Torino sabato 3 ottobre - Convegno - Verso futuri sostenibili e nonviolenti



-------- Messaggio Originale --------
Da: 	Centro Studi Sereno Regis <comunicazione at serenoregis.org>



Torino sabato 3 ottobre 2009 - Convegno - Verso futuri sostenibili e nonviolenti
dall’immaginazione alla realizzazione


Corso Trapani 91/B - 10141 *TORINO*, presso la Fabbrica delle ‘e’ (Gruppo Abele)
dalle ore 9,00 alle ore 13.00 e dalle ore 14,15 alle ore 18.00
Durante il Convegno saranno esposti, nei locali accanto alla sala, i pannelli della Mostra
fotografica “Economia gandhiana e sviluppo sostenibile”

PROGRAMMA

Mattina

9.00 –   9.30       Apertura del Convegno e saluti delle Autorità
9,30 – 10.00       Introduzione di Nanni Salio

*Aspetti sociali della sostenibilità*

10 – 10,40           Silvio Funtowicz: Come gestire la complessità dei
sistemi socio-ambientali?

10,40 – 11.00       Pausa

11.00 – 12.00   Prove di cambiamento sociale (moderatore Paolo Candelari)
                Gestione comune dell’acqua: il lavoro di ATTAC (Mariangela Rosolen)
                Stop al consumo di territorio (Alessandro Mortarino e Beppe Marasso)
                Una vita dopo il petrolio: le “transition towns”(Davide Bassignana)
                Forse non è NIMBY (Luca Giunti)

12,00 – 13.00   Dibattito con il pubblico e conclusioni di  Silvio Funtowicz

13.00 – 14.00        Pausa pranzo

Pomeriggio

*Prove di nuovi stili di vita*

14.00 – 15.00    Arte e sostenibilità: Processo creativo nella natura
(Alice Benessia, Francesca Ferri, Sista Bramini)

15.00 – 15.40 Roberto Burlando: Verso una economia sostenibile e
nonviolenta.

15,40 – 16,40    Esperienze concrete di impegno personale per il
cambiamento (moderatore Giuseppe Barbiero)

“Da consumatore a Cittadino -Sperimentazione collettiva di revisione dei  consumi e di Gruppi di
Acquisto Solidale” (Fondazione Cascina Roccafranca)
Giardinaggio politico:  i Badili Badola e la loro azione nonviolenta diretta (Isabella Zanotti)
Kan-Bio: lasciar fare alla terra verso l’autofertilità del suolo (Guido Balbo)
Il cambiamento attraverso la ricerca interiore (Doju  Freire)

16.40 – 17,00      Pausa

17.00  – 18.00  Dibattito con il pubblico e conclusioni di Roberto Burlando.



*Un insieme di crisi globali*
La recente crisi economico-finanziaria che colpisce l’intera economia
globalizzata non è che la punta dell’iceberg di crisi più profonde -
energetica, ecologica, climatica, ambientale, sociale- radicate nel
modello di sviluppo dominante, che perpetuano lo sfruttamento dell’uomo
sull’uomo e sulla natura, portando ad un livello insostenibile i nodi
critici e le contraddizioni da esso originate.
E’ ormai noto che il nostro pianeta non solo offre una disponibilità
limitata di beni, ma è anche molto “reattivo”: le perturbazioni che noi
causiamo – anche se di entità modesta e limitate nello spazio –
innescano trasformazioni che, a loro volta, interessano scale spaziali e
temporali al di là della nostra percezione e comprensione. Ciò richiede
un continuo sforzo volto sia alla conoscenza delle interconnessioni e
delle interdipendenze tra i processi naturali, sia all’acquisizione di
strumenti per svilupparne la consapevolezza e contribuire alla
sostenibilità ambientale del nostro pianeta.

