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Fwd: UN PONTE CON GLI ECOPACIFISTI IRANIANI- appello
- Subject: Fwd: UN PONTE CON GLI ECOPACIFISTI IRANIANI- appello
- From: Francesco Lo Cascio <locascio.francesco at alice.it>
- Date: Sun, 14 Jun 2009 22:20:49 +0200
- Sender: locascio.francesco at gmail.com
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Francesco Lo Cascio <locascio.francesco at alice.it>
Date: 14 giugno 2009 22.12
Oggetto: Fwd: UN PONTE CON GLI ECOPACIFISTI IRANIANI- appello
A: mir-riconciliazione at yahoogroups.com
Su facebook è attivo il gruppo:"Io sto con Mussavi!".
Da: Francesco Lo Cascio <locascio.francesco at alice.it>
Date: 14 giugno 2009 22.12
Oggetto: Fwd: UN PONTE CON GLI ECOPACIFISTI IRANIANI- appello
A: mir-riconciliazione at yahoogroups.com
Su facebook è attivo il gruppo:"Io sto con Mussavi!".
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: alfonsonavarra at virgilio.it <alfonsonavarra at virgilio.it>
Date: 14 giugno 2009 17.51
Oggetto: UN PONTE CON GLI ECOPACIFISTI IRANIANI- appello
A:
UN APPELLO AGLI ATTIVISTI ROMANI E A CHIUNQUE VOGLIA E POSSA
INTERVENIRE AI SIT-IN DAVANTI L'AMBASCIATA IRANIANA:
COSTRUIAMO UN
PONTE CON GLI ECOPACIFISTI IRANIANI!
Le elezioni in Iran si stanno
concludendo con un "colpo di mano" del regime teocratico, che -
denuncia la stessa opposizione islamica di Mussavi, certamente non
sospettabile di connivenze con il "Satana Imperialista" - ruba al
popolo iraniano la sua vera espressione di voto.
Il "Papa sciita"
Khamenei ha riconfermato Ahmadinejad alla presidenza della Repubblica,
preferendo il tran tran dell'ottusità clericale, burocratica,
nazionalista, militarista, all'incognita di un processo di "glasnost",
di apertura al mondo e di disgelo democratico della società iraniana.
Ma l'"Onda Verde" dei giovani e delle donne che sognano più libertà e
più diritti non molla, scende ancora in piazza ed affronta a viso
aperto, in modo essenzialmente pacifico e nonviolento (facendo
attenzione ai provocatori infiltrati travestiti da Green Block" - vedi
flash di "Repubblica" sotto riportato" ) la brutale e sanguinosa
repressione.
Per i manifestanti di Tehran abbiamo un dovere di
solidarietà, ma anche di dialogo, nella prospettiva
dell'"Internazionale dei diritti umani".
La lotta per la
denuclearizzazione - civile e militare - del Mediterraneo e del Medio
Oriente è comune, ed è anche nostro interesse, di italiani amanti della
pace disarmata, che si creino le condizioni per evitare lo scontro
delle civiltà, fomentato dalla tenaglia tra complessi militar-
petrolifero-industriali, ed i nazionalismi e fondamentalismi religiosi.
Anche in questa occasione, ribadendo che siamo per la soluzione "due
popoli- due Stati" in Palestina, e che ci battiamo contro il nucleare
israeliano (abbiamo aiutato Mordechai Vanunu), contro l'occupazione
militare israeliana (e contro ogni cooperazione militare italo-
israeliana), è comunque giusto sollecitare i nostri giovani
interlocutori a condannare le provocatorie affermazioni contro la Shoah
e contro lo Stato di Israele del presidente iraniano Ahmadinejad.
E'
anche compito nostro cogliere l'opportunità di una svolta pacifica
offerta dal presidente USA Obama a tutto il Medio Oriente, andando
oltre i suoi limiti e le sue contraddizioni, e facendo sì che non si
inneschi la spirale che potrebbe condurre addirittura ad una guerra
nucleare. Le dinamiche del gioco della potenza, sulla cui razionalità e
controllabilità non è il caso di fare eccessivo affidamento, rendono,
purtoppo, questa ipotesi, maledettamente realistica: Israele può
lanciare l'attacco contro i programmi nucleari di una "minaccia
esistenziale", l'Iran risponde, gli USA restano coinvolti e
intervengono a loro volta... l'incendio può dare fuoco alla
santabarbara nucleare del Pianeta! E la guerra nucleare è una cosa
molto speciale, che va ben oltre le uccisioni e devastazioni dei
conflitti convenzionali cui, disgraziatamente, siamo abituati: anche se
spazialmente circoscritta, rende comunque, nella migliore delle
ipotesi, il territorio permanentemente (in pratica perennemente)
desertificato dal punto di vista umano.
