scontri buoni e istruttivi per Parlato
- Subject: scontri buoni e istruttivi per Parlato
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- Date: Mon, 17 Oct 2011 13:16:38 +0200 (CEST)
DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA - TOUR ANTINUCLEARE 2011
Dopo il post, riportato qui in chiusura, che ha divulgato in anticipo il segreto di Pulcinella, cioé che a Roma, il 15 ottobre, ci sarebbe stata la "guerriglia urbana" (che è andata al di là di quanto avevano programmato gli "antagonisti" in quanto è scattato un piano governativo di provocazione), ora mi permetto di evidenziare un editoriale di Valentino Parlato, in prima pagina del "Manifesto" di domenica.
Questo editoriale, a mio modesto parere, testimonia come in Italia i vecchi ideologismi nutrano una subcultura "sinistrata" che è ambigua e retrograda rispetto alla questione violenza-nonviolenza.
Ripeto ed insisto: siamo proprio messi male, qui in Italia!
Ecco quanto scrive Parlato (e meno male che le sue parole sembra siano sfuggite alla grande stampa cui forse erano indirizzate per sollevare il solito dibattito-polverone):
"A Roma ci sono stati anche scontri e manifestazioni di violenza... con gli indici di disoccupazione giovanile ai vertici storici era inevitabile che ci fossero. Aggiungerei: è bene, istruttivo che ci siano stati. Sono segni dell'urgenza di uscire da un presente che è la continuazione di un passato non ripetibile".
Sullo stesso "Manifesto" di domenica troviamo la cronaca della manifestazione avvenuta in un Paese in cui la disoccupazione giovanile è almeno doppia rispetto all'Italia:
"Una manifestazione enorme, pacifica, allegra. Il centro di Madrid è un fiume di persone di ogni età, alimentato da sei affluenti che hanno attraversato l'intera città partendo dalle periferie... Cinque mesi dopo quel 15 maggio, la sensazione che si stia scrivendo un'altra pagina di storia è palpabile. E l'orgoglio degli indignados madrileni pienamente giustificato."
Poveri spagnoli che non hanno incendiato cassonetti, che non hanno lasciato "segni dell'urgenza di uscire dal presente", vero Parlato?
E poveri americani, tedeschi, olandesi, eccetera, eccetera, che in tutto il mondo hanno protestato, esprimendo la loro civile e "densa" indignazione, senza fare casino inutile!
Dovrebbero imparare da noi italiani, specializzati in ideologia, in "narrazioni", in contenitori senza contenuti...
Quando non si hanno idee concrete basta far parlare l'atto che sfoga (a volte anche il corteo più o meno oceanico).
A proposito di esperienze fantozziane: anche io ho vagato per la manifestazione alla ricerca dell'"auto antinucleare" presa a nolo. Mi sono ritrovato in San Giovanni giusto giusto nel mezzo degli scontri mentre trascinavo un valigione con le rotelle contenente i miei libri sulla "Follia del nucleare". Potevo facilmente essere scambiato per una staffetta portatrice di molotov o bombe carta... Ma mi è andata bene perché capisco benissimo che in certe situazioni, staccato dal proprio "gruppo di affinità", la miglior difesa è la fuga pronta e subitanea... Comunque, tramite Marco, incontrato in Repubblica, sono almeno riuscito a far arrivare a Marinella il mio libro e a sobillare un po' di romani sul deposito di plutonio che li minaccia dentro casa.
Post: "la nonviolenza è il cammino da percorrere" inviato il 15 ottobre 201 alle ore 9.45
Dicevo nel mio ultimo post su peace-link, a proposito di culture
presenti nel movimento, che "in Italia siamo messi male"
Il corteo degli indignados a Roma esprimerà la sua "incazzatura" in due modi:
1- la "sinistra radicale" tirerà dritto da pzza della Repubblica sino a
San Giovanni per dire che "noi europei non vogliamo pagare il
debito" (è già qualcosa)
2- l'"area antagonista" tenterà la deviazione dal
Colosseo, onde violare la "zona rossa" per sottolineare che
non ha nulla a che vedere con i "burocrati" di cui sopra e che
"abbiamo il diritto all'insolvenza".
La componente ecopacifista è sostanzialmente assente, nei contenuti e nelle forme.
Eppure il partigiano Stephane Hessel aveva scritto nel suo "Indignatevi", che ha ispirato
gli spagnoli e tanti altri,: "La nonviolenza è il cammino che dobbiamo
imparare a percorrere".
Qui in sostanza stiamo a discutere se
manifestare un pensiero generico oppure se sottolinearlo dando sfogo
alla volontà di menare le mani: e meno male che, pur se si prenderà
qualche botta dalla PS, specialmente chi capiterà a caso dentro le
cariche, non tira aria da riedizione di Genova 2001.
Dovremmo, invece, tentare un manifesto come quello che sta elaborando "Occupy Wall
Street", che tra l'altro propone il ritiro USA dalle guerre e
"l'abolizione del Pentagono" (secondo il Sole 24 Ore di ieri).
E per quanto riguarda la forma della mobilitazione, dovremmo ricordare cha
"la durata dà verità alle cose". L'obiettivo dovrebbe essere quello di
assediare, con accampamenti permanenti, i Palazzi del Potere per
isolarli, non "violare zone rosse".
Ma c'è tempo per nuovi sviluppi, tanto la vera crisi non è ancora arrivata da noi: la Grecia è vicina...
Alfonso Navarra - portavoce del Tour Antinucleare 2011
(a proposito:
sulla tappa romana qualcuno deve avere mandato il malocchio. Ma di
questo si riferirà in altra sede...)
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