Incontro nodi siciliani Rete Lilliput: verbale sintetico e deliberazioni (+ appelli contro guerra e nucleare)




incontro Lilliput a Messina:

1.     Presentazione delle esperienze locali

Sono state presentate le esperienze delle realtà presenti, i nodi Lilliput di Messina ed Isola, Il MIR, la LIPU,il VIS, i comitati per l’acqua pubblica, i lillipuziani di Palermo, il forum anti razzista, terra e cielo di Messina, il comitato per la Decrescita.

2.     Guerra in Libia e solidarietà ai migranti

Ci si è confrontati sulle iniziative attualmente in corso contro la guerra e sui suoi sviluppi attuali. Dando priorità all’affermazione di diritti umani ed alla solidarietà concreta verso i profughi, sono state esplorate le opportunità offerte dalla nonviolenza. Si è evidenziato il ruolo dell’Italia quale paese esportatore di armi e della guerra quale conflitto legato alla crescita dei consumi energetici. Si è deciso in fine di scrivere ai vescovi delle rispettive diocesi ed alla conferenza episcopale siciliana. Di produrre in oltre una lettera per le parrocchie ed all’associazionismo ecclesiale organizzando iniziative ad esse rivolte.

3.     Referendum acqua

Sono state presentate le iniziative in corso, le diverse realtà di coordinamento, ci si è dati appuntamento all’assemblea regionale del 10 a Palermo presso lo Zetalab, si è discusso della “Marcia per un mondo nuovo” da Menfi a Trappeto ricordando il lavoro per l’acqua pubblica di Danilo Dolci.

4.     Referendum nucleare

Verrà condiviso il dossier del MIR nazionale su “Energia nucleare:una scelta immorale e senza futuro”, è stata presentata l’attività e le iniziative del coordinamento regionale per il referendum, ci si impegnerà localmente per la diffusione di materiale, su proposta del mir si opererà per un appello per la sensibilizzazione del mondo ecclesiale.

 

5.     Radar enav da Isola e Reggio e Traffico di petcoke tra Calabria e Sicilia

Il direttore della RNO di Isola delle Femmine ha illustrato i dettagli tecnici delle vertenze e la struttura della campagne svolte dal nodo locale della Rete Lilliput, dando disponibilità per la condivisione di documentazione tecnica sia con le realtà calabresi che messinesi.

6.     strategia rifiuti zero e decrescita.

Il nodo di Messina ha presentato la tematica descrivendo le iniziative svolte. Si è convenuto per l’rganizzazione di un campo estivo o di un week end a cura del MIR presso la struttura “Tre Finestre” di Belpasso della Comunità dell’Arca.

 

Documenti di riferimento per la redazione di un Appello Lilliput

 

Comunicato stampa del presidente di Pax Christi Italia

Odissea dalla politica

Il regime di Gheddafi ha sempre mostrato il suo volto tirannico. Pax Christi ha denunciato le connivenze di chi, Italia in testa, gli forniva una quantità enormi di armi, anche dopo la sua visita in Italia, sui diritti umani violati in Libia, sulla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, su chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Il Colonnello era già in guerra con la sua gente anche quando era nostro alleato e amico.

 

libia Mentre parlano solo le armi, si resta senza parole. Ammutoliti, sconcertati. Anche noi di Pax Christi, come tante altre persone di buona volontà.

 

Il regime di Gheddafi ha sempre mostrato il suo volto tirannico. Pax Christi, con altri, ha denunciando le connivenze di chi, Italia in testa, gli forniva una quantità enormi di armi senza dire nulla, anche dopo la sua visita in Italia “sui diritti umani violati in Libia, sulla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, su chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Il dio interesse è un dio assoluto, totalitario, a cui tutto va immolato. Anche a costo di imprigionare innocenti, torturarli, privarli di ogni diritto, purché accada lontano da qui. In Libia.” (Pax Christi 2 settembre 2010).

Il Colonnello era già in guerra con la sua gente anche quando era nostro alleato e amico!

Non possiamo tacere la triste verità di un’operazione militare che, per quanto legittimata dal voto di una incerta e divisa comunità internazionale, porterà ulteriore dolore in un’area così delicata ed esplosiva, piena di incognite ma anche di speranze. Le operazioni militari contro la Libia non ci avvicinano all’alba, come si dice, ma costituiscono un’uscita dalla razionalità, un’ “odissea” perchè viaggio dalla meta incerta e dalle tappe contraddittorie a causa di una debolezza della politica.

 

Di fronte a questi fatti, vogliamo proporre cinque passi di speranza e uno sguardo di fede.

 

1) Constatiamo l’assenza della politica e la fretta della guerra. E’ evidente a tutti che non si sono messe in opera tutte le misure diplomatiche, non sono state chiamate in azione tutte le possibili forze di interposizione. L’opinione pubblica deve esserne consapevole e deve chiedere un cambiamento della gestione della politica internazionale.

 

2) Si avverte la mancanza di una polizia internazionale che garantisca il Diritto dei popoli alla autodeterminazione.

