Una condizione necessaria per manifestare efficacemente, senza
violenza, per le giuste ragioni Notav
*
Un amico ieri sera mi scrive: "Caro
Enrico, oggi ero a Chiomonte e ho rimpianto i tempi in cui i
servizi d'ordine dei sindacati impedivano
a certa gente di partecipare alle
manifestazioni. Non sempre con maniere gentili.
Ciao, F."
Ha ragione. Persino nel governo (è tutto dire...) c'è chi
distingue la manifestazione Notav dai violenti infiltrati.
Il problema è che le ragioni serie e molte sullo spreco
inutile e dannoso della Tav rimangono sepolte dal rumore dei
violenti, dalle immagini di scontro, e dal numero esibito dei
feriti o contusi, inevitabili nella prova fisica e nell'uso di
armi chimiche.
Una manifestazione che voglia diffondere nell'opinione
pubblica le ragioni della protesta ha come primo obiettivo il
non farsi infiltrare dai violenti, oggettivi falsificatori utili
agli avversari, veri sostenitori dello spreco inutile, voluto
dagli speculatori. I primi a denunciarli, prima e dopo, devono
essere i manifestanti ben motivati.
O si sanno inventare (re-inventare) forme strutturalmente
nonviolente di protesta, oppure è meglio affidarsi solo ai
messaggi di informazione.
Un solo possibile esempio: una doppia fila di persone ai
bordi delle strade e nelle stazioni, portando ciascuno sul petto
in grandi caratteri il proprio nome, senza bloccare nessuno, con
cartelli e volantini chiari, in totale silenzio, per molti
kilometri, per tutto il giorno, sarebbe notizia e immagine
positiva, mentre dimostrerebbe a migliaia di viaggiatori le
ragioni serie di chi non vuole fare danni fisici alle persone né
danni politici-mediatici alle ragioni no-tav che difende e
diffonde.
Enrico Peyretti
Il 04/07/2011 06:16, Borghi Franco ha scritto:
ritengo necessario rimettere in circolazione gli studi
tecncici e scientifici sulla TAV, perchè ora non ci sono idee
chiare ma solo polemiche.
Ricordo che esisteva - anni fa - uno studio che dimostrava,
cifre alla mano, l' inutilità della TAV e l' alternativa
possibile utilizzando le ferrovie attuali.
Preoccupante il commento del Presidente Napolitano sugli scontri
di ieri. Io non credo che i dimostranti anti-TAV siano degli
eversivi.
Occorre fare chiarezza. Chi ha documentazione scientifica la
metta in circolazione.
Franco
-----------------------------------------
Franco BORGHI
Via Frescobaldi 13 - 44042 CENTO
Tel.051.6836715 -Fax 051.18895462
Cell.348.3802633
Skype: consultfb
Reply to: xenos at iii.it
----- Original Message ----- From: "Enrico Peyretti"
<enrico.peyretti at gmail.com>
To: "lista nonviolenti" <nonviolenti at lists.unbit.it>; "lista
angelo casati 01" <sullasoglia at yahoogroups.com>; "lista Mir
dibattito" <mir-riconciliazione at yahoogroups.com>; "lista pax
christi gr discussione" <paxchristi at yahoogroups.com>; "Lista
Menapace" <lista123lm at gmail.com>; "lista Peacelink Pace"
<pace at peacelink.it>; "lista BCP" <ml-beati at beati.org>
Sent: Sunday, July 03, 2011 9:39 PM
Subject: [pace] Fwd: Tartaglia su TAV Torino Lione: ecco perché
serve solo a chi ci specula
-------- Messaggio originale --------
Oggetto: TAV Torino Lione
Data: Sun, 3 Jul 2011 15:24:50 +0200
Mittente: Luigi de paoli <luigi.depaoli at libero.it>
A:
*/Carissimi/e, vi allego un articolo di Angelo Tartaglia,
Docente al
Politecnico di Torino. Anche sulla TAV Torino-Lione abbiamo il
diritto
(sovrano) di conoscere e valutare. Pace bene, Gigi/*
_________________________________________________________________________
http://www.swas.polito.it/images/_site/x.gif
*Perchè la Torino-Lione non ci serve*
*Angelo Tartaglia *
I l vastissimo e trasversale fronte Sì-Tav è tornato ad esporre
con
grande «forza» i propri argomenti:manganelli, ruspe, gipponi.
Il tutto condito dalle solite litanie di slogan e luoghi comuni
gridati
incessantemente da mille altoparlanti.
_In tutta la vicenda del Tav sulla Torino-Lione la costante più
macroscopica, anno dopo anno, è sempre stata la totale assenza
di
argomenti_ di merito a favore e la più stretta censura sugli
argomenti
di merito a sfavore.
Eppure la realtà sta lì grande come una montagna, irriducibile e
non
manganellabile: _la nuova linea ferroviaria Torino- Lione non è
«discutibile», è platealmente insensata_.
Non ci sono margini di alcun genere e forse è proprio per questo
che _i
proponenti si rifugiano nella pura ideologia che identifica
progresso
con grandi e tendenzialmente grandissime opere_, scomodando
Cavour
(«cosa avrebbe fatto...?»), _inanellando i «l'Europa lo vuole»,
«è
strategica_», «il Piemonte è isolato», «l'opera è indiscutibile
» (che
splendida argomentazione!), «è fondamentale per la crescita»....
_Mai un numero (certificato),mai una argomentazione di
plausibilità
sugli scenari futuri._
Eppure i fatti stanno lì, chiari e inattaccabili (per la verità
anche
inattaccati, visto che si rivela più efficace la tecnica
dell'ignorarli).
