Re: [reg-piemonte]




Cari tutti,
    rispondo a Fausto, un amico: non nego che gli arresti servano a frenare le manifestazioni contro il G8. Ma ridurli a questo non corrisponde alla realtà, mi sembra.
    Mi fido delle dichiarazioni di Caselli sui fatti di Torino, perché avviene sempre così, anche sabato scorso a Vicenza: c'è un gruppetto che intende impadronirsi della manifestazione e della visibilità sui media, perché si autonomina padrone e messia supremo ed esclusivo del diritto di protesta, e lo fa coi mezzi violenti, utili a soddisfare le proprie viscere, ma assolutamente inutili e contrari alla causa della giustizia.
    E' chiaro fin da Genova 2001: se si vuole fare una protesta giusta contro una ingiustizia, bisogna farla con la forza della verità e dell'unità, ripudiando metodi e intenzioni violente, e anche le sceneggiate della durezza, come le buffonate militaresche dei "catafratti" (buffa ridicola parola antica che significa i corazzati e portatori di scudi, tipi da museo che si vedono - se vi piace -  nell'Armeria reale di Torino).
    - Contro il militarismo e il superarmismo si protesta senza armi né corazze, altrimenti si è militaristi, scimmiottatori dei veri militari, che se la ridono.
    - Contro il militarismo si protesta non con gli insulti, ma con le affermazioni.
    - Contro il militarismo si protesta con l'organizzazione meticolosa e l'addestramento lungo e paziente, in gruppi preparati psicologicamente a resistere all'eventuale violenza con la superiorità della nonviolenza, di cui non può far parte chi non fa la scelta nonviolenta. Per Genova 2001 questa organizzazione in parte ci fu, e servì a dimostrare che la violenza non veniva dai veri manifestanti.
    - Se in queste occasioni c'è violenza, si deve vedere che viene da un'unica parte, dalla non giustificabile repressione delle ragioni giuste. 
    - Gandhi e Martin Luther King vinsero così, non diversamente che così, perchè sconfessavano e fermavano le manifestazioni inquinate dai violenti.
    - I gruppetti "catafratti" sono utilissimi a danneggiare la causa della giustizia e della pace: se lo sanno sono traditori e avversari, se non lo sanno sono... (lo lascio dire a chi legge).
    - Ogni manifestazione per cause giuste e pacifiste dovrà dichiarare in anticipo ai giornali: "Se nella nostra manifestazione si infiltreranno dei violenti, noi gireremo i tacchi e torneremo al punto di partenza, lasciando soli i violenti. Questa sarà la nostra manifestazione".  Così fecero i soldati russi, contadini, che "votarono per la pace con i piedi", tornando indietro, disubbidendo agli ufficiali, e preparando, prima della rivoluzione, l'uscita della Russia dalla prima guerra mondiale.
    - Chi dice "non solo prenderle ma anche darle" (o parole simili) ha ben piantato in testa il vecchio pensiero della guerra, e gli manca del tutto quello nuovo della pace. Tra noi è fuori posto.
    - Certo, ci vuole coraggio, anche fisico, la capacità di prendere colpi, nell'andare a dire la verità al sistema bellico e violento, senza imitarne i metodi. E' per questo che occorre una grande preparazione psico-fisica. Chi non se la sente, lavora per la pace in altri modi. Io confesso di non avere ancora un sufficiente coraggio fisico, partecipo quando posso alle manifestazioni nonviolente, e soprattutto cerco di lavorare per la pace in altri ruoli.
    - Ai poliziotti, anche quelli "montati" contro di noi (Genova 2001), si parla (Praga 1968), si offrono fiori (Portogallo 1975). O comprendono (sono ragazzi condizionati), oppure, se fanno violenza, perdono la faccia davanti all'opinione pubblica, mentre ci guadagna la nostra causa.
    Più ci penso e osservo, e più mi convinco che solo la separazione chiara e visibile dei nonviolenti dai "disponibili" alla violenza potrà rendere manifesta all'opinione pubblica la giustizia del movimento per la pace e acquistargli appoggi popolari, senza i quali rimane politicamente inefficace.
    Tutti i vari movimenti per la pace dovrebbero intendersi e collaborare tra loro su queste basi, in una Federazione Nonviolenta. Non pretendo di avere detto tutto né bene, ma questa è la linea di ricerca.
    Enrico Peyretti, Torino
 

 
----- Original Message -----
Sent: Tuesday, July 07, 2009 8:57 AM
Subject: [reg-piemonte]

Il conflitto sociale non si arresta!

I 21 arresti che questa notte hanno colpito altrettanti studenti sono un chiaro tentativo d’intimidazione e provocazione a poche ore dall’inizio del G8 e a pochi giorni dalla chiusura estiva delle università. Un provvedimento repressivo che ha tutta l’aria di una “vendetta”politica per il grande movimento autunnale e un avvertimento per il prossimo anno accademico, quando gli effetti dei provvedimenti della Gelmini si abbatteranno materialmente sui bilanci degli atenei e soprattutto nelle tasche degli studenti e delle studentesse, come già l’aumento delle tasse proprio nell’ateneo di Torino sta a dimostrare. Come Sinistra Critica esprimiamo la massima solidarietà attiva contro chi vuole ridurre il conflitto sociale a un problema di ordine pubblico. Liberi Tutti/e subito!

 

Sinistra Critica

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