[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
I: Fwd: gli infami israeliani massacratori di innocenti. sporchi assassini e i leader italiani loro complici
- Subject: I: Fwd: gli infami israeliani massacratori di innocenti. sporchi assassini e i leader italiani loro complici
- From: Andrea Polzoni <malatesta69 at yahoo.it>
- Date: Mon, 5 Jan 2009 15:49:59 -0800 (PST)
_________________________________________________________________
INFORMATION GUERRILLA - "by any media necessary"
([1]qui l'archivio del sito, waitin' for resurrection...
[2]informationguerrilla at katamail.com)
_________________________________________________________________
GAZA, SOLUZIONE FINALE
di Patrizia Viglino
Cadaveri distesi per terra a mucchi, corpi dilaniati, volti esangui,
le preghiere dei feriti in fin di vita. Bambini col cranio
scoperchiato, grida di terrore, donne e uomini coperti di polvere,
estratti dalle macerie degli edifici distrutti e tutto intorno quello
che resta di vite umane spese nella sofferenza, nell'assedio, nella
fame, nel sogno di vita e libertà che si trasforma in un fiume di
sangue. Ospedali al collasso, privi di medicinali e di mezzi, corsie
piene di cadaveri che giacciono fianco a fianco con i feriti, con i
bambini che chiamano le madri sotto il flash delle macchine
fotografiche.
Sanguina la Striscia di Gaza, sanguina e geme da tre lunghi giorni di
furia omicida, aggredita da un esercito di sanguinari, sottoposta ad
una pioggia di bombe che dal cielo e dal mare si abbatte sulla
comunità di palestinesi rinchiusi nel più grande campo di
concentramento del Mondo.
Ai confini del Gaza-Campo, soldati israeliani che si preparano
all'invasione di terra, truppe che cantano e ballano, che esultano per
gli oltre 350 morti palestinesi. Quale orrore maggiore ci stiamo
preparando a guardare attraverso lo schermo delle televisioni nelle
prossime ore? Quale raziocinante retorica saremo pronti ancora a
digerire?
E intanto sentiamo ripetere l'odioso mantra dei carnefici del popolo
palestinese, dal ministro israeliano della difesa Barak a quello degli
esteri Livni, che in clima di campagna elettorale dicono di non voler
fermare questa macchina da guerra chiamata "Israele" fintanto che Gaza
non sia riportata indietro di dieci anni, fintanto che non rimarrà in
piedi un solo edificio di Hamas, fintanto che non verrà annientato
l'eterno nemico che oggi si chiama Hamas, come ieri si chiamava
al-Fatah, come in passato si è chiamato OLP e come da sempre si chiama
Popolo Palestinese.
Un'ombra sta scendendo sul mondo intero, sui giornalisti che se pur
impressionati per la carneficina in corso non possono fare a meno di
ripetere che Israele è in guerra con Hamas e che "una pioggia di razzi
Qassam" ha colpito il sud di Israele.
Un'ombra si è già allungata sui governi occidentali, deboli pedine
dello scacchiere della guerra totale che la potenza statunitense ha
coltivato e accudito dagli anni Novanta ad oggi. Non è difficile
comprenderlo. Il neo-eletto Barak Obama non ha fatto altro che seguire
la linea di Bush in materia di politica mediorientale. Se qualche
illuso ha creduto che essere un afro-americano significasse essere
sensibile ai temi della pace si è sbagliato di grosso. Le
dichiarazioni di Obama su questa strage degli inermi sono
perfettamente in linea con la condotta dell'amministrazione Bush che
dopo due giorni di guerra totale a Gaza ha ribadito che con Hamas, con
i "terroristi" non si tratta. Come sempre e prima di tutto vengono gli
interessi di Israele e per questo Israele ha qualunque diritto sul
popolo palestinese, anche il diritto di vita e di morte, di imporre
prigionia, fame, freddo, oscurantismo, disperazione. Ogni opzione è
aperta su Gaza, ogni soluzione è buona per annientare questo popolo
che ha commesso il grande crimine di esistere.
3 miliardi di dollari americani all'anno in finanziamenti alla
macchina da guerra israeliana che per dieci anni hanno attrezzato i
criminali di guerra, stiamo certi continueranno anche nel 2009.
La propaganda israeliana si è mobilitata parallelamente alla macchina
bellica. Il ministro degli esteri Livni si è detta impegnata in una
campagna mediatica senza precedenti. Uno staff scelto prende contatti
in tutte le lingue e verifica che questa operazione di distruzione su
Gaza venga interpretata nel giusto modo, si assicura che si parli di
"difesa" e non di attacco, che si metta in luce come il nemico sia
Hamas e non i palestinesi.
