Re: [pace] Al Sig. Sindaco di Vicenza



Una storia immaginaria.
Nel lontano 2008, in una città che non voleva una base atomica imperiale nel
suo cuore, il sindaco pensò di consultare la popolazione. Il capo del
governo glielo impedì, prima a parole poi coi fatti, illegali come altri
fatti suoi. Allora il sindaco e i cittadini comprarono alcuni grandi
registri e per tutto il giorno, dall'alba a notte, sfilarono in fila
indiana, uno dietro l'altro, mai due a fianco, davanti al palazzo
municipale, firmarono sul registro, coi loro dati completi, la loro volontà
contraria a quella base, si macchiarono l'indice destro con inchiosto
indelebile per evitare malevolenze degli avversari su brogli e doppi voti, e
la grande maggioranza della città dichiarò così la propria volontà. O il
governo faceva guerra alla libera città, oppure si rassegnava. I governi
passano, gli imperi cadono tutti, le città restano e anche distrutte
rinascono.
Enrico Peyretti, Torino



----- Original Message ----- 
From: "Marino" <marino222 at virgilio.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, September 15, 2008 4:45 PM
Subject: [pace] Al Sig. Sindaco di Vicenza


> Bologna, lì 9 settembre 2008
>
>                 Al Sig. Sindaco di Vicenza
>
>
>               p.c. Alle redazioni dei Quotidiani
>
> Oggetto: Base militare USA “Dal Molin”
>
>
> Caro Sindaco,
>
> ieri abbiamo appreso la notizia, riportata su alcuni quotidiani nazionali,
della lettera inviataLe
> dal premier Silvio Berlusconi, per indurLa a recedere dalla prevista
consultazione popolare
> sull’ipotesi di costruzione della nuova base “Dal Molin”.
>
> Nel contempo abbiamo letto la Sua risposta e Le scriviamo proprio per
questo, per dirLe che ci ha
> confortato la Sua fermezza nel voler procedere al referendum.
>
> Viviamo in tempi in cui anche semplici atti di buon senso, e di rispetto
dei principi su cui si
> fonda una moderna democrazia, richiedono determinazione e coraggio da
parte dei rappresentanti
> delle istituzioni locali.
>
> Crediamo che la “questione Dal Molin” sia emblematica di un certo modo di
governare e di guardare
> al futuro: se effettivamente si vuole costruire la pace e migliorare il
livello di democrazia nel
> nostro Paese, servono strumenti e politiche improntate alla partecipazione
e al disarmo, e il
> referendum rappresenta un passaggio significativo in questa direzione.
>
> Siamo convinti che la spirale degli armamenti e la proliferazione delle
servitù e delle basi
> militari, con il relativo armamento convenzionale e nucleare in esse
ospitato o comunque contiguo,
> non preparino le condizioni di giustizia e di pace da tutti auspicate ma,
al contrario, creino le
> premesse per l’aumento di insicurezza, di paura e di tensioni a livello
locale, nazionale e
> internazionale, e alimentino i rischi di conflitti armati dall’esito
imprevedibile.
>
> Mentre auspichiamo che prese di posizione come la Sua si moltiplichino nel
nostro come in altri
> Paesi, cogliamo l’occasione per augurare a Lei, ai Suoi collaboratori e a
Vicenza tutta, un buon
> esito referendario.
>
> Cordiali saluti
>
>                                               Renzo Craighero e Vittorio
Pallotti
>                                            (pensionati bolognesi attivi
nel sociale)
>
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