Re: [pace] Fwd: Tartaglia su TAV Torino Lione: ecco perché serve solo a chi ci specula



ritengo necessario rimettere in circolazione gli studi tecncici e scientifici sulla TAV, perchè ora non ci sono idee chiare ma solo polemiche. Ricordo che esisteva - anni fa - uno studio che dimostrava, cifre alla mano, l' inutilità della TAV e l' alternativa possibile utilizzando le ferrovie attuali. Preoccupante il commento del Presidente Napolitano sugli scontri di ieri. Io non credo che i dimostranti anti-TAV siano degli eversivi. Occorre fare chiarezza. Chi ha documentazione scientifica la metta in circolazione.

Franco

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Franco BORGHI
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Sent: Sunday, July 03, 2011 9:39 PM
Subject: [pace] Fwd: Tartaglia su TAV Torino Lione: ecco perché serve solo a chi ci specula




-------- Messaggio originale --------
Oggetto: TAV Torino Lione
Data: Sun, 3 Jul 2011 15:24:50 +0200
Mittente: Luigi de paoli <luigi.depaoli at libero.it>
A:



*/Carissimi/e, vi allego un articolo di Angelo Tartaglia, Docente al
Politecnico di Torino.  Anche sulla TAV Torino-Lione abbiamo il diritto
(sovrano) di conoscere e valutare. Pace bene, Gigi/*

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http://www.swas.polito.it/images/_site/x.gif



*Perchè la Torino-Lione non ci serve*

*Angelo Tartaglia *

I l vastissimo e trasversale fronte Sì-Tav è tornato ad esporre con
grande «forza» i propri argomenti:manganelli, ruspe, gipponi.
Il tutto condito dalle solite litanie di slogan e luoghi comuni gridati
incessantemente da mille altoparlanti.
_In tutta la vicenda del Tav sulla Torino-Lione la costante più
macroscopica, anno dopo anno, è sempre stata la totale assenza di
argomenti_ di merito a favore e la più stretta censura sugli argomenti
di merito a sfavore.


Eppure la realtà sta lì grande come una montagna, irriducibile e non
manganellabile: _la nuova linea ferroviaria Torino- Lione non è
«discutibile», è platealmente insensata_.


Non ci sono margini di alcun genere e forse è proprio per questo che _i
proponenti si rifugiano nella pura ideologia che identifica progresso
con grandi e tendenzialmente grandissime opere_, scomodando Cavour
(«cosa avrebbe fatto...?»), _inanellando i «l'Europa lo vuole», «è
strategica_», «il Piemonte è isolato», «l'opera è indiscutibile » (che
splendida argomentazione!), «è fondamentale per la crescita»....
_Mai un numero (certificato),mai una argomentazione di plausibilità
sugli scenari futuri._


Eppure i fatti stanno lì, chiari e inattaccabili (per la verità anche
inattaccati, visto che si rivela più efficace la tecnica dell'ignorarli).
_Il costo dell'opera,_ che oltre al tunnel di base non può non includere
il collegamento con lo scalo di Orbassano, il sottoattraversamento in
galleria profonda dell'area torinese e il raccordo con l'esistente linea
AV Torino-Milano a Settimo, _è dell'ordine dei 17 miliardi di euro_.


Questa cifra può fluttuare a seconda degli approcci e delle stime, ma
emerge dai documenti ufficiali ed _è estremamente prudenziale o meglio
sottostimata _se guardiamo i costi a consuntivo di altre grandi opere
italiane (tutte le grandi opere italiane).
_Questa somma andrebbe tutta a debito pubblico_ in quanto le risorse,
nelle casse dello stato, non ci sono.

_Per ottenere l'equilibrio economico_dell'opera la nuova linea _dovrebbe
ospitare flussi di passeggeri e soprattutto di merci svariate decine di
volte superiori_ a quelli attuali.


Per altro _il flusso di merci in transito sulla ferrovia della valle di
Susa, e anzi attraverso l'intera frontiera italo-francese, è in calo
continuo dal 1997_ ed è meno di un quinto della capacità attuale della
linea.


