Sì, Enrico, in sostanza diciamo le stesse cose: tu
da persona di fede, io da laica che s'interroga... Ma non importa.
Con profonda simpatia, Isabella
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Sent: Tuesday, December 15, 2009 2:45
PM
Subject: Re: [pace] La violenza mai e'
giustificabile,ma il conflitto nonviolento deve crescere (anche contro la
guerra)
Credo che diciamo le stesse cose, cara Isabella, con piccole
differenze di parole. Pregare per lui vuol dire che possa imparare finalmente
ad avere una coscienza sociale, e faccia vita privata, senza fare altri danni
pubblici. Ciao, Enrico
----- Original Message -----
Sent: Tuesday, December 15, 2009 2:20
PM
Subject: Re: [pace] La violenza mai e'
giustificabile,ma il conflitto nonviolento deve crescere (anche contro la
guerra)
Caro Enrico e cari tutti,
la mia sarà anche una riflessione elementare,
ma credo che dovremmo ricordarci, in questo frangente, il
pensiero gandhiano secondo il quale la
Nonviolenza deve distinguere tra la persona e la "funzione"
(carica
istituzionale = Potere) che riveste. Ammetto:
mi è impossibile provare compassione nei confronti del
personaggio
in questione, semmai un moto di astratta
solidarietà per quel residuo di umanità che riaffiora nel dolore
fisico...
Ma, al di là di questo momento di fragilità -
e, naturalmente, ci saranno le migliori cure disponibili sul
mercato, inaccessibili ai disgraziati - Berlusconi, interamente identificato
con il Potere e aggrappato alla conservazione di questo Potere, a
scapito di un Paese sempre più disperato e moralmente inquinato, va
combattuto su tutti i
fronti, possibilmente con mezzi nonviolenti, in
primis il risveglio della coscienza collettiva. Il gesto di uno
psicolabile
o mitomane non va applaudito: rimane un atto di
violenza, per di più inutile in quanto finirà per fare il gioco
del
Potere. Ma commuoversi per il falso martire fa
sempre e ancora il gioco del Potere...
Isabella Horn, Firenze
----- Original Message -----
Sent: Tuesday, December 15, 2009
11:06 AM
Subject: Re: [pace] La violenza mai
e' giustificabile,ma il conflitto nonviolento deve crescere (anche contro
la guerra)
Concordo molto. Ho scritto e manderò riflessioni simili.
Il crimine non è critica, la critica non è crimine. La com-passione umana
(sentire il dolore altrui) è sacrosanta, eppure non contraddice né
impedisce la critica politica corretta e veritiera, in difesa delle
istituzioni che devono garantire i deboli ancora più dei forti. Il dolore
che dobbiamo compartecipare anzitutto è quello dei poveri, quello dei
senza voce, quello delle vittime delle violenze sistematiche, quello degli
ingannati. Berlusconi ferito, umiliato e offeso si avvicina ai poveri:
condannando la violenza che lo ha colpito, lo sentiamo umanamente più
vicino a noi. Nessuno offenda il potente nella sua fragilità. Chi di noi
crede in Cristo, uomo di tutta l'umanità, persino dei ricchi (Matteo 19,
23-26 e passi paraleli in Marco e Luca), prega per lui.
Enrico Peyretti
----- Original Message -----
Sent: Tuesday, December 15, 2009
10:32 AM
Subject: [pace] La violenza mai e'
giustificabile,ma il conflitto nonviolento deve crescere (anche contro
la guerra)
Berlusconi e' stato colpito fisicamante con molta violenza. Questo
non e' giusto,ne' bello,ne' giustificabile.Anche dire " Se l' e' cercata
! " non e' giusto, bello o giustificabile. Sicuramente Berlusconi e'
curato nella maniera migliore e non ha bisogno del nostro aiuto
materiale. Spero che si riprenda completamente nel fisico e superi
eventuali conseguenze psicologiche. Quello che e' avvenuto domenica sera
non cambia niente pero' delle questioni cruciali che sono aperte. Forse
il clima che si respirava fino a ieri sera e' stato gia' dimenticato da
qualcuno, ma bastera' rileggersi i giornali dell' ultima settimana per
ricordare. C'era un violentissimo scontro tra il capo del governo e
altri poteri dello stato, oggetto di questo scontro la volonta' di
Berlusconi di non essere giudicato in alcuni processi in corso che lo
vedono coinvolto. Questo scontro si intreccia con il momento
difficilissimo dal punto di vista economico e con altre questioni vitali
(tra le quali guerre,immigrazione,scuola), che il governo affronta in
maniera "distruttiva".
Il conflitto e' diffuso, nonostante propaganda mediatica,
manganellate e assenza di un qualche coordinamento. E rappresenta l'
unica via di uscita per molti da una condizione di difficolta' destinata
a crescere in futuro. Quanto cambiera' questo episodio nella vita del
paese e' impossibile dirlo, sicuramente non cambiera' il corso dei
processi di fondo economici e sociali.La propaganda per sfruttare
politicamente l'aggressione violenta e ingiustificabile del presidente
del Consiglio e' iniziata gia' immediatamente dopo il fatto e sono
programmate centinaia di manifestazioni.Migliaia di comunicati sono
stati fatti in tutta Italia per dire "l' aggressione e' colpa del clima
di odio verso Berlusconi", sottinteso ma non troppo "Chi protesta e'
responsabile di questo gesto". Quindi e' necessario che ciascuno di noi
trovi la maniera di impegnarsi nel "conflitto",nel contrastare
cioe' le politiche che non solo non risolvono i problemi esistenti
ma stanno accrescendo le difficolta' di strati sempre piu' grandi della
popolazione. Le modalita' del conflitto nonviolento sono pero' le
uniche che potrebbero cambiare veramente il corso delle
cose. Distinguere il ruolo dalla persona. Non offendere i
sentimenti dei familiari. Non essere contenti dei guai anche fisici
dell' avversario. Ma essere fermissimi nel contrastare le scelte
governative e della politica tutta che causano o accrescono difficolta'
di tante persone. Sinceramente in occasione del bocciatura del Lodo
Alfano sono stato contento, ma infastidito da chi lo ha ribattezzato
"Godo Alfano" (sul Manifesto). Sicuramente molti sono stati contenti
della rabbia causata a Berlusconi ma sono completamente indifferenti
alla gente che soffre in guerra, nei Cie, per difficolta' economiche o
altro. Sarcasmo verso Berlusconi o altri (D' Alema ha fatto molta
scuola), l' eroe e' chi fa satira, ma insensibilita' verso le sofferenze
vere e chi aiuta gli altri in silenzio "e' un tipo un po'
strano". Non so se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui e se
sono riuscito a spiegare qualcosa di quello che volevo dire, ma sono
veramente convinto che se fosse piu' conosciuta la "nonviolenza attiva"
e "il conflitto nonviolento" molte cose potrebbero cambiare in
meglio.
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