Controllano che il linguaggio e la disinformazione siano appropriati
in modo da poter opportunamente sostenere la menzogna che ad essere
bombardati siano solo le infrastrutture del terrore, la catena di
comando di Hamas. Nemmeno una parola sulle vittime civili, sui bambini
trucidati, sulle centinaia di famiglie distrutte dovrà essere spesa,
mentre le immagini più crude è meglio censurarle. I mezzi di
informazione continuano a ripetere e a trasmettere l'ordine di Tel
Aviv: è un'operazione militare chirurgica contro Hamas, contro il
terrorismo, contro il pericolo mortale per Israele.
Ma sulle pagine di Ha'aretz Amira Hass scrive il contrario, scrive che
non è un attacco contro Hamas ma contro tutto il popolo palestinese.
In queste ore di orrore e di terrore, nessun capo di stato dice che i
palestinesi hanno il diritto di esistere, che questa sanguinaria
occupazione militare deve finire. Il lungo embargo umanitario che
hanno chiamato "tregua", ha servito sul piatto d'argento il pretesto
della carneficina a suon di bombe. Una volta cotto a puntino, il
popolo di Gaza può affrontare inerme l'invasione dell'esercito
israeliano che in modo codardo si prepara ad entrare e ad affrontare
armi in pugno una popolazione ridotta allo stremo.
In tre giorni di ininterrotti bombardamenti la macchina da guerra
israeliana ha colpito in mezzo alla popolazione civile, si è macchiata
di crimini di guerra colpendo caserme, case, edifici pubblici,
università, moschee, luoghi di culto, danneggiando ospedali e tutto
questo lo chiamano "Hamas".
Di fronte a questo orrore disgustoso anche il presidente dell'Autorità
Palestinese Abu Mazen, in linea con Bush, ha chiamato tutto questo
"Hamas" e ha dichiarato che la colpa è di Hamas per aver rotto la
tregua unilaterale, obbligatoria solo per i palestinesi.
Le divisioni interne palestinesi si sono ormai sedimentate, sono state
costruite con abilità, a tavolino dalle diplomazie internazionali e
tutto questo l'hanno chiamato "piano di pace".
Quando tutto questo sarà finito la stampa non si prenderà cura di
raccontarci fino in fondo questo Genocidio. Un milione e trecentomila
palestinesi rinchiusi nella Striscia di Gaza non hanno possibilità
alcuna di scampare al massacro che colpirà nel mucchio, a caso.
Tutto il Mondo è in rivolta e sta urlando la sua rabbia ma questo non
conta nulla quando il mondo è governato da una classe di inetti e
corrotti che porta avanti la grande menzogna della civiltà, quando il
nostro silenzio inattivo viene pagato con il controllo del benessere
finanziario, quando siamo disposti a lasciare che altri paghino i
disastri del capitalismo di guerra, i mancati proventi del petrolio
iracheno, i licenziamenti alla General Motors, la crisi finanziaria
mondiale.
Il modello diplomatico in corso è quello sperimentato durante
l'attacco al Libano del 2006: diplomazie al lavoro per decidere nel
modo più lento possibile e per lasciare aperta ad Israele quella
finestra di tempo necessaria per scatenare il suo odio
anti-palestinese, per dare fiato agli anti-arabi, ai razzisti (molti
dei quali tuonano dalle pagine dei quotidiani nazionali), a tutti
coloro che non spenderanno una sola lacrima per un bambino palestinese
morto ammazzato. Eppure le immagini che arrivano da Gaza parlano
chiaro, mostrano un crimine di guerra, uno sterminio di massa
realizzato con i toni trionfalistici di chi sa, nel governo
israeliano, che non esiste alcuna forza politica sufficientemente
libera da interessi politici capace di dire basta, di rompere ogni
relazione, politica, diplomatica, commerciale, con questo governo di
assassini.
Qual è la distanza che separa la guerra totale contro il popolo
palestinese dalla soluzione finale palestinese?
[30 dicembre 2008]
SABATO 3 GENNAIO MANIFESTAZIONE A ROMA
Ore 16.30 piazza della Repubblica corteo fino a Piazza Barberini
Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza
Basta con l'impunità del terrorismo di stato israeliano
Rompere ogni complicità politica, militare, economica tra lo stato
italiano e Israele
Le bombe uccidono le persone, l'informazione manipolata uccide le
coscienze
Prime adesioni:
Associazione Handala (Castelli Romani); Associazione Amici della
Mezzaluna Rossa Palestinese; Centro Iniziativa Popolare; CIRCI;
Circolo Comunista "Stefano Chiarini"; Comitato Palestina nel cuore;
Collettivo antagonista Primavalle; Disarmiamoli; Forum Palestina;
Partito dei Comunisti Italiani; Partito della Rifondazione Comunista;
Partito Comunista dei Lavoratori; Rete dei Comunisti; Sinistra
Critica...