_Il costo dell'opera,_ che oltre al tunnel di base non può non
includere
il collegamento con lo scalo di Orbassano, il
sottoattraversamento in
galleria profonda dell'area torinese e il raccordo con
l'esistente linea
AV Torino-Milano a Settimo, _è dell'ordine dei 17 miliardi di
euro_.
Questa cifra può fluttuare a seconda degli approcci e delle
stime, ma
emerge dai documenti ufficiali ed _è estremamente prudenziale o
meglio
sottostimata _se guardiamo i costi a consuntivo di altre grandi
opere
italiane (tutte le grandi opere italiane).
_Questa somma andrebbe tutta a debito pubblico_ in quanto le
risorse,
nelle casse dello stato, non ci sono.
_Per ottenere l'equilibrio economico_dell'opera la nuova linea
_dovrebbe
ospitare flussi di passeggeri e soprattutto di merci svariate
decine di
volte superiori_ a quelli attuali.
Per altro _il flusso di merci in transito sulla ferrovia della
valle di
Susa, e anzi attraverso l'intera frontiera italo-francese, è in
calo
continuo dal 1997_ ed è meno di un quinto della capacità attuale
della
linea.
_Quanto ai passeggeri, il numero di treni tra Torino e
Lione-Parigi è
stato anch'esso progressivamente ridotto_ arrivando oggi a due
collegamenti al giorno, spesso eserciti, tra Torino e Chambéry,
mediante
autobus (ne bastano due per accogliere tutti i passeggeri).
Aggiungo che peraltro _in questi stessi anni il flusso di merci
in
ferrovia da e per l'Italia attraverso le frontiere svizzera e
austriaca
ha continuato a crescere_ a un ritmo piuttosto sostenuto.
_La ragione di queste due diverse tendenze (calo tra Italia e
Francia,
aumento tra Italia e Svizzera o Austria_) non è per nulla
misteriosa e
non è occasionale. _Mercati di massa e aree di produzione di
beni di
consumo migrano entrambi verso est_ e in particolare verso
l'estremo
oriente.
Di conseguenza _il trasporto più conveniente viene ad essere
quello via
mare_ che si attesta nei porti.
_Dai porti la distribuzione ai mercati europei segue
prevalentemente e
logicamente direttrici Nord-Sud piuttosto che Est-Ovest_: chi
farebbe
sbarcare a Genova merci destinate alla Francia o aMarsiglia
merci
destinate all'Italia? Questi sono fatti non contestabili.
Non potendosi appoggiare sul presente i proponenti della nuova
_linea si
rifugiano allora nel futuro affermando che nei prossimi decenni
ci sarà
un cambio epocale_ negli assetti di mercato per cui i flussi
Est-Ovest
attraverso le Alpi cresceranno di più di un ordine di grandezza
(decine
di volte).
_Il perché mai una simile rivoluzione dovrebbe avvenire non
viene però
indicato_; la «previsione» è puramente ideologica e
opportunistica, non
si basa su nessun dato o ragionamento credibile.
Non c'è bisogno di una laurea in ingegneria per capire che _se
un
sistema estremamente complesso e pesante come una economia
continentale
manifesta per decenni determinate tendenze, esso poi non può
bruscamente
cambiare _rotta a meno di qualche catastrofe puntuale, che non
si
capisce quale dovrebbe essere.
I flussi attraverso la frontiera francese avvengono tra aree ad
economia
matura e tra mercati saturi.
Lo scambio può essere considerevole ma non può che essere anche
relativamente stabile con fluttuazioni contingenti.
In Italia ci sono all'incirca sette autovetture ogni dieci
abitanti e
poco meno in Francia; da entrambi i lati della frontiera ci sono
milioni
di telefonini, milioni di televisori, milioni di frigoriferi e
di
lavastoviglie; i consumi alimentari (sprechi inclusi) sono
simili.
_I mercati sono di sostituzione e mantenimento; perché
dovrebbero
espandersi in maniera esplosiva_?
Qualunque studente di economia (oltre che qualunque persona di
buon
senso) sa _che il volume degli scambi tra due aree contigue non
segue un
andamento esponenziale_ (con incremento percentuale costante),
come
vogliono i proponenti del Tav, ma _una logistica, cioè una curva
fatta
come una S stirata_: i flussi sono alti fintantoché le
differenze tra i
due lati sono grandi; i flussi si riducono e si stabilizzano man
mano
che le differenze tra i due capi del collegamento si riducono.
È rilevante il fatto _che i sostenitori del Tav non provano
nemmeno a
smontare, dati alla mano, considerazioni_ come quelle che ho
appena
schematizzato.
Preferiscono usare la forza pubblica e la retorica.
_Non si tratta naturalmente di una specie di aberrazione
mentale_; c'è
qualcosa di più sostanziale in gioco.
_Data una grande opera (qualunque essa sia): 1) il sistema
finanziario
(che anticipa il denaro) ha un guadagno certo_ e ingente in
quanto
garantito dallo stato; 2) _chiunque controlla il sistema degli
appalti
ha un potere e un ritorno rilevantissimo_, non foss'altro che
perché
_attraverso il meccanismo dei subappalti e sub-subappalti, ha la
possibilità di lucrare plusvalori estremamente ingenti senza
correre
rischi_ di sorta, che semmai vengono scaricati sui più piccoli
al fondo
della catena.
Insomma è vero che c'è un problema di ordine pubblico: _la
società
italiana è occupata da una specie di fungo parassita che copre
tutta la
superficie succhiando la linfa vitale_ e impedendo al sistema di
respirare.
Abbiamo un gran bisogno di liberarcene.
da Il manifesto
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