CONGO WEEK campagna internazionale (iniziative a Bologna 6-16 novembre)



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IN OCCASIONE DELLA SETTIMANA INTERNAZIONALE
DI INFORMAZIONE SULLA SITUAZIONE NELLA
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO (http://www.congoweek.org)
iniziative dal 6 al 16 novembre 2008
presso il Centro Interculturale Zonarelli
Via Sacco 14 - Bologna

promosso da
CENTRO AMILCAR CABRAL
CENTRO INTERCULTURALE ZONARELLI
Prog. INTERCONNESSI
col patrocinio di
CASA DELLE DONNE PER NON SUBIRE VIOLENZA

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gio 6/11 - ore 20,30

Sala Polivalente  piano terra
Introduzione di Anna Maria Gentili
docente di Storia e Istituzioni dell'Africa sub-sahariana
all'Università di Bologna

A seguire, proiezione di
WHITE KING, RED RUBBER, BLACK DEATH
Peter Bate – Belgio 2003 – 90' – v.fr.
La pagina forse più nera del colonialismo: come Re Leopoldo II del Belgio
trasformò tra il 1885 e il 1908 il vastissimo territorio del Congo in un
suo possedimento personale. Sotto il suo controllo, il Congo divenne un
campo di lavoro forzato di terribili brutalità: torture, mutilazioni,
stragi.

ven 7/11 - ore 21,00

LUMUMBA
Raoul Peck – Fr/Bel/Ger/Haiti  2000 – 115' - v.or.fr. sott.italiano
Un ritratto forte e complesso dell'artefice dell'indipendenza congolese.
assassinato in seguito a un complotto che vede complici la C.I.A., settori
del governo belga e potentati economici soprattutto dei settori minerari.
In questo film è riassunto tutto il passato travagliato del Congo, e
la continuità tra il brutale colonialismo di un tempo e il moderno
dominio neocoloniale e imperialista di multinazionali e potenze
occidentali.

dom 9/11 - ore 18,00

MOBUTU ROI DU ZAIRE
Thierry Michel – Belgio/Francia 1999 – 150'- v.or.francese
Il ritratto del dittatore dell'ex-Zaire, oggi Congo.
Mobutu prende il potere con un colpo di Stato nel settembre 1960,
collaborando con la CIA e i belgi per eliminare il suo mentore e
protettore Patrice Lumumba,  Mobutu ha governato con il terrore per
diventare "guida suprema", ha accumulato ricchezze indecenti davanti
alla miseria del suo paese.
Negli anni 90 il cancro lo debilita progressivamente, e nel 1997
lascia il potere dopo una rivolta armata.

gio 13/11 - ore 20,30

Sala Polivalente  piano terra
Introduzione di Anna Maria Gentili
docente di Storia e Istituzioni dell'Africa sub-sahariana
all'Università di Bologna

A seguire, proiezione di
CONGO NA BISO
C.D.Liedekerke/Y.Muller – Belgio 2006 – 52' - v.o. sott. italiano
Il governo di transizione per arrivare alle elezioni "democratiche" del
2006 in Congo:  cinque antichi nemici si contendono il potere, il
presidente J.Kabila e quattro vicepresidenti ciascuno di loro alleato con
diverse forze regionali e locali. Il popolo congolese dopo anni di
guerra e devastazione chiede la democrazia e la pace, l'ONU é preposta al
corretto svolgimento delle elezioni.   Il film ripercorre l'epoca
post-Mobutu, la disillusione ma anche il fervore e speranza della
popolazione congolese. Da Kinshasa agli angoli più lontani di questo
grande paese che è l'ex-Zaire, dirigenti politici e popolazione
testimoniano la difficoltà di instaurare una vera democrazia nel paese. La
domanda che le elezioni suscitano è se possano essere attivate le
condizioni per una ripresa e stabilizzazione del paese dopo decenni di
despotismo, saccheggi e  di guerra civile.

ven 14/11 - ore 21,00

THE PEACEKEEPERS
Paul Cowan - Canada 2005 - 83' - v.or.inglese
Il focus è sul conflitto tra milizie contrapposte nella regione dell'Ituri
nel 2003, causato dal saccheggio indiscriminato di risorse naturali della
regione, e che ha provocato disastrose stragi di civili, e una seria
destabilizzazione in tutta l'Africa centrale.
La telecamera accede al quartier generale di New York dell'United Nations
Department of Peacekeeping per documentare I tentativi diplomatici di
salvare la situazione in quest'area del mondo a elevatissimo rischio, le
disperate manovre della missione ONU per evitare un altro disastro "alla
ruandese". Nel "gabinetto di crisi" si discute di come bilanciare i rischi
di perdite di vite umane sul terreno con l'enorme somma di denaro che
servirebbe per rendere efficace la missione, proveniente però da Paesi
donatori piuttosto restii a stanziarla.
Il documentario mostra la partenza dal suolo congolese delle migliaia di
uomini delle truppe ugandesi e ruandesi, sostituite da soli 700 soldati
ONU uruguayani (l'unico paese che ha accettato di inviare uomini in una
missione così rischiosa):  la conseguenza è il caos, le milizie ribelli
rientrano a Bunia terrorizzando la popolazione, che scappa in massa, e
mettendo in serissima difficoltà le truppe uruguayane, quasi costrette al
ritiro.  I vertici dell'UN Dept of PK decidono allora di accettare
l'entrata di un contingente francese, per stabilizzare l'area.

