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Rassegna stampa: vicenza - Dal Molin, la falda continua a scendere
- Subject: Rassegna stampa: vicenza - Dal Molin, la falda continua a scendere
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- Date: Sun, 7 Mar 2010 22:49:59 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nortd Est --------------------------------------- tratto da "www.corriere.it" - 17/02/2010 vicenza - Dal Molin, la falda continua a scendere Il sindaco si rivolge a Costa, il Presidio va dal prefetto «Dateci risposte urgenti» Un'immagine di parte della futura base americana di Vicenza (archivio) VICENZA - Dubbi, punti oscuri, necessità di chiarezza. Comune denominatore: la base americana che sorgerà in viale Ferrarin su quella falda che garantisce l’acqua a Vicenza (ma anche a Padova) e che, dicono i detrattori, è già compromessa dai lavori in corso. Battaglia unica, dunque. Ma fronti diversi di protesta. Il sindaco Variati da parte, i «No dal Molin» dall’altra. Il Comune Dieci domande e molta preoccupazione. Così il sindaco Achille Variati si prepara all’incontro del tavolo tecnico sul Dal Molin, previsto per il prossimo 25 febbraio. Una decina i quesiti che il primo cittadino ieri ha inviato al commissario di Governo Paolo Costa per «ottenere risposte precise e documentate». «Riguardano interamente un aspetto emerso con forza all’attenzione dell’opinione pubblica vicentina – spiega il sindaco -, vale a dire la preoccupazione per i fenomeni di allagamento del cantiere riscontrati nelle scorse settimane e denunciati dagli attivisti come conseguenza dell’attività di cantiere sugli equilibri della falda acquifera. Dalle falde sotterrane di quell’area parte l’acqua che noi beviamo ed io ho il dovere di tutelare il benessere della nostra comunità». A seguire, l’elenco delle domande, comprensive di un aggiornamento sull’evoluzione del cantiere. Fra le questioni poste vi è «la conoscenza del numero, tipo e posizione dei pali utilizzati per le fondazioni», «se siano stati impiegati sistemi di locale depressione della falda», «dove venga prevista la realizzazione dei dispositivi idraulici necessari per la dispersione in falda delle acque meteoriche» e «quali siano le caratteristiche costruttive dei cinque piezometri di controllo realizzati nell’area lungo il Bacchiglione da usare come barriera idraulica in caso di emergenza». Non solo: si chiedono delucidazioni anche sul «trattamento delle acque reflue di cantiere» e dettagli sui nuovi pozzi, visto che l’acqua della zona viene solo prelevata dall’acquedotto. Richiesti anche «i risultati delle rilevazioni eseguite sul livello della falda e qualità delle acque» e le cause della «presenza di acqua segnalata negli scavi». Il tutto anche alla luce dei dati pervenuti all’amministrazione comunale: nell’ultimo trimestre le precipitazioni cumulate sono state di 390 millimetri di pioggia (stazione di Villaverla), contro i 645 di pioggia nello stesso trimestre dello scorso anno, dunque il 40 per cento in meno. Non solo: il livello della falda freatica (misurato a Caldogno) ha raggiunto nel gennaio 2009 una quota di 2,20 metri superiore a quella raggiunta nel gennaio 2010. La domanda rivolta agli addetti ai lavori, dunque, è quella di conoscere i livelli di falda nel gennaio 2009. Infine, si interroga circa i «controlli di laboratorio sulle stesse acque». I no Dal Molin Cinzia Bottene (lista Vicenza Libera – No Dal Molin) ha consegnato ieri al prefetto Melchiorre Fallica una lettera con i punti oscuri del cantiere Usa: sono diverse le incongruenze fra le prescrizioni contenute nella Vinca (valutazione d’incidenza ambientale) regionale e la realtà del Dal Molin. A partire dalla mancata costruzione dei dieci pozzi piezometrici che dovrebbero monitorare il livello della falda, trasmettendo i dati a Provincia e Regione ogni tre mesi. Quei dati invece non sono mai stati resi pubblici. «La falda a Caldogno è scesa, da maggio a ottobre, di 4metri; invece al Dal Molin l’acqua è salita, un fatto che si può motivare solo con le palificazioni nel terreno » dice Cinzia Bottene. Altro problema aperto è lo scarico dell’acqua reflua direttamente nel Bacchiglione attraverso tre scoli, quando la Vinca imporrebbe lo scarico in fognatura dopo opportuno trattamento. «Abbiamo le foto dei tre scoli, da cui esce un torrente continuo – prosegue -. Di recente la canaletta che porta l’acqua al fiume è stata allargata. Forse per "asciugare" il cantiere giusto