Re: [pace] (2) La gioia del dialogo






Sempre a proposito della gioia del dialogo, una gioia che può sovrastare ogni cosa e che oggi è ancora massimamente impedita, il mio pensiero, oltremodo triste, va a coloro che, per essere stati plagiati da piccoli, in età non a caso definita "tenera" per l'essere noi umani in quegli anni particolarmente RICETTIVI ed ACRITICI su quello che ci viene insegnato o propinato, hanno poi perso non solo la gioia di comunicare con gli altri ma a volte anche la vita.

Chi ama il dialogo ha infatti il dovere di considerare che i minori, in una età così sensibile ed allo stesso tempo esposta, vengono ancora condotti dai loro stessi genitori al plagio dei rappresentanti della superstizione di Stato. Una volta subito l'imprinting superstizioso, in età infantile, speranza più non v'è che la persona, pur crescendo, usi correttamente i propri strumenti intellettuali e sia disposta ad un dialogo basato sulla ragionevolezza. Al contrario essa sarà condotta a ripetere, con convinzione spinta fino all'intolleranza, l'incultura cui è stata addomesticata dai superstiziosi.

E si ha voglia ad auspicare un dialogo, poi, quando il danno è stato fatto! Una volta subito l'imprinting, solo un difficile processo di DEIPNOSI potrà riportare le persone affette ad una condizione di normalità.


Dubbio alcuno non v'è che i MINORI vanno protetti dal PLAGIO SUPERSTIZIOSO.

Così come dubbio non v'è che i responsabili della mancata soddisfazione di questa pure estremamente importante urgenza sono i tenutari dell'INCULTURA di STATO. Cui appunto auguro di ritrovare la dignità facendo il seguente COMING OUT.


I migliori saluti, ringrazio,

Danilo D'Antonio





Coming out!

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