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Ormai è guerra sporca contro la Siria
- Subject: Ormai è guerra sporca contro la Siria
- From: marta turilli <martaturilli at yahoo.it>
- Date: Thu, 15 Dec 2011 13:59:34 +0000 (GMT)
Ormai è "guerra sporca" contro la Siria
A Tunisi si riuniscono gli “oppositori” ad Assad. A Daraa uccisi dai
miliziani 27 soldati e poliziotti. Sul campo centinaia di combattenti
addestrati da Usa e Nato. Fiumi di armi arrivano dall’estero. Ormai è
una guerra sporca, con molti zampini dietro. Piccolo dossier con i servizi di
Nena News, Sole 24 Ore, Global Research
di Sergio Cararo*
Il Consiglio nazionale siriano (Cns), che rappresenta diverse forze
dell'opposizione al regime del presidente siriano Bashar al-Assad, si
riunirà domani sera a Tunisi per il suo primo congresso. Lo ha
annunciato all’agenzia Adn/Kronos un esponente del Cns, Abdallah
al-Turkmani, il quale ha precisato che l'evento si aprirà venerdì sera
in presenza del nostro leader, Burhan Ghalioun, del presidente tunisino,
Moncef Marzouqi, e di circa 200 membri del Cns provenienti dalla Siria e
da altri Paesi, oltre a un certo numero di ospiti e di “attivisti per i
diritti umani”. Turkmani ha sottolineato che «il 17 e il 18 dicembre si
svolgeranno riunioni a porte chiuse, che si concluderanno con una
conferenza stampa lunedì mattina». Tra gli argomenti in agenda, «la
presentazione e il varo del programma politico del Cns, la presa in
esame di una serie di documenti e delle relazioni delle commissioni
speciali». Il Cns è stato creato tre mesi fa in Turchia e riunisce parte
delle forze che si oppongono al governo di Damasco.
In Siria
intanto è di 27 morti tra soldati dell'esercito regolare siriano e forze
di sicurezza il bilancio di un attacco sferrato all'alba da alcuni
gruppi di miliziani armati anti-Assad (tra cui ci sono circa 600
miliziani libici del Cnt) nella provincia di Daraa, nel sud della Siria.
Lo ha riferito una nota degli attivisti dell'Osservatorio siriano per i
diritti umani. Secondo l'organizzazione che ha sede a Londra, i
miliziani hanno attaccato le forze lealiste in due zone di Daraa, città
da cui è partita la rivolta contro il presidente Bashar al-Assad, e a un
checkpoint fuori città. Viene intanto confermato che truppe americane e
della Nato stanno addestrando le milizie dell'opposizione siriana al
presidente Bashar al-Assad nella citta' di Hakkari, nel sud est della
Turchia, vicino al confine siriano. E' quanto ha svelato un'ex impiegata
dell'Fbi, Sibel Edmonds, citando fonti turche e statunitensi. Secondo
quanto riporta il quotidiano turco 'Milliyet', per la Edmonds
l'addestramento dei ribelli siriani, che sotto il colonnello disertore
Riad al-Assad hanno formato l'Esercito siriano libero, è iniziato a
maggio. La Edmonds ha quindi aggiunto che gli Stati Uniti sono coinvolti
nel traffico di armi verso la Siria dalla base militare di Incirlik in
Turchia. Washington, ha aggiunto, provvede anche a fornire un supporto
finanziario ai ribelli impegnati a rovesciare l'attuale regime di
Damasco.
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Dal Libano, intenso traffico di armi per i siriani (di Giorgia Grifoni/Nena News)
Nonostante
i controlli, il confine nord-orientale tra i due paesi rimane il
terreno d'elezione per un affare sempre più redditizio. Un contrabbando
che bypassa le affiliazioni politiche in favore del denaro.
Iraq,
Turchia, Libano. In Siria, le armi destinate agli oppositori del regime
di Assad, entrano da tre lati su quattro. Tra il contrabbando di
sigarette, generi di prima necessità e carburante, quello di
Kalashnikov, M16 e RPG è sicuramente il più redditizio per i villaggi
frontalieri libanesi, turchi o iracheni, popolati in gran parte da
siriani. Non sono solo le armi a varcare il confine: secondo le
confessioni di un trafficante libanese intervistato dalla BBC, assieme
ai kalashnikov prenderebbero la via di Homs anche gruppi di salafiti,
pronti a combattere accanto ai ribelli sunniti contro le forze
governative. Ma in Libano, diviso come non mai sul calderone siriano tra
affiliazioni di vecchia data e incubi dell’occupazione passata, non
tutto può il settarismo politico. Soprattutto, non contro il denaro.
I
prezzi delle armi sono lievitati a cifre folli, nel Paese dei cedri: da
marzo a settembre, si stima che siano aumentati del 75%. Per un
kalashnikov, si può spendere dai 1500 ai 2000 dollari, mentre un RPG
costa circa 2500 dollari. Poco, se paragonato ai 5000 dollari (inclusi
due razzi, però) che chiedono i trafficanti iracheni o turchi. Una
pallottola per un M16 in Libano costa 1,5 dollari, in Turchia e in Iraq
2. "Stiamo parlando di kalashnikov – spiega Moe Ali, giornalista di
Beirut – che fino a cinque anni fa costavano 100 dollari. Persino
durante gli scontri di Maggio 2008 i prezzi erano scesi da 800 a 600
dollari, e non c’era domanda semplicemente perché Hezbollah e Amal
controllavano il mercato".