Anche i governi europei,
incluso quello italiano, in considerazione dell'enormità del rischio,
non possono stare a guardare: nel caso specifico della crisi iraniana,
devono pretendere subito, come primo passo, il libero accesso della
stampa internazionale (giornalisti del TG3 , ad es. sono stati
aggrediti a Tehran) e la presenza di osservatori per controllare la
regolarità di un eventuale riconteggio delle schede elettorali.
In
questi giorni, a Roma, sono in corso dei sit-in sotto l'ambasciata
iraniana (via Nomentana) e la partecipazione dei "pacifisti", finora
disattenti, alle proteste contro il regime teocratico di Tehran sarebbe
caldamente auspicabile.
Agli attivisti romani, fisicamente presenti
(speriamo), proponiamo una "missione" particolare: prendere i contatti
anche in nostro nome con l'"opposizione" democratica iraniana, in
particolare con quella più affine ai nostri contenuti ed alle nostre
sensibilità (il premio Nobel Shirin Ebadi, per esempio, è contraria
anche al nucleare civile) affinchè si indica una specifica riunione
sull'idea ed il progetto di una Ambasciata di pace dei no-war europei a
Tehran; progetto che andrebbe aggiornato e rimodulato sul drammatico ed
ugente precipitare di conflitti e di repressioni che vediamo dipanarsi
in questi giorni.
Noi, con la consulenza della Presidenza Rete Ipri-
CCP, che ci ha esplicitamente incoraggiato in questo senso, ci
impegnamo a ripresentare il progetto dell'Ambasciata di pace facendo
tesoro della più ampia discussione possibile, nella consapevolezza che,
pur dovendo scontare un grave ritardo, abbiamo sempre la possibilità di
partire con il piede giusto: POSSIAMO E DOBBIAMO inserirci, con una
azione efficacemente preventiva di dialogo e di pace, nel punto più
delicato oggi degli equilibri geopolitici mondiali.
CONTATTARE:
Coordinamento fermiamo chi scherza col fuoco atomico - c/o Campagna OSM-
DPN - via Mario Pichi 1 - 20123 Milano
email locosm at tin.it;
alfonsonavarra at virgilio.it; cell. 349-5211837
da www.repubblica.it
Gli scontri di piazza e i dubbi sul voto della Casa Bianca
Ahmadinejad:
"Sul nucleare non cambio linea strategica"
Iran, nuovi scontri nella
capitale
Polizia: "Su Moussavi false notizie"
TEHERAN - Proseguono gli
scontri, violentissimi, nella capitale iraniana tra polizia e
sostenitori del fronte moderato, all'indomani dei risultati elettorali
che hanno sancito - almeno sulla carta - la schiacciante vittoria di
Muhamad Ahmadinejad, con il 63% dei suffragi. Mir Hossein Mussavi, il
principale antagonista nelle elezioni presidenziali ha detto subito di
non voler accettare il risultato del voto ed ha chiesto a tutti i suoi
sostenitori di opporsi ai brogli. Centinaia di persone sarebbero state
arrestate nella notte.
Gli scontri e l'appello di Moussavi- Alcune
banche, un ufficio della compagnia pubblica delle telecomunicazioni e
chioschi per la vendita di giornali sono stati attaccati oggi dai
manifestanti in un'area al centro di Teheran. Non è ancora ben chiaro
chi siano i responsabili degli attacchi.
Nel frattempo, Moussavi
lancia un nuovo appello ai suoi sostenitori: "Avanti con le proteste" è
l'ordine dell'esponente dei moderati ai suoi sostenitori ai quali ha
però chiesto di agire pacificamente e senza provocare la reazione
violenta delle forze di sicurezza.
"Vi chiedo ancora una volta - ha
aggiunto Moussavi - di portare avanti l'opposizione civile e legale in
tutto il Paese con mezzi pacifici", si legge in una dichiarazione
pubblicata sul sito della sua campagna, Ghalam News, "non lasciate che
venga abbandonato il verde (colore del suo partito, ma anche
dell'Islam) che è icona di spiritualità, libertà, sensibiltà religiosa
e tolleranza".
Il sospetto delle provocazioni. Durante una rivolta
studentesca nel 1999, repressa dalle forze di sicurezza, avvennero
episodi di questo genere, attribuiti dal regime agli stessi studenti.
Ma i manifestanti accusarono "agenti provocatori" del regime di essere
i veri responsabili.
