testo completo di recapito.....scusate
- Subject: testo completo di recapito.....scusate
- From: "Laura Sebastio" <laurasebastio at virgilio.it>
- Date: Sat, 13 Dec 2008 11:03:34 +0100
Nonviolenze:
femminile, plurale Percorso di
tre laboratori sui conflitti interpersonali a partire dalla differenza di
genere Per il secondo
anno il Movimento Nonviolento
organizza un ciclo di tre laboratori sul tema dei conflitti
interrelazionali. Quest’anno
vi proponiamo di cominciare ad esplorare le voci di donne che lavorano da tempo
nella formazione su questi temi. Sono notevoli le differenze che le tre
formatrici presentano: dalle diverse metodologie al differente peso che tali
autrici danno al loro essere donna. La parola “nonviolenza” diventa così
“nonviolenze”, poiché la scommessa è che i saperi delle donne ne rimettano in
discussione la monolitica appartenenza al neutro-maschile declinandola a partire
da altre pratiche, più vicine alla vita e all’esperienza delle donne. Monica Lanfranco è
l’unica a mettere a tema la differenza di genere e propone un lavoro fortemente
improntato su questa; Pat Patfoort, pur non facendo lo stesso, ha (tra le altre
cose) da sempre lavorato sul suo rapporto con i figli e la famiglia; per quanto
riguarda il lavoro condotto da Claudia Pallottino, il Teatro dell’Oppresso sarà
un insolito strumento attraverso il quale mettere a fuoco le problematiche che
sono sullo sfondo della differenza tra i sessi. Il percorso
è aperto a chiunque voglia approfondire il tema del conflitto e del conflitto di
genere e fare esperienza di nuove e diverse modalità per una sua gestione più
consapevole. Lavorare
sui conflitti
a partire
dalla differenza di genere
24-25 gennaio
laboratorio di due giorni condotto
da Monica Lanfranco La conflittualità
è una dimensione che caratterizza fortemente il nostro quotidiano, che riguarda
sia il nostro mondo interiore, sia la sfera delle relazioni sociali che viviamo,
sia l’intera realtà sociale che ci circonda. Nella maggior
parte dei casi viene rivestita di un’accezione puramente negativa, viene vista
come problema la cui risoluzione forzata, a volte violenta, intesa sia come
strappo sia come fuga, non può non essere l’unica soluzione possibile e
praticabile. Gestire il
conflitto in modo positivo, favorirne una sua trasformazione nonviolenta, è una
capacità che già possediamo in alcune situazioni ma di cui raramente siamo
consapevoli; si tratta allora innanzitutto di prendere coscienza di come siamo
abituate/i a pensare al conflitto, di quali sensazioni ci trasmette e di quali
reazioni fa scattare, al fine di rafforzare i comportamenti positivi, intesi
come possibile espressione di competenze, che già manifestiamo, anche se spesso
solo parzialmente, in tali situazioni. Una tale
consapevolezza, unita alla conoscenza dei presupposti della pratica nonviolenta
e delle principali dinamiche attive nei conflitti, è il punto di partenza per
maturare ulteriormente le competenze - intese come capacità relazionali -
indispensabili per non essere costrette/i a fuggire di fronte ad una situazione
conflittuale o a rifugiarsi dietro reazioni distruttive, per sentirsi in grado
di “poterla attraversare” senza rimanerne prigionieri. Nel percorso
verranno impiegate metodologie formative di carattere attivo, alternando momenti
di comunicazione, esercitazioni, lavori di gruppo, integrazioni esperienziali.
Il gruppo, con le sue esperienze, costituirà la principale risorsa di lavoro.
Verranno effettuati lavori in gruppo, simulazioni di situazioni di conflitto e giochi di ruolo. Se
possibile saranno visionati materiali video e discussi film interi e a spezzoni
sui quali il gruppi discuterà. Consigliati abiti comodi per eventuali esercizi e
giochi di ruolo. Ecco alcuni temi
che saranno affrontati: La nonviolenza:
dalla teoria alla pratica; Il conflitto
interpersonale: risonanze emotive e dinamiche
relazionali; Per una gestione
nonviolenta dei conflitti: competenze; Dal micro al
macro: la nonviolenza come strumento di azione
sociale; Potenzialità e
conflitti a partire dal genere; Essere uomini ed
essere donne: non una semplice constatazione ma il conflitto dal quale
partire; Fra condivisione e
dominio; Pratiche di non
violenza nella storia dei movimenti sociali per il cambiamento– l’apporto dei
movimenti delle donne; Uso della
lingua come cornice
dell'oppressione/ il linguaggio sessuato; La presenza
femminile nella storia italiana degli ultimi decenni: elaborazioni teoriche,
visibilità politica, mutamenti del costume; Considerando il
carattere modulare e flessibile di questa specifica offerta formativa, i
contenuti possono variare per essere adattati ai desiderata del gruppo.