LE VIOL, UNE ARME DE GUERRE AU CONGO
Susanne Babila – Germania 2007 – 59' – v.or.francese
La regista ha passato 4 settimane nell'ospedale Panzi di Bukavu, nel
Sud-Kivu, raccogliendo le testimonianze di numerose donne vittime di
stupri, torture, percosse e mutilazioni, da parte di uomini appartenenti
alle più diverse milizie che fanno mortali scorrerie e devastazioni in
tutto il territorio, a causa delle ricchezze minerarie (coltan,
cassiterite, ecc..).
Bambine, ragazze, anziane, l'età non conta, nulla ferma il sadismo dei
carnefici. Quelle che sono riuscite a guarire almeno un poco, però, temono
il ritorno a casa, perché ciò che hanno subito le ha escluse dalla società
in cui vivevano, senza contare il rischio di divenire nuovamente prede dei
miliziani in qualsiasi momento.
Prima visione.

sab 15/11 - ore 21,00

CONGO, UN COMBAT POUR LA VIE
Patrick Forestier - France 2006 – 35' - v.or. francese
Dall'epoca del genocidio dei tutsi in Ruanda nel 1994, la provincia
congolese del Sud-Kivu è alla mercé dei ribelli ruandesi hutu e delle
milizie dell'esercito congolese che stuprano, torturano, mutilano e
massacrano le donne della regione, nella piu' totale impunità.
La telecamera segue l'attivista Christine, che ha scelto di rimanere in
questo caos per aiutare queste donne abbandonate, e per raccogliere le
loro atroci testimonianze.  Atti di barbarie insostenibile, resi
intelligibili dal pudore di questo reportage che ci fa interrogare sulla
natura umana.

ARMES, TRAFIC ET RAISON D'ETAT
D.André/P.Moreira – Francia 2008 – 93' – v.or.francese
Una nuova inchiesta giornalistica sulla mondializzazione del commercio
d'armi, armi che invadono il globo alimentando sempre nuovi conflitti,
soprattutto in Africa,  come in Congo, dove le casse di AK47 vengono
scambiate con i diamanti, e dove i conflitti tra milizie hanno già fatto 5
milioni di morti.  I principali fornitori sono USA, UK,  Francia, Israele
e Germania, ma da qualche tempo si stanno affermando su questo mercato
opaco e spesso illegale, Cina, India e Brasile.
I registi hanno investigato per un anno tra fronti di guerriglia, sbarchi
d'armi in aeroporti clandestini., raccolte dati degli attivisti di Control
Arms e Amnesty International,  conferenze ONU.
Prima visione.

dom 16/11 - ore 18,00

BLUE HELMETS, PEACE AND DISHONOUR
Raymonde Provenchet – Canada 2007 – 42' – v.or.inglese
La discrepanza tra il mandato ufficiale dei Caschi Blu, tenuti a mantenere
la pace e dare speranza alle popolazioni logorate dai conflitti, e il
reale comportamento nei Paesi in cui vengono inviati: le testimonianze sui
numerosi casi di abusi sessuali e sfruttamento di donne e bambini in
Congo, Sierra Leone, Liberia, Kosovo e Haiti, pongono la questione se i
soldati ONU non siano parte del problema, anziché rappresentarne la
soluzione.
Prima visione.

LUMO
B.J.Perlmutt-N.Walker –  Congo/USA 2007 – 76' – v.or.inglese
Un gruppo di donne del Nord Kivu, alcune in attesa dell'operazione
chirurgica che permetterà loro di ricominciare a vivere, altre in
convalescenza dopo l'intervento. Tutte hanno subito sofferenze e brutalità
inimmaginabili, poche di loro riusciranno a rifarsi una vita… Il nome
della loro disabilità è "fistula recto-vaginale", una gravissima
mutilazione che non consente di avere figli né di condurre una vita
sociale normale. L'ONG Heal Africa è una di quelle che tentano di aiutare
queste donne. Nell'est del Congo milizie armate di vario genere
saccheggiano il territorio, uccidendo indiscriminatamente i civili, e
stuprando e mutilando tutte le donne che incontrano. Tra di loro anche i
feroci Interhamwe, fuggiti in Congo dal confinante Rwanda dopo aver
massacrato 800.000 persone, ma non ancora sazi di carne e sangue della
popolazione inerme.  Si calcola che solo nell'est del Congo la cifra delle
donne stuprate o mutilate e bisognose di cure mediche si aggiri intorno
alle 250.000. Questo documento cerca di restituire dignità a tutte quelle
donne cui essa è stata strappata con la forza.
Prima visione.
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Sinossi dei materiali video
a cura di Progetto Interconnessi

Per consultare il programma della rassegna
http://interconnessi.mi-blog.net

per informazioni:
Centro Amilcar Cabral – tel. 051/ 581464
Centro Interculturale Zonarelli – tel. 051/ 4222072