in tempo per la visita di Costa?» «C’è un uso smodato dei "well point", le enormi pompe usate per deprimere la falda» aggiunge Olol Jackson. La richiesta al prefetto è che siano resi pubblici tutti i dati sulla falda e che si avvi uno studio della situazione con tecnici indipendenti nominati dal Comune. La Tav E si è discusso di infrastrutture anche nell’incontro con il candidato del centrosinistra alla guida del Veneto Giuseppe Bortolussi che ha sollecitato «la metropolitana di superficie indispensabile soprattutto per i centri minori e periferici, per creare veramente un tessuto metropolitano per il Veneto ». Il sindaco (che non ha risparmiato frecciatine a Brunetta), ha rinforzato il messaggio: «Nel progetto per la metropolitana di superficie non c’è traccia di Vicenza e per la Tav, il tracciato vicentino è stato congelato dal governo. Lo ripeto con forza: Vicenza non vuole essere emarginata da questi progetti». Sempre in tema di elezioni regionali, sembra, infine, che l’ultimo nome proposto nella squadra dal Pdl sia quello dell’ex assessore provinciale Modesto Basso. Silvia Maria Dubois Giulio Todescan 17 febbraio 2010 vicenza - La nuova denuncia dei No base «C’è acqua sporca nei pozzi» Bottene: le costruzioni della caserma hanno alzato la falda. Variati chiede un’indagine. Arriva un altro esposto Il progetto della rinnovata base Usa VICENZA - Una nuova denuncia degli attivisti del «No Dal Molin» e un nuovo impegno del sindaco di Vicenza Achille Variati. Nuove preoccupazioni «Farò fare subito un’indagine sullo stato della falda vicino alla base Usa. Non solo: lo inserisco già come tema urgente nell’odg alla riunione con gli americani e il commissario straordinario Paolo Costa fissata per il prossimo 26 febbraio». La preoccupazione arriva dal sindaco Achille Variati, che accoglie, a sua volta, l’allarme lanciato dalla consigliera comunale Cinzia Bottene (Vicenza libera) e dal comitato No Dal Molin. Questo ieri, dopo aver raccolto una serie di dati, ha denunciato diverse novità. «I cittadini di zona Sant’Antonino ci segnalano che dai loro pozzi artesiani ora esce acqua marrone - spiega Cinzia Bottene, che torna a chiedere l’intervento del sindaco «che deve farsi parte attiva nella conoscenza della reale situazione e per la tutela del suo territorio». Poi aggiunge: «Quanto temevamo è diventato realtà. La palificazione dell’area interna al cantiere e i lavori hanno creato un effetto diga, alzando l’acqua della falda». Ed è l’ingegnere Guglielmo Vernau a spiegare le «prove» di quanto si sostiene, prove emerse dai dialoghi tenuti con la Sovrintendenza: «Parlando con il responsabile Vincenzo Tinè, mi si è accesa una lampadina. Raccontandomi delle loro indagini, iniziate il maggio scorso, è venuto fuori che gli scavi sono stati interrotti a dicembre perché l’acqua della falda era troppo alta, circa 55,70 centimetri, mentre ora è scesa a 51.40. La quantità di pali piantata, dunque, ha provocato gli effetti previsti, alzando il livello dell’acqua ». Il presidio ha contattato anche il presidente del Centro idrico di Novoledo Lorenzo Altissimo, ma ora chiede anche i dati relativi ai dieci pozzi legati alla base Usa, che non sembrano essere disponibili. Si denuncia, inoltre, l’abbassamento dell’argine verso i campi, mentre quello del dal Molin sarebbe stato alzato. «Eh no, non si può mica fare tutto questo - spiega Variati -. Chiedo subito un’indagine urgente sulla falda. I dati dei pozzi? Devono assolutamente darceli, li chiederò alla riunione del 26 febbraio. E’ sempre stata la mia grande preoccupazione quella dell’innalzamento della falda in relazione alle fondamenta della caserma. Qui servono chiarimenti sulle cause di tutto questo». L’appello degli attivisti Ma la mobilitazione dei No Base ora riprende su tre fronti che corrispondono a tre «s»: la salute, appunto, con l’impegno ambientalista, ma anche la sicurezza («la militarizzazione della città mette in pericolo tutti») e la storia. A tal proposito si lancia una petizione affinché si schieri anche il mondo intellettuale locale, cosa che non è ancora avvenuta, a differenza delle manifestazioni di sostegno extra- vicentine. «Chiediamo una mobilitazione straordinaria per la salvaguardia di reperti archeologici di un villaggio paleo veneto risalente ad un’epoca antecedente di molti secoli a quella finora ritenuta originaria - spiega il professore Enrico Marchesini - perché il rischio che tutto finisca sepolto sotto le fondamenta di una caserma