Il presunto arresto di Moussavi - Del principale
oppositore di Ahmadinejad si era detto, in un primo momento, che era
stato arrestato, poi che era stato messo agli arresti domiciliari. Ora
le autorità negano tutto: il vice capo della polizia Ahmad Radan ha
categoricamente smentito le voci secondo cui Moussavi e la moglie,
Zahra Rahnavard, sarebbero stati sottoposti a misure restrittive. "La
notizia non è vera", ha detto Radan, citato dall'agenzia Fars.
I
dubbi. Sul voto in Iran, oltre ai sospetti di brogli avanzati dal
fronte moderato, capeggiato da Moussavi, grava anche quello
dell'amministrazione Usa: "Una
spaventosa mole di dubbi" sono le
parole usate dal vicepresidente statunitense, Joe Biden, di fronte al
risultato emerso dalle urne per le presidenziali che hanno confermato
Mahmud Ahmadinejad per un secondo mandato.
Le accuse all'opposizione.
Il governatore generale e responsabile per la sicurezza di Teheran,
Morteza Tamaddom, ha accusato lo stesso Moussavi di essere il
"responsabile" degli incidenti avvenuti nella capitale, fra suoi
sostenitori e le forze di sicurezza. "Con le sue false affermazioni -
ha detto il governatore - Moussavi ha provocato la gente e deve essere
considerato il responsabile dei recenti incidenti".
Il bavaglio alla
stampa. Intanto, le autorità iraniane hanno chiuso per una settimana
l'ufficio di Teheran della rete satellitare araba Al Arabiya. Lo
riferisce il sito dell'emittente televisiva, aggiungendo che alla rete
non è stata fornita nessuna spiegazione per la chiusura.
Al Arabiya
ha seguito con molta attenzione le manifestazioni di protesta scoppiate
nella capitale iraniana dopo la pubblicazione dei contestati risultati
elettorali e ha riferito che vi sono stati tre morti.
Ahmadinejad sul
nucleare. La questione nucleare "appartiene al passato", nel senso che
le linee strategiche del suo Paese sulla questione non cambieranno con
questo secondo mandato: "E' ormai un capitolo della storia". Cisì il
presidente rieletto Ahmadinejad, che poi ha alzaato i toni: "Qualsiasi
paese oserà attaccare l'Iran se ne pentirà profondamente"
Poi lo
stesso presidente ha paralto di elezioni regolari e democratiche e ha
aggiunto che le proteste di chi ha messo in dubbio la correttezza delle
elezioni in Iran "non sono importanti" e "non provocheranno alcun
problema". "In Iran - ha concluso - c'è piena libertà"
(14 giugno
2009)
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Hai
ricevuto questo messaggio in quanto sei iscritto al gruppo Gruppo
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Per mandare
un messaggio a questo gruppo, invia una email a fermiamo-il-fuoco-
atomico at googlegroups.com
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Per maggiori opzioni, visita questo gruppo all'indirizzo http://groups.
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Da: alfonsonavarra at virgilio.it <alfonsonavarra at virgilio.it>
Date: 14 giugno 2009 17.51
Oggetto: UN PONTE CON GLI ECOPACIFISTI IRANIANI- appello
A:
UN APPELLO AGLI ATTIVISTI ROMANI E A CHIUNQUE VOGLIA E POSSA
INTERVENIRE AI SIT-IN DAVANTI L'AMBASCIATA IRANIANA:
COSTRUIAMO UN
PONTE CON GLI ECOPACIFISTI IRANIANI!
Le elezioni in Iran si stanno
concludendo con un "colpo di mano" del regime teocratico, che -
denuncia la stessa opposizione islamica di Mussavi, certamente non
sospettabile di connivenze con il "Satana Imperialista" - ruba al
popolo iraniano la sua vera espressione di voto.
Il "Papa sciita"
Khamenei ha riconfermato Ahmadinejad alla presidenza della Repubblica,
preferendo il tran tran dell'ottusità clericale, burocratica,
nazionalista, militarista, all'incognita di un processo di "glasnost",
di apertura al mondo e di disgelo democratico della società iraniana.
Ma l'"Onda Verde" dei giovani e delle donne che sognano più libertà e
più diritti non molla, scende ancora in piazza ed affronta a viso
aperto, in modo essenzialmente pacifico e nonviolento (facendo
attenzione ai provocatori infiltrati travestiti da Green Block" - vedi
flash di "Repubblica" sotto riportato" ) la brutale e sanguinosa
repressione.
Per i manifestanti di Tehran abbiamo un dovere di
solidarietà, ma anche di dialogo, nella prospettiva
dell'"Internazionale dei diritti umani".