 

3) Non vogliamo arrenderci alla logica delle armi. Non possiamo accettare che i conflitti diventino guerre. Teniamo desto il dibattito a proposito delle azioni militari, chiediamo che esse siano il più possibile limitate e siano accompagnate da seri impegni di mediazione. Perchè si sceglie sempre e solo la strada della guerra? Ce lo hanno chiesto più volte in questi anni i tanti amici che abbiamo in Bosnia, in Serbia, in Kosovo, in Iraq.

 

4) Operiamo in ogni ambito possibile di confronto e di dialogo perché si faccia ogni sforzo così che l’attuale attacco armato non diventi anche una guerra di religione. In particolare vogliamo rivolgerci al mondo musulmano e insieme, a partire dall’Italia, invocare il Dio della Pace e dell’Amore, non dell’odio e della guerra. Ce lo insegnano tanti testimoni che vivono in molte zone di guerra.

 

5) Come Pax Christi continuiamo con rinnovata consapevolezza la campagna per il disarmo contro la produzione costosissima di cacciabombardieri F-35. Inoltre invitiamo tutti a mobilitarsi per la difesa della attuale legge sul commercio delle armi, ricordiamo anche le parole accorate di d.Tonino Bello: “dovremmo protenderci nel Mediterraneo non come “arco di guerra” ma come “arca di pace”.

 

Giovanni Paolo II per molti anni ha parlato dei fenomeni bellici contemporanei come “avventura senza ritorno”, “ spirale di lutto e di violenza”, “abisso del male”, “suicidio dell’umanità”, “crimine”, “tragedia umana e catastrofe religiosa”. Per lui “le esigenze dell’umanità ci chiedono di andare risolutamente verso l’assoluta proscrizione della guerra e di coltivare la pace come bene supremo, al quale tutti i programmi e tutte le strategie devono essere subordinati” (12 gennaio 1991).

 

In questa prospettiva Pax Cristi ricorda ai suoi aderenti che il credente riconosce nei mali collettivi, o strutture di peccato, quel mistero dell’iniquità che sfugge all’atto dell’intelligenza e tuttavia è osservabile nei suoi effetti storici. Nella fede comprendiamo che di questi mali sono complici anche l’acquiescenza dei buoni, la pigrizia di massa, il rifiuto di pensare. Chi è discepolo del Vangelo non smette mai di cercare di comprendere quali sono state le complicità, le omissioni, le colpe. E allo stesso tempo con ogni mezzo dell’azione culturale tende a mettere a fuoco la verità su Dio e sull’uomo.

 

Sua Ecc.za Mons. Giovanni Giudici

presidente di Pax Christi Italia

 

Pavia, 21 marzo 2011

 

Per contatti segreteriavescovo at diocesi.pavia.it

 

 

Emergency condanna la guerra in Libia

 

 

Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra. Oggi la guerra è "contro Gheddafi": ci viene presentata, ancora una volta, come umanitaria, inevitabile, necessaria.

 

 

Nessuna guerra può essere umanitaria. La guerra è sempre stata distruzione di pezzi di umanità, uccisione di nostri simili. "La guerra umanitaria" è la più disgustosa menzogna per giustificare la guerra: ogni guerra è un crimine contro l'umanità.

 

 

Nessuna guerra è inevitabile. Le guerre appaiono alla fine inevitabili solo quando non si è fatto nulla per prevenirle. Se i governanti si impegnassero a costruire rapporti di rispetto, di equità, di solidarietà reciproca tra i popoli e gli Stati, se perseguissero politiche di disarmo e di dialogo, le situazioni di crisi potrebbero essere risolte escludendo il ricorso alla forza. Non è stato questo il caso della Libia: i nostri governanti, gli stessi che ora indicano la guerra come necessità, fino a poche settimane fa hanno finanziato, armato e sostenuto il dittatore Gheddafi e le sue continue violazioni dei diritti umani dei propri cittadini e dei migranti che attraversano il Paese.

 

 

Nessuna guerra è necessaria. La guerra è sempre una scelta, non una necessità. È la scelta disumana, criminosa e assurda di uccidere, che esalta la violenza, la diffonde, la amplifica. È la scelta dei peggiori tra gli esseri umani.

 

 

Ai governanti che vedono la guerra come unica risposta ai problemi del mondo, rivolgiamo di nuovo l'appello del 1955 di Bertrand Russell e Albert Einstein nel loro Manifesto:

 

 

«Questo dunque è il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l'umanità dovrà rinunciare alla guerra?»

 

 

Come ha scritto il grande storico statunitense Howard Zinn: «Ricordo Einstein che in risposta ai tentativi di "umanizzare" le regole della guerra disse: "la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire". Questa profonda verità va ribadita continuamente: che queste parole si imprimano nelle nostre menti, che si diffondano ad altri, fino a diventare un mantra ripetuto in tutto il mondo, che il loro suono si faccia assordante e infine sommerga il rumore dei fucili, dei razzi e degli aerei».

 

 

Emergency è contro la guerra, contro tutte le guerre. Ce lo impongono la nostra esperienza, la nostra etica e la nostra cultura, la nostra umanità prima ancora che la nostra Costituzione.

 

 

Chiediamo che tacciano le armi e che si riprenda il dialogo, anche attraverso l'invio degli ispettori delle Nazioni Unite e di osservatori della comunità internazionale; chiediamo l'apertura immediata di un corridoio umanitario per portare assistenza alla popolazione libica.

 




Allegato Rimosso