RE: [pace] "Il silenzio dei pacifisti ha ucciso". "Non sono d'accordo"



D'accordo su quasi tutto quanto viene sostenuto; unico appunto: le manifestazioni in piazza contro la guerra in Iraq, se non hanno contrastato efficacemente lo scoppio della stessa, hanno, comunque, obbligato Berlusconi a non entrare massicciamente nella stessa: la presenza di 3.000.000 di dimostranti a Roma ha fatto sì che il nostro intervento fosse più soft, è poco, è vero, ma è qualche cosa.
Per il resto condivido ogni parola.
Paolo Bertagnolli

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> Date: Tue, 6 Sep 2011 12:56:46 +0000
> Subject: [pace] "Il silenzio dei pacifisti ha ucciso". "Non sono d'accordo"
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> GUERRA IN LIBIA: I SILENZI, LE PAROLE, I FATTI DEI PACIFISTI
> Una risposta a Marinella Correggia, di Mao Valpiana.
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> Cara Marinella Correggia,
> non sono d’accordo. Sulla guerra in Libia dici che “il silenzio dei pacifisti ha ucciso”, lasciando intendere che se avessero parlato le cose sarebbero andate diversamente. Ma purtroppo non è così.
> Sai bene che milioni e milioni di persone che nel febbraio del 2003 sono scese in piazza contro la guerra in Iraq “senza se e senza ma”, non hanno ritardato di un giorno l’inizio dei bombardamenti.
> Illudersi di fermare una guerra quando i motori degli aerei sono già accesi, è una sciocchezza immane, imperdonabile per un movimento che dovrebbe aver raggiunto una certa maturità.
> La Marcia Perugia-Assisi, che tu bocci come “ipocrita”, ha cinquant’anni di storia alle spalle, ed ha attraversato la guerra d’Algeria, del guerra del Viet-nam, la guerra fredda, la guerra nel Golfo, la guerra nei Balcani, la guerra in Cecenia, la guerra in Iraq e la guerra in Afghanistan.
> Aldo Capitini, ideatore della prima marcia, era un “oppositore integrale alla guerra” (e spero che tu non voglia mettere in dubbio anche questo), ma non si è mai posto l’obiettivo velleitario di fermare una guerra in corso (nemmeno quelle scellerate volute dal fascismo), ben sapendo che le radici delle guerre sono forti e profonde e possono essere debellate solo con un ampio movimento di resistenza e non collaborazione nonviolenta. Alla costruzione di un Movimento Nonviolento, che è il frutto principale della prima marcia Perugia-Assisi, Aldo Capitini ha dedicato gli ultimi anno intensi della sua vita, proprio per avere a disposizione uno strumento di “opposizione integrale alla guerra”.
> Il punto decisivo, cara Marinella, per me è proprio questo: se vogliamo contrastare efficacemente la guerra, noi dobbiamo distruggere gli strumenti che le guerre rendono possibili, cioè le armi e gli eserciti. E su questo i pacifisti integrali, cioè i nonviolenti, non hanno mai taciuto, e quindi non sono accusabili di silenzi complici, nemmeno per la guerra in Libia.
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> Mao Valpiana
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