GAZA. SOLIDARIZZARE CON CHI RESISTE, DENUNCIARE CHI COLLABORA CON I
BOMBARDAMENTI ISRAELIANI
In queste ore la Striscia di Gaza è stata trasformata in una trappola
mortale dai bombardamenti israeliani che hanno già fatto centinaia di
morti e altrettanto feriti che moriranno nelle prossime ore perché gli
ospedali erano al collasso già da due anni a causa del vergognoso
embargo.
I palestinesi di Gaza sono chiusi in ogni lato dai militari israeliani
e da quelli egiziani, sottoposti a micidiali bombardamenti e impediti
a uscire da questo nuovo "ghetto di Varsavia" per cercare rifugio,
alimenti, assistenza medica e protezione.
Chiunque abbia un minimo senso di giustizia e verità oggi non può e
non deve tacere di fronte al genocidio in corso a Gaza, un genocidio
fatto prima di lento strangolamento economico/sanitario e di assedio e
poi da missili, bombe e cannonate sull'area del mondo a maggiore
densità di popolazione.
Noi riteniamo che sia giunto il momento di prendere posizione e di
avviare una vasta campagna di mobilitazione tesa a impedire
l'annientamento politico e materiale della popolazione palestinese da
parte di Israele.
Per questi motivi riteniamo che:
1) Oggi occorre schierarsi apertamente con chi a Gaza oppone
resistenza con ogni mezzo all'aggressione israeliana e condannare
altrettanto apertamente chi si dissocia dalla resistenza. Riteniamo
pertanto inaccettabili le parole e l'atteggiamento del presidente
palestinese Abu Mazen e degli altri dirigenti dell'ANP che ritengono
Hamas, e non Israele, responsabili della situazione, cercando di
approfittare dell'aggressione per determinare un nuovo rapporto di
forza dentro lo scenario palestinese. Abu Mazen si dovrebbe
preoccupare di smentire le dichiarazioni del ministro israeliano Tzipi
Livni la quale ha confermato che l'offensiva militare contro Gaza e
Hamas andrà avanti fino a quando non ci sarà un nuovo equilibrio di
potere funzionale agli interessi israeliani. Se la prospettiva di Abu
Mazen e dell'ANP è simile a quella di un governo come quello di Al
Maliki in Iraq, è evidente come tale prospettiva non possa trovare più
alcun sostegno da parte di chi anima la solidarietà con la lotta del
popolo palestinese.
2) Sulla situazione in Palestina emergono le gravissime
complicità dei regimi arabi reazionari e filo imperialisti - in modo
particolare dell'Egitto - che si rende ancora complice dell'embargo e
del blocco contro la popolazione palestinese di Gaza arrivando a
schierare le forze armate ai confini e facendo sparare contro i
palestinesi che cercavano di fuggire dalla trappola di Gaza cercando
rifugio e protezione in Egitto.
3) Va affermato con forza che la responsabilità della drammatica
situazione a Gaza è della politica di annientamento perseguita da
Israele con la complicità dell'Egitto, degli USA e dell'Unione Europea
e non di Hamas. Non si può continuare a fare confusione su questo.
Gaza è assediata per terra e per mare da due anni chiudendo in
trappola un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata
rotta da Hamas o dalle altre organizzazioni palestinesi attive nella
Striscia di Gaza ma dalle autorità israeliane che durante la "tregua"
hanno ucciso 25 palestinesi, effettuato arresti e rastrellamenti in
Cisgiordania, mantenuto chiusi i valichi impedendo ai palestinesi di
Gaza di entrare, uscire o ricevere i rifornimenti necessari per
sopravvivere. Ogni simmetria tra il lancio di razzi palestinesi a
dicembre e i feroci bombardamenti israeliani è una ingiuria alla
verità e alla giustizia.
4) I governi europei (incluso quello italiano) hanno preso
posizioni formali ed equidistanti sul mattatoio in corso a Gaza che
rivelano una grande preoccupazione per le ripercussioni degli
avvenimenti in corso ma senza trarne le dovute conclusioni nelle
relazioni politiche, diplomatiche e commerciali con Israele. Hanno
accettato e mantenuto l'embargo contro i palestinesi di Gaza ed hanno
mantenuto i rapporti di collaborazione militare, scientifico,
economico con le istituzioni israeliane. Il governo israeliano ha
messo non solo l'Europa ma anche la nuova amministrazione USA di
fronte al fatto compiuto potendo godere di un livello di impunità per
i propri crimini di guerra e contro l'umanità che la storia dal
dopoguerra a oggi non ha assicurato a nessun altro stato.