_Quanto ai passeggeri, il numero di treni tra Torino e Lione-Parigi è
stato anch'esso progressivamente ridotto_ arrivando oggi a due
collegamenti al giorno, spesso eserciti, tra Torino e Chambéry, mediante
autobus (ne bastano due per accogliere tutti i passeggeri).
Aggiungo che peraltro _in questi stessi anni il flusso di merci in
ferrovia da e per l'Italia attraverso le frontiere svizzera e austriaca
ha continuato a crescere_ a un ritmo piuttosto sostenuto.


_La ragione di queste due diverse tendenze (calo tra Italia e Francia,
aumento tra Italia e Svizzera o Austria_) non è per nulla misteriosa e
non è occasionale. _Mercati di massa e aree di produzione di beni di
consumo migrano entrambi verso est_ e in particolare verso l'estremo
oriente.
Di conseguenza _il trasporto più conveniente viene ad essere quello via
mare_ che si attesta nei porti.


_Dai porti la distribuzione ai mercati europei segue prevalentemente e
logicamente direttrici Nord-Sud piuttosto che Est-Ovest_: chi farebbe
sbarcare a Genova merci destinate alla Francia o aMarsiglia merci
destinate all'Italia? Questi sono fatti non contestabili.


Non potendosi appoggiare sul presente i proponenti della nuova _linea si
rifugiano allora nel futuro affermando che nei prossimi decenni ci sarà
un cambio epocale_ negli assetti di mercato per cui i flussi Est-Ovest
attraverso le Alpi cresceranno di più di un ordine di grandezza (decine
di volte).
_Il perché mai una simile rivoluzione dovrebbe avvenire non viene però
indicato_; la «previsione» è puramente ideologica e opportunistica, non
si basa su nessun dato o ragionamento credibile.


Non c'è bisogno di una laurea in ingegneria per capire che _se un
sistema estremamente complesso e pesante come una economia continentale
manifesta per decenni determinate tendenze, esso poi non può bruscamente
cambiare _rotta a meno di qualche catastrofe puntuale, che non si
capisce quale dovrebbe essere.
I flussi attraverso la frontiera francese avvengono tra aree ad economia
matura e tra mercati saturi.


Lo scambio può essere considerevole ma non può che essere anche
relativamente stabile con fluttuazioni contingenti.
In Italia ci sono all'incirca sette autovetture ogni dieci abitanti e
poco meno in Francia; da entrambi i lati della frontiera ci sono milioni
di telefonini, milioni di televisori, milioni di frigoriferi e di
lavastoviglie; i consumi alimentari (sprechi inclusi) sono simili.
_I mercati sono di sostituzione e mantenimento; perché dovrebbero
espandersi in maniera esplosiva_?

Qualunque studente di economia (oltre che qualunque persona di buon
senso) sa _che il volume degli scambi tra due aree contigue non segue un
andamento esponenziale_ (con incremento percentuale costante), come
vogliono i proponenti del Tav, ma _una logistica, cioè una curva fatta
come una S stirata_: i flussi sono alti fintantoché le differenze tra i
due lati sono grandi; i flussi si riducono e si stabilizzano man mano
che le differenze tra i due capi del collegamento si riducono.
È rilevante il fatto _che i sostenitori del Tav non provano nemmeno a
smontare, dati alla mano, considerazioni_ come quelle che ho appena
schematizzato.


Preferiscono usare la forza pubblica e la retorica.
_Non si tratta naturalmente di una specie di aberrazione mentale_; c'è
qualcosa di più sostanziale in gioco.


_Data una grande opera (qualunque essa sia): 1) il sistema finanziario
(che anticipa il denaro) ha un guadagno certo_ e ingente in quanto
garantito dallo stato; 2) _chiunque controlla il sistema degli appalti
ha un potere e un ritorno rilevantissimo_, non foss'altro che perché
_attraverso il meccanismo dei subappalti e sub-subappalti, ha la
possibilità di lucrare plusvalori estremamente ingenti senza correre
rischi_ di sorta, che semmai vengono scaricati sui più piccoli al fondo
della catena.


Insomma è vero che c'è un problema di ordine pubblico: _la società
italiana è occupata da una specie di fungo parassita che copre tutta la
superficie succhiando la linfa vitale_ e impedendo al sistema di respirare.
Abbiamo un gran bisogno di liberarcene.


da Il manifesto

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