Monica
Lanfranco, giornalista,
formatrice sui temi del conflitto e della differenza di genere (www.monicalanfranco.it) Teatro
dell’Oppresso 28
febbraio 1 marzo Laboratorio
in due giorni condotto da Claudia Pallottino Due giorni di
esplorazioni di comportamenti in situazioni conflittuali col TdO (Teatro
dell’Oppresso). Le possibilità di lavoro sono aperte ai temi su cui il gruppo
vuole lavorare. Il Teatro
dell’Oppresso è un metodo teatrale che usa il teatro come mezzo di
conoscenza, come linguaggio e come strumento di consapevolezza e trasformazione
della realta' interiore, relazionale e sociale. E' un teatro che rende attivo il
pubblico e serve ai gruppi di "spett-attori" per esplorare, mettere in scena,
analizzare e trasformare la realta' che essi stessi vivono. Claudia
Pallottino, attualmente
assistente sociale in un servizio di base, si occupa da circa 10 anni di
formazione di volontari in servizio civile e di gruppi di adulti sui temi del
conflitto e della nonviolenza. Si è formata al metodo del Teatro
dell'Oppresso con l’Associazione Giolli. E’ formata teatralmente attraverso
percorsi di danza contemporanea sperimentale ed espressione
corporea. Pat
Patfoort 28-29
marzo Laboratorio di
due giorni sul modello dell’Equivalenza Pat Patfoort è una antropologa e dottore in biologia umana belga.
Nella sua formazione, è stata segnata dai numerosi contatti con le associazioni
gandhiane fondate da
Giuseppe Giovanni Lanza
del Vasto, nonché dalla formazione religiosa e la lunga permanenza (otto
anni) in Africa Occidentale. Dirige il Centro per la gestione nonviolenta del
conflitto "De Vuurbloem" ("Il fiore di fuoco") a Brugge-Bruges, in Belgio, di cui è anche
cofondatrice. Ha lavorato, a livello nazionale e internazionale, come
trainer e mediatrice sulle tematiche della trasformazione e della
gestione nonviolenta dei conflitti, ideando un originale approccio teorico
(denominato "Mme-model", modello dell’Equivalenza), che ha applicato
nell'educazione dei suoi due figli e verificato in questi trent'anni di
formazione. Proprio su tale approccio verterà il lavoro che vi
proponiamo. Le sue pubblicazioni in
italiano: Una introduzione alla nonviolenza. Presentazione di
uno schema di ragionamento, Edizioni
del Movimento Nonviolento, Verona (1988); Costruire la nonviolenza. Per una pedagogia dei
conflitti, Io voglio, tu non vuoi. Manuale di educazione
nonviolenta, EGA Editore, Torino (2001); Difendersi senza aggredire. Il potere della
nonviolenza, EGA Editore, Torino (2007) “Troppo
spesso, quando ci sentiamo aggrediti, non vediamo che due possibili risposte:
diventare a nostra volta aggressori oppure subire passivamente. C’è invece una
terza possibilità: un modo di agire che non comporta né aggressione, né
passività. Non esiste solo Tutti i laboratori si
svolgeranno presso la casa della nonviolenza e avranno i seguenti orari:
sabato 9,30-13,30 e
14,30-18,30; domenica
9.30-13.30 Iscrizioni:
Per info e iscrizioni
contattare Laura 3488279423; mail
laurasebastio at virgilio.it per il laboratorio del
24-25 gennaio far pervenire Per il laboratorio del 28
febbraio-1 marzo far pervenire per il laboratorio del
28-29 marzo far pervenire contributo per un
laboratorio: 70 euro; contributo per tre
laboratori: 180 euro. Si richiede un anticipo
di almeno 20 euro. I versamenti possono
essere effettuati direttamente presso (detraibile ai fini
fiscali) |
Allegato Rimosso
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