5) Il popolo palestinese vive un momento estremamente difficile
dal quale potrebbe uscire ridotto ad una esclusiva questione
umanitaria che negherebbe decenni di lotta politica e di ambizioni
alla liberazione nazionale della Palestina. Il popolo palestinese da
anni affronta la più pericolosa potenza militare esistente in Medio
Oriente - Israele - potendo contare sul sostegno solo delle altre
forze che animano la resistenza antisionista nella regione, a
cominciare dal Libano. L'unità di tutte le forze della resistenza a
livello regionale è un passaggio che i movimenti di solidarietà in
Europa devono appoggiare con ogni sforzo.
In questi giorni in molte città italiane - Roma, Milano, Bologna,
Napoli, Pisa, Firenze, Lecce, Cagliari, Padova, Vicenza, Bari e tante
altre - ci sono state alcune prime, tempestive e spontanee
manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese, contro la
strage in corso a Gaza e il terrorismo di stato israeliano. Questa
mobilitazione deve proseguire nei prossimi giorni. Cortei sono già
stati annunciati in diverse città italiane per sabato 3 gennaio. La
nostra iniziativa deve dimostrarsi di essere capace di spezzare o
mettere in crisi la catena delle complicità con i crimini di guerra
israeliani a cominciare dagli anelli della disinformazione, della
subalternità politica e della collaborazione militare e commerciale
tra Italia e Israele.
Il Forum Palestina - [3]www.forumpalestina.org
[29 dicembre 2008]
ISRAEL'S WAR CRIMES - LA DENUNCIA DI RICHARD FALK SU THE NATION
Professor Richard Falk, United Nations special rapporteur for human
rights in the Occupied Territories:
The Israeli airstrikes on the Gaza Strip represent severe and massive
violations of international humanitarian law as defined in the Geneva
Conventions, both in regard to the obligations of an Occupying Power
and in the requirements of the laws of war
Those violations include:
o Collective punishment: The entire 1.5 million people who live in the
crowded Gaza Strip are being punished for the actions of a few
militants.
o Targeting civilians: The airstrikes were aimed at civilian areas in
one of the most crowded stretches of land in the world, certainly the
most densely populated area of the Middle East.
o Disproportionate military response: The airstrikes have not only
destroyed every police and security office of Gaza's elected
government, but have killed and injured hundreds of civilians; at
least one strike reportedly hit groups of students attempting to find
transportation home from the university.
Earlier Israeli actions, specifically the complete sealing off of
entry and exit to and from the Gaza Strip, have led to severe
shortages of medicine and fuel (as well as food), resulting in the
inability of ambulances to respond to the injured, the inability of
hospitals to adequately provide medicine or necessary equipment for
the injured, and the inability of Gaza's besieged doctors and other
medical workers to sufficiently treat the victims.
Certainly the rocket attacks against civilian targets in Israel are
unlawful. But that illegality does not give rise to any Israeli right,
neither as the Occupying Power nor as a sovereign state, to violate
international humanitarian law and commit war crimes or crimes against
humanity in its response. I note that Israel's escalating military
assaults have not made Israeli civilians safer; to the contrary, the
one Israeli killed today after the upsurge of Israeli violence is the
first in over a year.
Israel has also ignored recent Hamas diplomatic initiatives to
re-establish the truce or ceasefire since its expiration on 26
December.
The Israeli airstrikes today, and the catastrophic human toll that
they caused, challenge those countries that have been and remain
complicit, either directly or indirectly, in Israel's violations of
international law. That complicity includes those countries knowingly
providing the military equipment including warplanes and missiles used
in these illegal attacks, as well as those countries who have
supported and participated in the siege of Gaza that itself has caused
a humanitarian catastrophe.
I remind all Member States of the United Nations that the UN continues
to be bound to an independent obligation to protect any civilian
population facing massive violations of international humanitarian
law--regardless of what country may be responsible for those
violations. I call on all Member States, as well as officials and
every relevant organ of the United Nations system, to move on an
emergency basis not only to condemn Israel's serious violations, but
to develop new approaches to providing real protection for the
Palestinian people.
About Richard Falk
Richard Falk, professor emeritus of international law and practice at
Princeton University, is the United Nations Human Rights Rapporteur in
the Occupied Territories and a member of The Nation editorial board.
Fonte: [4]http://www.thenation.com/doc/20090112/falk?rel=hp_currently
[29 dicembre 2008]
LINK
[5]http://electronicintifada.net/
- Prev by Date: Uri Avnery: Come siamo arrivati a questo punto?
- Next by Date: Re: [pace] Fw: NON SPEGNETE LA STELLA
- Previous by thread: Gaza, articolo di Amira Hass
- Next by thread: Gaza, 42 morti in scuola Onu
- Indice: