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"Non attaccate l'esercito siriano". Non lo dice l'Osservatorio Iraq ma il CNS, ossia il raggruppamento degli oppositori al regime siriano
- Subject: "Non attaccate l'esercito siriano". Non lo dice l'Osservatorio Iraq ma il CNS, ossia il raggruppamento degli oppositori al regime siriano
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Thu, 24 Nov 2011 02:17:10 +0100
Ho già parlato dell'ambigua informazione fornita dall'Osservatorio
Iraq sulla Siria http://lists.peacelink.it/pace/2011/11/msg00258.html Questo Osservatorio, nato da una costola di un'associazione pacifista, non ha condannato chiaramente le azioni aggressive e provocatorie della frangia armata costituita dall'Esercito Siriano Libero (ESL), che ha causato molti morti attaccando i soldati siriani. Quelli dell'ESL sono stati attacchi deliberati, destabilizzanti e appoggati dalla Turchia. Non si trattava di azioni difensive ma di un vero e proprio tentativo di rovesciare il regime con la forza. A condannare queste azioni ci ha pensato il Consiglio Nazionale Siriano, che ha chiesto la fine di queste "azioni offensive". Leggete qui... Che l'Esercito Siriano Libero stesse superado ogni limite di presentabilità internazionale lo ha quindi detto persino il principale raggruppamento degli oppositori ma non l'Osservatorio Iraq su cui abbiamo potuto leggere invece che "la morte di Gheddafi ha portato tanta speranza". Se non fosse per questa chiarificazione, poteva andare avanti la storia di infinite giustificazioni alla violenza necessaria, alla legittima difesa e via discorrendo. Diciamolo chiaramente: quello che sta avvenendo in Siria è un tentativo di colpo di stato. Si badi bene che i colpi di stato non sono effettuati solo da militari contro governi civili e democratici. La storia dell'Africa è densa di colpi di stato di militari per rovesciare regimi militari e autoritari. Tra il 1952 e il 2000 trentatré paesi hanno subito 85 deposizioni del genere. L'Africa occidentale ne ha visti la maggior parte (42), di cui la maggioranza contro regimi civili; 27 sono stati contro i regimi militari (fonte: Wikipedia). Enrica Garzilli su Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/19/siria-continua-la-rivolta-contro-il-regime-con-lappoggio-di-usa-e-turchia/120069) spiega bene come è inizata questa storia di destabilizzazione in Siria, e lo ha fatto citando il pensiero di un generale americano ben informato come Wesley K. Clark: "Secondo il generale in pensione Wesley K. Clark l’obiettivo degli Stati Uniti è da almeno dieci anni quello di destabilizzare la Siria, insieme all’Iraq, il Libano, la Libia, l’Iran, la Somalia e il Sudan, per attuare un cambio di regime realizzato attraverso il sostegno dell’insurrezione armata e della milizia islamica. I rapporti sulle vittime civili servirebbero da pretesto e da giustificazione per un intervento armato, seguendo il principio della “responsabilità di proteggere”, una nuova norma di sicurezza internazionale per prevenire, e se necessario fermare, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, i genocidi e la pulizia etnica. Il movimento di protesta di Daraa iniziato il 18 marzo scorso non sarebbe quindi solo genuinamente animato da cittadini e attivisti che richiedono maggiore libertà, democrazia e un freno alla ricca oligarchia al potere, ma anche da gruppi di infiltrati armati al soldo dello spionaggio occidentale e, forse, anche saudita. Lo scopo sarebbe quello di creare delle emergenze umanitarie per giustificare un intervento armato da parte dell’amministrazione statunitense e i suoi alleati".Più chiaro di così... |
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