La lotta per la
denuclearizzazione - civile e militare - del Mediterraneo e del Medio
Oriente è comune, ed è anche nostro interesse, di italiani amanti della
pace disarmata, che si creino le condizioni per evitare lo scontro
delle civiltà, fomentato dalla tenaglia tra complessi militar-
petrolifero-industriali, ed i nazionalismi e fondamentalismi religiosi.
Anche in questa occasione, ribadendo che siamo per la soluzione "due
popoli- due Stati" in Palestina, e che ci battiamo contro il nucleare
israeliano (abbiamo aiutato Mordechai Vanunu), contro l'occupazione
militare israeliana (e contro ogni cooperazione militare italo-
israeliana), è comunque giusto sollecitare i nostri giovani
interlocutori a condannare le provocatorie affermazioni contro la Shoah
e contro lo Stato di Israele del presidente iraniano Ahmadinejad.
E'
anche compito nostro cogliere l'opportunità di una svolta pacifica
offerta dal presidente USA Obama a tutto il Medio Oriente, andando
oltre i suoi limiti e le sue contraddizioni, e facendo sì che non si
inneschi la spirale che potrebbe condurre addirittura ad una guerra
nucleare. Le dinamiche del gioco della potenza, sulla cui razionalità e
controllabilità non è il caso di fare eccessivo affidamento, rendono,
purtoppo, questa ipotesi, maledettamente realistica: Israele può
lanciare l'attacco contro i programmi nucleari di una "minaccia
esistenziale", l'Iran risponde, gli USA restano coinvolti e
intervengono a loro volta... l'incendio può dare fuoco alla
santabarbara nucleare del Pianeta! E la guerra nucleare è una cosa
molto speciale, che va ben oltre le uccisioni e devastazioni dei
conflitti convenzionali cui, disgraziatamente, siamo abituati: anche se
spazialmente circoscritta, rende comunque, nella migliore delle
ipotesi, il territorio permanentemente (in pratica perennemente)
desertificato dal punto di vista umano.
Anche i governi europei,
incluso quello italiano, in considerazione dell'enormità del rischio,
non possono stare a guardare: nel caso specifico della crisi iraniana,
devono pretendere subito, come primo passo, il libero accesso della
stampa internazionale (giornalisti del TG3 , ad es. sono stati
aggrediti a Tehran) e la presenza di osservatori per controllare la
regolarità di un eventuale riconteggio delle schede elettorali.
In
questi giorni, a Roma, sono in corso dei sit-in sotto l'ambasciata
iraniana (via Nomentana) e la partecipazione dei "pacifisti", finora
disattenti, alle proteste contro il regime teocratico di Tehran sarebbe
caldamente auspicabile.
Agli attivisti romani, fisicamente presenti
(speriamo), proponiamo una "missione" particolare: prendere i contatti
anche in nostro nome con l'"opposizione" democratica iraniana, in
particolare con quella più affine ai nostri contenuti ed alle nostre
sensibilità (il premio Nobel Shirin Ebadi, per esempio, è contraria
anche al nucleare civile) affinchè si indica una specifica riunione
sull'idea ed il progetto di una Ambasciata di pace dei no-war europei a
Tehran; progetto che andrebbe aggiornato e rimodulato sul drammatico ed
ugente precipitare di conflitti e di repressioni che vediamo dipanarsi
in questi giorni.
Noi, con la consulenza della Presidenza Rete Ipri-
CCP, che ci ha esplicitamente incoraggiato in questo senso, ci
impegnamo a ripresentare il progetto dell'Ambasciata di pace facendo
tesoro della più ampia discussione possibile, nella consapevolezza che,
pur dovendo scontare un grave ritardo, abbiamo sempre la possibilità di
partire con il piede giusto: POSSIAMO E DOBBIAMO inserirci, con una
azione efficacemente preventiva di dialogo e di pace, nel punto più
delicato oggi degli equilibri geopolitici mondiali.
CONTATTARE:
Coordinamento fermiamo chi scherza col fuoco atomico - c/o Campagna OSM-
DPN - via Mario Pichi 1 - 20123 Milano
email locosm at tin.it;
alfonsonavarra at virgilio.it; cell. 349-5211837
da www.repubblica.it
Gli scontri di piazza e i dubbi sul voto della Casa Bianca
Ahmadinejad:
"Sul nucleare non cambio linea strategica"
Iran, nuovi scontri nella
capitale
Polizia: "Su Moussavi false notizie"
TEHERAN - Proseguono gli
scontri, violentissimi, nella capitale iraniana tra polizia e
sostenitori del fronte moderato, all'indomani dei risultati elettorali
che hanno sancito - almeno sulla carta - la schiacciante vittoria di
Muhamad Ahmadinejad, con il 63% dei suffragi. Mir Hossein Mussavi, il
principale antagonista nelle elezioni presidenziali ha detto subito di
non voler accettare il risultato del voto ed ha chiesto a tutti i suoi
sostenitori di opporsi ai brogli. Centinaia di persone sarebbero state
arrestate nella notte.
