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caro enrico oggi voto obama
- Subject: caro enrico oggi voto obama
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Tue, 4 Nov 2008 16:01:47 +0100 (GMT+01:00)
caro Enrico , Diciamo le cose come stanno. Quando si trattava di prendere posizione per il ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan tu eri sempre a tirarti indietro e ad agitare lo spauracchio della caduta di Prodi. Per te la sopravvivenza di quel governo era più importante di una grande questione di principio e politica. Del NO ad una guerra ingiusta anche da un punto di vista moderatamente democratico. La tua mancanza di fantasia è desolante: non riesci a schiodarti da quell'errore politicista (e di opportunismo) e a concepire possibili comportamenti e tattiche alternative. Continui a valutare le cose dal punto di vista provincialissimo e limitatissimo della topografia politica italiana. Ti interessano gli schieramenti poco sensati di "destra-centro-sinistra". (Io li butterei nella spazzatura della Storia, ma quantomeno andrebbero ridefiniti...) Ti propongo, per farmi capire, un esempio di flessibilità tattica. Oggi posso votare Obama, che è il meno peggio rispetto a McBush. Oggi voto Obama perchè non voglio l'attacco immediato all'Iran e la Georgia subito nella NATO. Oggi voto Obama perchè non voglio il piano di 45 nuove centrali nucleari USA (e quindi le 10 centrali nucleari in Italia). Oggi voto Obama ed evito il peggio, mi dò tempo, mi dò respiro. Domani stesso scendo in piazza, come ho fatto ieri, perchè cessi l'occupazione neocoloniale di Kabul (senza che questo debba necessariamente significare darla vinta ad Al Qaeda). Non abbasso, ma alzo il tiro della protesta dal punto di vista dei miei valori-principi- obiettivi. A maggior ragione se ho di fronte un governo più permeabile alle mie istanze. La "guerra unica al terrore" - oltretutto - è problema mondiale ben più grave ed importante delle tempeste italiane in un bicchiere d'acqua. Obama, se vince, la chiude e circoscrive l'obiettivo militare all'"uccisione di Bin Laden", decidendo al contempo di trattare con talebani e sciiti iraniani. Non è un risultato di poco conto. Io credo di avervi contribuito, anche dall'Italia, con le mie prese di posizione chiare e nette; diversamente da te, che volevi stessimo zitti e buoni per non disturbare il manovratore. "Sopportare il male minore": è meglio che queste parole non siano ascoltate dalle nuove generazioni che si affacciano all'impegno storico della difesa del bene pubblico istruzione. Poichè credo nella "Forza della Verità" farò il mio meglio per smascherarle di fronte ai giovani che lottano. La "nonviolenza" come tu la proponi non ha alcun futuro. Non è affatto nonviolenza. Difatti è giustamente derisa. E ripudiata da chi avverte fame e sete di giustizia... Il tono duro della mia risposta è adeguato alla tua supponenza ed incapacità di autocritica. Devi smetterla di impartirci lezioni. Devi smetterla di attribuirci la caduta di Prodi e la vittoria di Berlusconi. Se oggi il Cavaliere perde di nuovo consensi è - come sempre - grazie al rilancio dei movimenti di base. Quelli che - spariti gli "arcobaleno" - spero imparino la lezione e che non sbaraccheranno anche se dovesse rivincere quell'ameba incosistente e vuota di Veltroni... Caro Giovanni Sarubbi, neppure io riesco a capire quello che scrivi. Non ho affatto difeso quella politica. Ho detto e penso che tra due mali, o due cose che non approvi, se è al momento impossibile ottenere il meglio, bisogna sopportare il minor male, costruendo il meglio per quando sarà possibile. Chi ha spinto a cadere il precedente criticabilissimo governo, ha ottenuto Berlusconi, che è peggio. Contenti? Ciao, Enrico "Se pensate che l'istruzione sia costosa, provate con l'ignoranza" Non riesco a capire perché l'amico Enrico Peyretti si ostini a difendere una politica, quella seguita dalla cosiddetta sinistra Arcobaleno nei due anni dell'ultimo governo Prodi, quando da quella politica è venuto tutto il male possibile al popolo italiano e al mondo intero. Credo che uno studioso della Bibbia come lui conosca quella parte del Vangelo dove Gesù per indicare i falsi profeti fa riferimento ai frutti che la loro parola e la loro azione produce. Ebbene i frutti prodotti da chi, come dice Peyretti, ha ""sopportato", soffrendo e protestando, e proponendo vie concrete per uscirne, la guerra in Afghanistan", sono stati dei frutti avvelenati ed è del tutto normale etichettare coloro che li hanno prodotti come "falsi profeti". E dove c'è falsità non c'è "verità", c'è poco da fare caro Enrico. Di fronte alla catastrofe provocata da una politica come quella seguita dalla cosiddetta sinistra Arcobaleno, dal PD e da tutte le altre forze del centrosinistra, c'è solo da tacere, ha ragione Peppe Sini. C'è da prendere atto del proprio fallimento politico, della propria pochezza di analisi della situazione e della propria incapacità a produrre una politica non dico a favore di quella che una volta si chiamava "classe operaia" ma neppure timidamente progressista, che in qualche modo riesca a mettere nell'angolo le forze più retrive e reazionarie del capitalismo che oggi invece sono al governo del nostro paese. Di questo si tratta e non di sapere se questo o quel dirigente politico sia stato o meno in buona fede o disquisire astrattamente su quale sia la "verità" senza partire dai risultati che si sono ottenuti. Se un gruppo dirigente è stato in buona fede perché c'è tanta difficoltà a prendere atto che le politiche portate avanti per due anni sono state fallimentari? La buona fede delle persone si misura dalla loro capacità di prendere atto degli errori e dei frutti malefici che la politica che si è personalmente interpretata ha prodotto. Tutto il resto è sterile polemica che non aiuta minimamente i cittadini del nostro paese e l'intera umanità a venire fuori dalla situazione drammatica nella quale ci troviamo che è responsabilità comune, anche se a diversi livelli, dei cosiddetti gruppi dirigenti dei partiti di sinistra ma anche di tutti i cittadini. Giovanni Sarubbi Direttore www.ildialogo.org
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