni della
    Lega Araba. Per i prigionieri politici la guerra E' LA GUERRA DEL
    REGIME CONTRO IL SUO POPOLO CHE CHIEDE LIBERTA' E DIRITTI. Poi
    arrivano tutti gli altri, con le loro armi, addestratori, petizioni,
    alleanze e sostenitori di questo e quello.

    Rispetto a questo film della tragedia annunciata purtroppo gia'
    visto da troppi anni, ho scritto:
    cari pacifisti, cari amici e amiche, compagni di un percorso che
    credo comune, che ne direste se invece di dire solo no
    all'intervento militare straniero, osservatori internazionali,
    trattative e dialogo, si cominciasse finalmente a chiedere
    l'attuazione della Carta dell'ONU, del capitolo VII mai realilzzato,
    una polizia internazionale sotto comando ONU? Che superi la NATO e
    le coalizioni militari tra gli Stati interessati geopoliticamente a
    soffiare sul fuoco? Che superi anche i CASCHI BLU che a Sebrenica ad
    esempio non hanno potuto ne' voluto impedire il massacro della
    popolazione civile perchè non avevano il "mandato" di usare le armi
    nelle loro regole di ingaggio, e che comunque dipendono sempre dalla
    benevolenza (o interesse) delle nazioni che di volta in volta
    acconsentono ad istituirle?

    Invece, sembra che preferiate puntare il dito, come fa il
    giornalista Paolo Sensini, in merito ai fatti della LIBIA, contro la
    “religione dei diritti umani” e l' “umanitarismo bombardatore”
    http://www.eurasia-rivista.org/12310/12310/ rischiando così spero
    involontariamente con il sostenere le ragioni statualiste del
    principio della sovranita' nazionale e di non intervento negli
    affari interni di uno stato, non importa se in questo preciso
    momento esso attui una repressione inumana contro le opposizioni.

    "Tra uccidere e morire c'è una terza via: vivere" faceva dire
    Christa Wolf a Cassandra. Tra il sostenere Assad o sostenere gli
    stati stranieri che vogliono la guerra per interessi strategici
    globali o regionali, io sostengo i diritti umani e le richieste di
    chi dimostra pacificamente ma anche dei disertori e necessita di una
    forma di protezione internazionale. Io voglio vivere il sogno che
    Anchise trasmise ai giovani: "come si sogna restando con i piedi per
    terra" !

    Buona giornata

    annalisa roveroni


    PS: Infine a Marinella Correggia che non crede che io abbia lottato
    contro le guerre del Golfo, rispondo (anche se e' spiacevole dover
    dimostrare il proprio attivismo pacifista quale legittimazione
    all'intervenire nella lista) brevemente che nel 91, durante la prima
    guerra, coordinavo la"" Rete di iniziative contro la guerra" della
    citta' di Padova, che si riuniva nella casa ecopacifista Arcobaleno.
    E che durante l'ultima guerra, quando gia' ero qui isolata per
    scelta tra le montagne dell'Appennino a fare agricoltura e
    ecovillaggi - spero - avevo mandato a Padova alla sede di Beati i
    costruttori di pace, la mia vecchia associazione di riferimento, il
    testo in inglese di una petizione alla Corte penale internazionale
    per la messa sotto accusa dell'Italia e della Coalizione, petizione
    che avevo scritto io stessa documentando le violazioni dei diritti
    umani e del diritto umanitario perpetrato in Iraq e in paticolare a
    Fallujia dalla coalizione internazionale e anche dai militari
    italiani, con l'uso contro i civili ad esempio di un'arma chimica
    vietata come il fosforo bianco, ma questa mia iniziativa non e'
    stata presa in considerazione da Albino e dalla segreteria di questa
    associazione, che non mi ha degnata neppure di una risposta scritta!
    Forse soltanto perchè ero lontana fisicamente, oppure perchè non e'
    possibile seguire tutte le giuste cause del mondo, e loro erano così
    impegnati in Africa!Ma mi dispiace molto doverlo dire e potete
    pensare che sofferenza solo ricordarlo...

