| Poiché credo nella buona fede dei tanti che si 
ostinano a interpretare la realtà di oggi secondo le antiche e nobili categorie 
ereditate dall'Ottocento, mi sento in dovere di insistere. Il capitalismo non sta per nulla facendo quello che 
ha sempre fatto. Siamo entrati in un'epoca completamente nuova, in cui la moneta 
ha cambiato radicalmente natura, è cambiata la circolazione della ricchezza, ha 
cambiato natura lo stato, è cambiata la produzione materiale e immateriale, sono 
cambiate le culture e sono cambiate le società.  In questo mondo radicalmente nuovo, le categorie 
marxiane di valore, plusvalore, profitto, interesse, rendita, 
guadagno, salario, lavoro, capitale e produzione non sono più 
utilizzabili per decifrare il divenire storico e vanno tutte riviste dalle 
fondamenta. La sinistra contemporanea ha disperato bisogno di un'operazione del 
tutto analoga a quella che fece Marx per la sua epoca: costruire un nuovo 
apparato interpretativo del sistema economico capace di decifrare la realtà e 
orientare il cambiamento. Ostinarci a riproporre vecchie formule è come caricare 
i carri armati con la lancia. Non si tratta di rinunciare a cambiare il mondo, 
ma adesso si tratta di capirlo. A questo scopo, non credo che la concezione 
conflittuale dei rapporti economici che aveva Marx sia molto utile. 
Cambiare le cose non è interesse soltanto dei salariati, o dei precari o dei 
giovani o dei piccoli capitalisti, ma è un'operazione che si può fare 
nell'interesse di tutti, compresi quelli che credono di giovare a se stessi 
accumulando a danno di tutti gli altri patrimoni spropositati incapaci di 
renderli felici.  Chi è interessato, può trovare sul mio blog un 
piccolissimo contributo in questo senso, sotto forma di un frammento di analisi 
non convenzionale di questa crisi finanziaria.  Saluti a tutte e tutti, Alberto Cacopardo   
  ----- Original Message -----  Sent: Wednesday, July 20, 2011 6:00 
  PM Subject: Re: [pace] Bruttissimi presagi e 
  memoria cortissima 
 D'accordo in parte con la mail di Lorenzo, insisterei anche sul fatto che 
  non si era mai vista una tale concentrazione di poteri nelle mani di pochi 
  (stati, multinazionali, individualità). Ho avuto di sentire l'amico Giorgio 
  Cremaschi in occasione della presentazione del suo libro (molto interessante) 
  "Il regime dei padroni" editori Riuniti, ad una obiezione del tipo "tu stai 
  descrivendo quello che il capitalismo ha sempre fatto" ha risposto più o meno 
  così: "dobbiamo vedere anche i nuovi processi in atto, la sempre maggiore 
  concentrazione di poteri, conseguenza della crescente finanziarizzazione 
  ecc." Sarebbe necessaria una "tosatura" dei superprofitti, ma non vedo chi oggi 
  o in tempi brevi potrebbe farla... Certo non il regime che ci malgoverna da 
  decenni e che neanche nell'ultimissima manovra finanziaria ha introdotto 
  alcuna tassazione sulle transazioni finanziarie (tipo "Tobin tax"), 
  l'evasione non va toccata, corruzione e affarismo nel nostro paese hanno 
  libero sfogo... L'unica possibilità che vedo è la presa di coscienza dei lavoratori e 
  delle lavoratrici, dei giovani, degli 8 milioni di poveri (dati Istat), dei 
  precari di ogni genere, soprattutto donne e giovani, dei ceti medi che si 
  stanno proletarizzando (loro davvero, ne so qualcosa per esperienza 
  diretta). Che avvenga qualcosa di simile a quantpo avvenuto in tanti paesi 
  dell?america Latina e di recente nell'Africa mediterranea e vicino oriente... 
  E' un lavoro duro, di lunga lena, ma questa è la condizione perchè qualcosa 
  possa (forse) cambiare; un lavoro da svolgere nel movimento sindacale, in 
  organizzazioni politiche capaci di sottrarsi al teatrino della politica, in 
  comitati di base ecc. Salute tutt* Dante Bedini
 
 Il giorno 19 luglio 2011 13:52, Lorenzo Dellacorte 
  <l_coortis at yahoo.it>  ha 
  scritto:
   
    
    