E’ il confine nord-orientale del paese,
quello più battuto dai traffici di armi diretti in Siria. Da una parte
la valle della Beqaa, roccaforte sciita nel nord del paese, da un altro
l’Akkar, regione quasi completamente sunnita oltre Tripoli. Proprio qui
sono concentrati tre dei quattro valichi di frontiera tra Siria e
Libano, quelli che conducono a Homs e Hama. Zone in cui per decenni le
autorità siriane si sono rifiutate di demarcare il confine
internazionale con il Libano, rendendole delle No man’s land che sono
servite a rafforzare la presenza militare siriana negli anni
dell’occupazione del piccolo vicino (1976-2005) con ingressi di truppe,
check-points e contrabbando, tra gli altri, di hashish libanese
coltivato alle falde del monte Hermel. Circa un mese fa l’esercito
siriano ha però minato un tratto di frontiera con il Libano,
precisamente quello di Wadi Khaled, all’angolo nord-orientale del Paese
dei cedri: sicuramente non un gesto di riconoscimento della sovranità
del Libano, ma piuttosto una difesa contro l’inondazione di armi e il
passaggio dei ribelli siriani in territorio libanese. Nella Beqaa,
invece, sembra che i traffici siano in netta diminuzione, stando alle
parole di un trafficante libanese intervistato dal quotidiano al-Akhbar .
Beirut ne attribuisce il merito alla presenza dell’esercito, dispiegato
alcune settimane fa a guardia del confine. Ma se i traffici nell’Akkar
sunnita continuano, sul versante sciita potrebbero essere stati
interrotti dall’alto.
"Tutti in Libano – continua Moe Ali- vendono
armi ai ribelli siriani per ragioni più forti dell’affiliazione
politica o settaria. Lo fanno per soldi, non tenendo conto di chi siano i
destinatari". Una versione confermata anche dal trafficante libanese
intervistato, perché vendono quasi tutti: dalle Forze Libanesi al
Movimento del Futuro (coalizione 14 marzo, anti-siriani), da Amal al
Partito Nazionale Sociale Siriano e addirittura al partito Baath (tutti e
tre della coalizione 8 Marzo, filo-siriani). Ovviamente nell’Akkar si
vendono armi ai ribelli siriani anche per ragioni ideologiche: armi che
spesso sono finanziate dall’Arabia Saudita e dai paesi del Golfo tramite
Hariri. Ma nelle zone dove Hezbollah è preponderante, lo si fa
soprattutto per fame. "Ovviamente sono i singoli a vendere – conclude
Moe Ali- e i membri dei partiti alleati di Hezbollah nel Nord stanno
vendendo le armi che erano state loro distribuite per difendersi solo
perché pra è un business redditizio in una fase di grande instabilità
economica. La vita è diventata così cara in Libano che per la maggior
parte delle persone è dura arrivare al giorno dopo".
Da: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
A: Lista pace Peacelink <pace at peacelink.it>
Inviato: Giovedì 15 Dicembre 2011 13:53
Oggetto: [pace] Siria, ecco l'insurrezione armata eterodiretta che molti non vedono
In Siria è di 27 morti tra soldati dell'esercito regolare siriano e forze di sicurezza il bilancio di un attacco sferrato all'alba da alcuni gruppi di miliziani armati anti-Assad (tra cui ci sono circa 600 miliziani libici del Cnt) nella provincia di Daraa, nel sud della Siria. Lo ha riferito una nota degli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo l'organizzazione che ha sede a Londra, i miliziani hanno attaccato le forze lealiste in due zone di Daraa, città da cui è partita la rivolta contro il presidente Bashar al-Assad, e a un checkpoint fuori città. Viene intanto confermato che truppe americane e della Nato stanno addestrando le milizie dell'opposizione siriana al presidente Bashar al-Assad nella citta' di Hakkari, nel sud est della Turchia, vicino al confine siriano. E' quanto ha svelato un'ex impiegata dell'Fbi, Sibel Edmonds, citando fonti turche e statunitensi. Secondo quanto riporta il quotidiano turco 'Milliyet', per la Edmonds l'addestramen!
to dei ribelli siriani, che sotto il colonnello disertore Riad al-Assad hanno formato l'Esercito siriano libero, è iniziato a maggio. La Edmonds ha quindi aggiunto che gli Stati Uniti sono coinvolti nel traffico di armi verso la Siria dalla base militare di Incirlik in Turchia. Washington, ha aggiunto, provvede anche a fornire un supporto finanziario ai ribelli impegnati a rovesciare l'attuale regime di Damasco.
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Fonti
Nena news, Sole 24 ore, Global Research
www.peacelink.it
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Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/pace
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http://web.peacelink.it/policy.html
- References:
- Siria, ecco l'insurrezione armata eterodiretta che molti non vedono
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
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