Energia e materia nel pianeta: dalla percezione dei limiti alle
implicazioni sociali
I flussi di energia  sul pianeta – sempre più gestiti e controllati
dall’uomo -  determinano enormi cambiamenti nella qualità, quantità e
distribuzione di materia contenuta nei grandi serbatoi del pianeta: è la
CO2 che si accumula nell’aria e negli oceani, sono i pascoli che hanno
preso il posto delle foreste, sono i nuovi bacini idrici creati dalle
grandi dighe.
I flussi di energia e le trasformazioni di materia ad essi associate
sono attualmente alimentati, da un lato,  dai grandi sistemi produttivi,
e dall’altro da miliardi di consumatori, sempre più spesso pilotati
nelle loro scelte da potenti sistemi mediatici.
La governance di energia e materia a livello globale determina altresì
il livello di equità di cui possono godere le persone a livello locale:
il loro accesso ai beni primari, la qualità dell’ambiente, le
opportunità di sviluppare le proprie potenzialità individuali e sociali.
La transizione da un modello di sviluppo che punta alla crescita
illimitata, verso un modello che tiene in conto i limiti del pianeta,
prevede una revisione non solo dei sistemi produttivi, ma anche delle
relazioni tra i popoli, dell’idea di democrazia e degli stili di vita
personali:
Riprendendo temi ampiamente espressi da W. Sachs (Wuppertal Institute),
“ il nuovo colore della giustizia è quello di mettere in questione il
nostro tipo di benessere, di renderlo più democratico. Bisogna pensare
che l’idea della giustizia non possa più essere collegata all’idea dello
sviluppo illimitato, ma piuttosto sia molto vicina alla sufficienza,
perché solo la giustizia che sa esercitare la sufficienza permetterà a
tutti di avere la loro porzione. Così cambia anche la prospettiva della
giustizia internazionale: non si tratta di imparare a dare di più, ma di
diventare capaci di prendere di meno” .
E ancora, “l’ecologia è nient’altro che la ricerca di un’economia
leggera nell’uso delle risorse, di stili di  vita leggeri, di un’arte
capace di creare valore economico con input  sempre minori di materiali
ed energia. E’ chiaro per me che l’ecologia è diventata la condizione
per la giustizia nel mondo, che senza ecologia non ci sarà giustizia nel
mondo”.
“Mentre efficienza significa fare le cose nel modo giusto, sufficienza
equivale a fare le cose giuste”

*La necessità di nuovi scenari e prospettive*
I livelli di disparità  economica e sociale  e i livelli  critici di
sostenibilità, prossimi al punto di rottura, cui hanno condotto i
processi sopra accennati rischiano di portare il mondo verso una
catastrofe annunciata.
In questo contesto è sempre più evidente la necessità  e l’urgenza di
sviluppare visioni nuove, e un pensiero alternativo che sappia indicare
dei percorsi di uscita dalle crisi e di ricostruzione di una economia e
di una società capaci di futuro.
A questo fine pensiamo che sia utile e stimolante confrontarsi con un
pensiero ed una esperienza come quella gandhiana per ricavare idee e
spunti utili per rispondere alla grande crisi globale.

*Cento anni fa, una critica alla ‘civiltà’  occidentale*
E’ noto che Gandhi non scrisse molti libri, sebbene le sue opere
(discorsi, lettere, articoli di giornali) comprendano ben cento volumi
(disponibili in cartaceo e digitale presso la Biblioteca del Centro
Sereno Regis). Oltre alla sua diffusissima autobiografia, che porta il
significativo titolo di “Esperimenti con la verità”, nel 1908 scrisse un
libricino, Hind Swaraj (la liberazione dell’India), che fu pubblicato
l’anno successivo.
Gandhi immagina di dialogare con un ipotetico lettore e in venti brevi
capitoli riassume gli aspetti principali del suo pensiero su pace,
guerra, nonviolenza, educazione, sviluppo e progresso economico. In un
confronto serrato con il suo interlocutore, egli muove una critica
radicale alla civiltà occidentale, mettendone a nudo i principali
difetti e l’immoralità del sistema economico capitalista dominante oltre
che, nello specifico, del colonialismo inglese.
Nel corso del tempo, le tesi di Gandhi hanno suscitato i commenti più
disparati: da coloro che vedono in lui l’antesignano dei movimenti
ecologisti e altermondisti, a chi lo considera un reazionario
tradizionalista. Ma di questi giorni, un secolo dopo, è difficile
sostenere che le sue previsioni fossero infondate. Nel pieno di un
insieme di crisi, ecologica, energetica, climatica, economica, sociale,
dobbiamo trovare il modo di immaginare, progettare e realizzare un
futuro sostenibile.

*Progettare la transizione*
Il 2009 si presenta denso di iniziative che, in varie parti del mondo,
prenderanno spunto dalle profetiche critiche di Gandhi: anche noi
intendiamo con questo convegno proporle come punti di riferimento e di
riflessione per quanti rifiutano di sentirsi impotenti e cercano strade
alternative.
Tuttavia, non vogliamo fermarci semplicemente agli aspetti della
denuncia. Il compito più difficile che ci attende è quello della
progettazione di una transizione  per uscire dall’attuale sistema di
economia insostenibile e avviarci verso una economia nonviolenta, equa e
sostenibile per tutti gli esseri viventi, a partire dall’invito che
Gandhi ci rivolge perentoriamente:

*/“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”/*


Convegno organizzato dal Centro Studi Sereno Regis con Gruppo
ASSEFA-Torino e MIR-MN


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*Centro Studi Sereno Regis*
Via Garibaldi, 13 - 10122 Torino

Tel.         +39 011532824 +39 011549004
Fax         +39 0115158000
E-mail     comunicazione at serenoregis.org
Web        www.serenoregis.org
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