    Caro Alberto, la "lobby finanziaria" è il risultato di un 
    processo secolare di economia basata sul modo di produzione capitalistico 
    che ha visto il crescente ciclico accumularsi di grandi capitali risultato 
    della valorizzazione di quel plusvalore prodotto dallo sfruttamento del 
    lavoro. Oggi questa "lobby", che rappresenta  una parte determinante di 
    questi grandi capitali, per assicurare la loro integrità e garantire la loro 
    redditività si è messa nelle condizioni di poter esercitare un controllo 
    sulla finanza e sull'economia mondiali mediante propri rappresentanti nelle 
    maggiori istaituzioni mondiali. Non si tratta di una cattiveria specifica di 
    questi uomini che si trovano fortuitamente a rappresentare immense masse di 
    capitale, se non ci fossero loro ce ne sarebbero altri, ma è il risultato 
    storico di una accumulazione che giorno dopo giorno è prodotta dal sistema 
    capitalista. Certo si potrebbe teoricamente, senza uscire dal sistema 
    capitalista, svalorrizzare il capitale rappresentato dai derivati, dagli 
    edge funds, dai futures di ogni tipo, consentendo all'attuale livello di 
    produttività raggiunto dal lavoro di garantire quel plusvalore sufficiente a 
    "remunerare" il capitale residuato da questa "tosatura". Ma ottenere questa 
    tosatura è praticamente impegnativo quanto scardinare il modo di produzione 
    capitalistico, salvo che per un fatto non secondario: per la "tosatura" del 
    grande capitale finanziario si potrebbe ottenere una vasta alleanza 
    comprensiva anche di "piccoli" capitalisti destinati oggi ad essere piano 
    piano proletarizzati. Alternative non le vedo.
 
 
    
    Da: Alberto 
    Cacopardo <alberto.cacopardo at alice.it>A: pace at peacelink.it
 Inviato: Martedì 12 Luglio 2011 
    17:27
 Oggetto: Re: [pace] 
    Bruttissimi presagi e memoria cortissima
 
 
    Caro Lorenzo, vorrei farti presente che quando dici che la 
    "lobby finanziaria" è "il risultato matematico del capitalismo" dici proprio 
    quello che lorsignori ti vogliono sentir dire. Identificando con il 
    "capitalismo" in quanto tale il diabolico sistema di transazioni 
    finanziarie internazionali costruito ad arte dalla destra neoliberista 
    del Washington Consensus, non fai altro che portar acqua al suo mulino. Agli 
    occhi dei più, se l'unica alternativa è il crollo del capitalismo, vuol dire 
    che alternative non ce ne sono. E così giustifichi Prodi, D'Alema, e tutta 
    la cantante compagnia dell'eurosinistra succube del neoliberismo. 
     E' vero invece proprio il contrario: il 
    neoliberismo non è affatto il risultato matematico del "capitalismo" (che è 
    peraltro, oggi, un concetto parecchio vago), ma una sua particolarissima 
    versione altamente patologica il cui superamento non può e non deve essere 
    rinviato a chissà quale futuro soprassalto rivoluzionario. Cordialmente, Alberto Cacopardo 
      ----- Original Message -----  Sent: Monday, July 11, 2011 1:59 
      PM Subject: [pace] Bruttissimi presagi e 
      memoria cortissima 
 
      L'amara "medicina" che la lobby finanziaria internazionale ha da 
      tempo pronta per l'Italia e vorrebbe somministrare al popolo italiano 
      sotto un gaulatier di centro-sinistra perchè sarebbe l'unico in grado 
      di sterilizzare eventuali proteste e sollevamenti si sta avvicinando 
      a grandi passi. Un bruttissimo presagio è la chiamata in Israele di 
      Bersani (da anni i candidati alla conduzione politica dell'Italia sono 
      controllati e convalidati dal regime di Israele a nome e per conto delle 
      lobbies finanziarie a loro riconducibili), un atto di vassallaggio che 
      umilia l'Italia, e pone il centro sinistra nel solco degli ultimi governi 
      della ex-sinistra guerrafondai (il bombardiere D'Alema) e carnefici 
      dei lavoratori come Prodi con l'introduzione dell'arma letale del 
      precariato. Eppure tutto questo sembra dimenticato, una sottile e vana 
      euforia spinge questo popolo verso i prossimi loro kapò, incapaci di 
      fondare su se stessi una qualsiasi forma di alternativa democratica si 
      fanno frustare e lapidare dai soliti aguzzini patentati avita, una volta 
      di destra e una volta di sinistra. Eppure il "nemico" non è stato mai così 
      chiaro e soprattutto così universale: la lobby finanziaria, risultato 
      matematico del capitalismo e della caduta tendenziale del saggio del 
      profitto, non risparmia nessuno pur di salvaguardare i suoi profitti, 
      attraverso il debito ed i suoi strumenti di regolazione tiene in pugno gli 
      stati e le loro classi politiche, decide la caduta o la permanenza di un 
      politico od altro, aggredisce una nazione libera con ricole menzogne con 
      le armi o la depreda come la Grecia dei suoi beni e dei redditi dei suoi 
      cittadini! Ora investito ed addrestato da Israele torna in Italia il 
      campione del precariato (era ministro del famigerato governo Prodi) e 
      delle liberalizzazzioni. Il suo malefico programma lo ha già preannunciato 
      insieme al ventriloquio Casini: questa finanziaria non è sufficiente, 
      occorre liberalizzare, liberalizzare, una formula che noin serve 
      nemmeno in ambito capitalista: accelera la concentrazione, aumenta la 
      disoccupazione e la mortalità (basta vedere gli Stati Uniti, il loro 
      modello) assimila l'umanità alla putrefazione lenta ed inesorabile del 
      modo di produzione 
    capiotalista.
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