     >----Messaggio originale----
     >Da: a.marescotti at peacelink.it
     >Data: 07/12/2011 18.35
     >A: "Lista pace Peacelink"<pace at peacelink.it>
     >Ogg: [pace] Partigiani e &quot;disertori&quot; siriani
     >
     >E' partito incompleto e per errore il messaggio precedente, in
    risposta ad Annalisa Roveroni.
     >
     >Volevo aggiungere che la paragonare la Resistenza partigiana alla
    rivolta armata siriana significa essere completamente fuori strada e
    non avere compreso nulla - ma proprio nulla - della storia del
    nazifascismo.
     >
     >Le azioni militari dei partigiani italiani (sia quelle di difesa
    sia quelle di attacco) erano una reazione a truppe occupanti e
    quindi pienamente legittima sul piano del diritto bellico.
     >
     >Sto parlando non di etica ma di legittimita' sul piano solo e
    strettamente della legittimita' del diritto di guerra (un argomento
    che non mi piace ma che ho studiato).
     >
     >Dire che i "partigiani siriani" fanno imboscate come le facevano i
    partigiani italiani e trarne gli elementi per fare analogie e' un
    pessimo approccio alla storia. L'insurrezione armata partigiana
    comincia infatti dopo l'8 settembre 1943, data dell'invasione delle
    truppe hitleriane in Italia. Prima non vi e' stata insurrezione
    armata ma anzi (nei casi che ho studiato io) un tentativo di
    riappacificazione e riconciliazione con i fascisti. La Resistenza
    armata e' stata prima di tutto una reazione a un'invasione
    straniera, non di un attacco al regime fascista, che era crollato.
     >
     >I fascisti repubblichini di Salo' venivano colpiti in quanto
    facevano da sostegno all'invasione nazista. Quindi il paragone con
    la Siria non regge in alcun modo.
     >
     >Oggi attaccare con lanciarazzi i palazzi del governo a Damasco non
    e' un'azione legale e non e' soprattutto un'azione che serva al
    negoziato e alla tutela dei diritti umani. E' solo una deriva armata
    che destabilizza le trattative. Le trattative si fanno con le
    tregue, non con i lanciarazzi e gli attacchi ai palazzi del potere.
     >
     >Una strategia di guerriglia in Siria puo' essere approvata dagli
    Stati Uniti o dalla Turchia. Ma non e' la strada adatta se vi vuole
    arrivare ad attivare un negoziato che porti alla cessazione delle
    violenze del regime (con osservatori internazionali indipendenti) e
    anche a libere elezioni (e possibilmente anche a consentire la guida
    delle auto alle donne nella democratica Arabia Saudita...).
     >
     >Il discorso e' cosi' semplice da capire che non lo afferra solo
    chi ha simpatia per la guerriglia e la soluzione armata (magari
    ricorrendo all'argomento elegante del "diritto di resistenza" del
    filosofo John Locke).
     >
     >Ma attenzione a non dare l'aureola della liberta' a questi
    guerriglieri siriani. Gia' abbiamo dato tren'anni fa l'aurelola
    della liberta' ai "partigiani" talebani afghani dotati di
    lanciamissili spalleggiabili Stinger pagati dalla Cia (gia'!) e
    addestrati in Gran Bretagna (gia'!).
     >
     >Anche allora abbiamo dovuto assistere ad assurde comparazioni e
    analogie fra le guerre sponsorizzate dalla Cia e la Resistenza al
    nazifascismo. E per anni dopo la sconfitta dei sovietici,
    l'Afghanistan e' stato il regno dei partigiani della liberta', un
    po' come oggi succede per la Libia.
     >
     >Ci hanno imbrogliato alla grande gia' allora, ma se allora
    avessimo fatto ,una discussione pubblica di questo tipo, io sarei
    stato attaccato duramente perche' non lodavo i valorosi partigiani
    talebani.
     >
     >Credo che la storia non insegni nulla se continuiamo cosi'.
     >
     >In Siria e' in atto una insurrezione armata con 15-20 mila uomini
    bene armati, riforniti dal confine della Turchia e che godono del
    sostegno degli Stati Uniti, come piu' volte in questa lista e' stato
    documentato, senza smentita. Del resto gli Usa e la Turchia non
    fanno alcun mistero che il loro obiettivo e' un cambio di regime da
    effettuare anche sostenendo la rivolta armata in atto.
     >
     >Se queste sono le premesse il negoziato e' semplicemente
    impossibile: l'unico sbocco e' una guerra simile alla Libia.
     >
     >E ogni discorso sui diritti umani e' "decorativo": lo sbocco e' la
    guerra.
     >
     >A noi in questa lista non sta bene che si percorra questa strada.
     >
     >Se a qualcuno sta bene che si arrivi alla guerra noi non lo
    vogliamo convincere a tutti i costi ma la lista pace non verra'
    ribattezzata guerra at peacelink.it o rivoluzione at peacelink.it o
    guerriglia at peacelink.it ne' peacelink ne creera' di simili.
     >
     >In questi anni per colpire Milosevic, poi Saddam, poi Bin Laden,
    poi Gheddafi, ogni volta si e' usato il paragone con Hitler. Bene:
    questa e' propaganda bellica, di cui la storia e' piena, ma non e'
    storia.
     >
     >La tragedia del nazifascismo e' unica.
     >
     >Fare accostamenti con i fatti attuali e' l'annichilimento della
    comprensione storica.
     >
     >Il terribile carico di dolore che ha provocato una guerra con 22
    milioni di morti militari e 48 milioni di vittime fra i civili non
    ha paragoni.
     >
     >Per cui fare paragoni fra la lotta al nazifascismo e la Siria (o
    la Libia, il Kosovo, ecc.) significa non avere il senso della
    storia, non capirne il senso e non farlo capire agli altri.
     >
     >Certamente il dolore di un solo torturato nelle carceri siriane
    non puo' essere passato sotto silenzio e grida giustizia.
     >
     >Ma non ne facciamone il pretesto per l'ennesima guerra
    sponsorizzata dagli Stati Uniti che hanno addestrato i torturatori
    di mezzo mondo nella propria Scuola delle Americhe. Oggi Fra Luis
    Vitale va a interrompoere le lezioni di questa scuola e lo
    arrestano. Nessuno ne parla. Non e' una notizia. Su PeaceLink
    mettiamo i resoconti degli arresti di questo francescano. Ma non
    suscitano ondate di indignazione. Come non suscitava ondate di
    indignazione Gheddafi quando faceva torturare i prigionieri di
    alQaida che Usa e GB passavano per evitare di infrangere le leggi
    nazionali.
     >
     >Scusa Annalisa, ma questa ipocrisia della "storia dimenticata" e'
    uno schiaffo all'intelligenza di tutti noi.
     >
     >Alessandro
     >www.peacelink.it
     >
     >--
     >Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink.
     >Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI:
    http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
     >Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/pace
     >Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace
     >Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
     >http://web.peacelink.it/policy.html
     >
     >