Gli scontri e l'appello di Moussavi- Alcune
banche, un ufficio della compagnia pubblica delle telecomunicazioni e
chioschi per la vendita di giornali sono stati attaccati oggi dai
manifestanti in un'area al centro di Teheran. Non è ancora ben chiaro
chi siano i responsabili degli attacchi.
Nel frattempo, Moussavi
lancia un nuovo appello ai suoi sostenitori: "Avanti con le proteste" è
l'ordine dell'esponente dei moderati ai suoi sostenitori ai quali ha
però chiesto di agire pacificamente e senza provocare la reazione
violenta delle forze di sicurezza.
"Vi chiedo ancora una volta - ha
aggiunto Moussavi - di portare avanti l'opposizione civile e legale in
tutto il Paese con mezzi pacifici", si legge in una dichiarazione
pubblicata sul sito della sua campagna, Ghalam News, "non lasciate che
venga abbandonato il verde (colore del suo partito, ma anche
dell'Islam) che è icona di spiritualità, libertà, sensibiltà religiosa
e tolleranza".
Il sospetto delle provocazioni. Durante una rivolta
studentesca nel 1999, repressa dalle forze di sicurezza, avvennero
episodi di questo genere, attribuiti dal regime agli stessi studenti.
Ma i manifestanti accusarono "agenti provocatori" del regime di essere
i veri responsabili.
Il presunto arresto di Moussavi - Del principale
oppositore di Ahmadinejad si era detto, in un primo momento, che era
stato arrestato, poi che era stato messo agli arresti domiciliari. Ora
le autorità negano tutto: il vice capo della polizia Ahmad Radan ha
categoricamente smentito le voci secondo cui Moussavi e la moglie,
Zahra Rahnavard, sarebbero stati sottoposti a misure restrittive. "La
notizia non è vera", ha detto Radan, citato dall'agenzia Fars.
I
dubbi. Sul voto in Iran, oltre ai sospetti di brogli avanzati dal
fronte moderato, capeggiato da Moussavi, grava anche quello
dell'amministrazione Usa: "Una
spaventosa mole di dubbi" sono le
parole usate dal vicepresidente statunitense, Joe Biden, di fronte al
risultato emerso dalle urne per le presidenziali che hanno confermato
Mahmud Ahmadinejad per un secondo mandato.
Le accuse all'opposizione.
Il governatore generale e responsabile per la sicurezza di Teheran,
Morteza Tamaddom, ha accusato lo stesso Moussavi di essere il
"responsabile" degli incidenti avvenuti nella capitale, fra suoi
sostenitori e le forze di sicurezza. "Con le sue false affermazioni -
ha detto il governatore - Moussavi ha provocato la gente e deve essere
considerato il responsabile dei recenti incidenti".
Il bavaglio alla
stampa. Intanto, le autorità iraniane hanno chiuso per una settimana
l'ufficio di Teheran della rete satellitare araba Al Arabiya. Lo
riferisce il sito dell'emittente televisiva, aggiungendo che alla rete
non è stata fornita nessuna spiegazione per la chiusura.
Al Arabiya
ha seguito con molta attenzione le manifestazioni di protesta scoppiate
nella capitale iraniana dopo la pubblicazione dei contestati risultati
elettorali e ha riferito che vi sono stati tre morti.
Ahmadinejad sul
nucleare. La questione nucleare "appartiene al passato", nel senso che
le linee strategiche del suo Paese sulla questione non cambieranno con
questo secondo mandato: "E' ormai un capitolo della storia". Cisì il
presidente rieletto Ahmadinejad, che poi ha alzaato i toni: "Qualsiasi
paese oserà attaccare l'Iran se ne pentirà profondamente"
Poi lo
stesso presidente ha paralto di elezioni regolari e democratiche e ha
aggiunto che le proteste di chi ha messo in dubbio la correttezza delle
elezioni in Iran "non sono importanti" e "non provocheranno alcun
problema". "In Iran - ha concluso - c'è piena libertà"
(14 giugno
2009)
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"fermiamo chi scherza col fuoco atomico" di Google Gruppi.
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