Scusate, ma non vedo proprio cosa ci possa entrare
il Procuratore della Repubblica di Roma con una violazione della Costituzione,
per la quale non è prevista proprio alcuna "denuncia" da parte di cittadini, né
alcun intervento delle procure. Il problema di come perseguire le violazioni
dell'art. 11 è stato discusso da anni, ma per ora, che io sappia, nessuno
ha trovato una soluzione.
Aggiungo quanto al punto 5) di Marinella, che né
Russia né Cina avrebbero mai potuto rimuovere il "mandato Onu alla Nato" (che
non era un mandato alla Nato) senza il consenso degli Stati Uniti.
Se c'è un'azione che si possa fare adesso con
qualche probabilità di efficacia è premere sul Procuratore del Tribunale Penale
Internazionale dell'Aia Luis Moreno Ocampo perché, in base al mandato della
risoluzione 2016 del 27 ottobre, e in base alle dichiarazioni del portavoce del
CNT Ghoga lo stesso giorno, agisca contro i responsabili di tutti i crimini di
guerra commessi dagli insorti, cosa, questa sì, che è giuridicamente più che
praticabile.
Torno a ripetere che la risoluzione 2016 ha creato
una situazione giuridica del tutto nuova in base alla quale il perseguimento di
quei crimini è diventato tecnicamente possibile. Se mai nascesse una rete per la
verità sulla Libia, questa è la prima cosa di cui dovrebbe
occuparsi.
E torno ad allegare il link all'analisi di quella
risoluzione, invitando gli interessati a guardarla, dato che nessuno sembra
essersi ancora accorto della sua importanza a questo scopo.
Il perseguimento dei crimini in Libia è una
questione molto seria,in cui tutti ci dovremmo sentire coinvolti. Pochi hanno
notato, per esempio, che la Croce Rossa ha dichiarato di aver scoperto a Sirte
267 cadaveri di gheddafisti uccisi dopo la cattura. Questa sì che è una fossa
comune... Insisto peraltro che, sebbene sia altamente probabile che i
crimini degli insorti siano più gravi di quelli dei gheddafisti, l'ultima cosa
da fare è fingere che questi ultimi non ne abbiano commessi. Il problema è
semmai che i responsabili sarà difficile trovarli in vita.
alberto cacopardo
----- Original Message -----
Sent: Monday, October 31, 2011 11:05
AM
Subject: Re: [pace] Impegno sulla Libia,
1), 2), 3), 4), 5) (scusate se è lungo)
per non impazzire con le firme mi pare basti fare
copia della identica denuncia e spedirla ognuno con la propria firma per
raccomandata con rr allo stesso indirizzo (Proc. Rep di Roma, meglio se con il
nome del Proc. o di un vice Proc.)
michele
----- Original Message -----
Sent: Monday, October 31, 2011 10:20
AM
Subject: [pace] Impegno sulla Libia,
1), 2), 3), 4), 5) (scusate se è lungo)
Vi scrivo mentre troppo tardi le
"organizzazioni per i diritti umani" scoprono le schifezze dei nuovi padroni
della Libia, dopo NON aver condannato per mesi la NATO. ieri Human
Rights Watch ha divulgato un rapporto sulla pulizia etnica fatta
dai nuovi padroni della Libia a danni di un'intera città di neri, Tawergha,
tuttri deportati e derubati e malmenati quando non uccisi, un genocidio
che quando venne fuori dal Wall Street Journal (!) a giugno non se la
filò nessuno salvo i neri d'America).
1) Spero che l'avvocato al quale ho chiesto di
scrivere la nostra denuncia (di cittidini italiani) per violazione
dell'art. 11 mi risponda presto! Vi dirò, bisgna anche capire come
raccogliere le firme dei denuncianti.
2) Ho riagganciato i rapporti con avvocatesse
libiche dei Comitati popolari incontrate a Tripoli agli inizi di
agosto quando stavano mettendo insieme i files sui crimini di guerra
della Nato. Adesso con Sirtte e le ultime stragi se ne sono aggiunti molti
altri. Per un po', cioè in settembre e ottobre, sono state zitte
rischiando la vita o il carcere, ma con coperura internazionale possono
riprendere credo. Loro vanno aiutate per una causa internazionale contro la
Nato e il Cnt. Se mai riuscirò ad avere il visto (ma visto quel che ho
scritto e fatto negli ultimi sette mesi e visto il mio visto precedente,
sarà ben difficile a meno che non siano distratti) andrò ad aiutarle. C'è in
Libia anche un avvocato statunitense allo stesso scopo. Inoltrre si sta
contattando la Croce rossa internazionale per la protezione di alcune
persone davvero a rischio di vita, come il dr. Dorda, che apparteneva al
passato regime e che non ha voluto dignitosamente abiurare e per questo dopo
essere stato catturato (a casa sua) e ferito, è imprigionato e i parenti
temono per la sua vita. Di casi così, di sparizioni, ce ne sono a
bizzeffe. La Libia è ormai un campo di
sterminio. Che dice chi qui "da sinistra" e "dai movimenti"
inneggiava ai "liberatori alleati della Nato" (già un ossimoro, un
movimento di liberazione che vince grazie alla Nato)?
3) Spero che con i paesi che hanno contrastato
questa guerra (tutti NON occidentali) e con i movimenti popolari di quei
paesi e con i pochi soggetti che si sono opposti alla guerra qui nel Nord
globale, si riuscirà a fare una Rete per la verità sulla Libia e contro le
guerre occidentali. Vi terrò al corrente.
4) Cerchiamo di evitare che non succeda
la stessa cosa in Siria (avete visto che gli oppositori cominciano a
chiedere la no-fly zone e i media mostrano in tutta evidenza i loro
cartelli? Se la nato non interverrà è solo perché - come ha scritto Debka
files - in Libia hanno fatto molti errori militari). Mi parrebbe buono
coinvolgere delle entità religiose in una specie di azione di mediazione.
C'era un'intervista a mère Angès de la Croix, una monaca che vive
là...Qualcuno ha dei contatti?
5) Rincrescimento. Nel rimuginare su quel che si
sarebbe potuto fare e non ci è venuto in mnte di fare, ho pensato che la
campagna inventata da alcuni di noi sugli stati non belligeranti che
sedevano al consiglio di Sicurezza era una buona idea ma anzoiché con
email andava declinata in maniera tosta: sciopero della fame (anche di
pochissimi) davanti alle ambasciate di Russia e Cina in vari paesi affinché
rimuovessero il mandato Onu alla Nato. Avremmo così appoggiato dal basso, in
pochi ma con forza l'azione all'Onu (purtroppo non come membri del Consiglio
di Sicurezza) di altri paesi pacifici come quelli dell'Alba, che invece NON
avevano riscontri da parte dei popoli del Nord.
Ma del senno di poi son piene le fosse (di cadaveri
di guerra)
Marinella Correggia
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