straniera è altissimo. Vicenza non dimentichi che solo la mobilitazione dei cittadini e degli intellettuali, negli anni Settanta, impedì la cementificazione di Parco Querini. Ecco, noi ora chiediamo un impegno simile: Vicenza deve agire coralmente per difendere la propria città». Contemporanemente si tengono i contatti con la Sovrintendenza a cui si domanda di «mantenere una comunicazione sempre trasparente su qualsiasi novità». L’ennesimo esposto Nel frattempo, sempre per impatto ambientale, il coordinamento dei comitati No Base, tramite il suo portavoce Giancarlo Albera, sta preparando l’ennesimo esposto a al commissarrio per la costruzione del Da Molin, Paolo Costa. (di Silvia Maria Dubois - 30 gennaio 2010) ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Base Usa Dal Molin, un esposto contro i lavori Il comitato Salviamo l’aeroporto: «La costruzione è iniziata ed è illegale». Franca Equizi: «Migliaia di micropali per le fondamenta, problemi alla falda» L'immagine che dimostra l'inizio dei lavori (sito <http://comitatosa%C2%ADviamolaeroporto.wordpress.%20com/foto/>comitatosalviamolaeroporto) VICENZA - I lavori al Dal Mo?lin sono iniziati, e da molto tempo. Almeno due mesi, se?condo l’ex consigliere comuna?le Franca Equizi e il comitato Salviamo l’aeroporto, che ieri ha presentato un esposto – il decimo sul tema – diretto al sindaco Variati, ad assessori e dirigenti comunali, alla procu?ra e al presidente della provin?cia Schneck. I lavori di demoli?zione non sono una novità. Lo è invece l’uso massiccio di mi?cropali di cemento conficcati nel suolo dell’ex pista di volo, primo passo per la costruzione di edifici ex novo. «Noi denunciamo che da cir?ca due mesi è iniziata l’attività di costruzione della nuova ba?se. Stanno piantando i micro?pali, ovvero quei pali lunghi fra i 25 e i 30 metri e di diame?tro di circa 50 centimetri che servono a consolidare il terre?no dove costruire le fondamen?ta – dice Franca Equizi - . Ne piantano uno ogni tre minuti, per cinquanta ore settimanali. Facendo un calcolo, sono venti ogni ora, quindi mille ogni set?timana ». In due mesi fanno ot?tomila pali, con le grandi gru-martello che lavorano a pieno ritmo nel cantiere top se?cret. «Il presidio che cosa presi?dia? E il sindaco lo sa? La spilla Italia-Usa la può buttare via», afferma la Equizi imbufalita. Il terreno intorno a quella che fu la pista dell’aeroporto civile è un groviera di buchi molto rav?vicinati. Quei pali, a detta del comitato Salviamo l’aeroporto (ma la stessa preoccupazione era stata espressa dagli altri co?mitati contro il Dal Molin, ol?tre che dal Comune nei ricorsi al Tar), rischiano di compro?mettere l’equilibrio idrogeolo?gico delle zone circostanti, cre?ando un effetto diga sulla falda acquifera. «Quei pali causeran?no un innalzamento delle ac?que di falda verso nord, e un abbassamento verso sud. Nel tempo tutti gli edifici intorno avranno danni – spiega l’ex consigliera - . Per costruire un edificio viene fatta una relazio?ne geologica, per cui in base al?l’umidità e al tipo di terreno si calcola il tipo di cemento da usare. Con l’innalzamento del?la falda, cambia la situazione degli altri edifici, che si trove?ranno crepe, infiltrazioni d’ac?qua. Ci sarà acqua che entra ne?gli scantinati. Chi pagherà que?sti danni?». Il lavoro di foratu?ra del terreno avrebbe coperto una buona metà dell’area, com?prendendo tutta la zona a sud ovest, dove c’erano i vecchi edi?fici dell’aeronautica già abbat?tuti. Franca Equizi punta poi il dito sul «disboscamento fero?ce »: «Nemmeno la relazione paesaggistica regionale hanno rispettato, quella che assicura?va che quasi tutti gli alberi sa?rebbero stati salvati, o al massi?mo spostati altrove». Infine, al?tri lavori stanno partendo a po?che centinaia di metri: sono quelli di un nuovo cantiere del?la ditta Carta Isnardo a Rettor?gole. Esattamente a fianco di dove, a settembre, si svolgerà il Festival del presidio No Dal Molin. «Lì a nostro avviso sor?gerà, nell’omertà più totale, il nuovo villaggio americano, lo stesso che Quinto non ha volu?to e che gli americani non han?no voluto costruire a Thiene, perché troppo distante dalla fu?tura base». (di Giulio Todescan - 23 luglio 2009) ------------------------------------------------------------------------------ N. B.: se volete essere cancellati da questa lista scrivete a: <mailto:altragricoltura at italytrading.com>altragricoltura at italytrading.com
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