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Re: [pace] Il vero ed il falso
- Subject: Re: [pace] Il vero ed il falso
- From: Andrea Polzoni <malatesta69 at yahoo.it>
- Date: Fri, 18 Jul 2008 11:09:04 +0000 (GMT)
a me sembra che codesto sia un laboratorio nazistoide..
potreste spiegare chi sarebbero i proletari saccheggiatori?
cosa fareste voi alle miriadi di poveri che si riproducono tanto? sterilizzazione o camere a gas?
non c'e' distinzione tra chi affoga nel danaro e chi crepa di fame?
tra voi ed hitler c'e' distinzione?
ma come scrivete e prima ancora come pensate?
non vorrei sembrar polemico vedete ci sono i punti di domanda ma mandare una mail simile : scrivete:
"Chi se non il proletariato stesso si slancia verso l'esterno, verso TERRITORI ALTRUI a conquistare, saccheggiare, ad eliminare fisicamente i residenti per insediarsi al loro posto?"
non e' che forse voi conoscete gli slanci che il capitale compie nel saccheggiare risorse nei paesi del proletariato cui vi riferite?
per caso voi sapete delle multinazionali che spremono il sangue di tali proletari a casa di questi ultimi per ottenere i propri immani profitti?
scusate ma invece di scrivere le stupidaggini della vostra poverta' culturale politica e fascistoide evitate di fare tali figuracce e ve ne andate in etiopia a servire gli affamati vittime dei capitali e non certo saccheggiatori a casa d'altri come voi li definite?
sareste piu' utili..
inoltre osservo che questa lista di tutto si occupa tranne che di pace
e' praticamente assediata da nostalgici prodiani e aitanti veltroniani che ancora blaterano del voto del non voto e dei pacifisti astratti...mentre a loro piace la guerra concreta che prodi veltroni e gli altri gangster han praticato aumentando le spese e la produzione militare...
bravi votate votate...votate come gia' avete fatto l'indulto!!
fatelo insieme all'amico berlusconi...ve lo ricordate?
votate la legge contro personam per non far diventare caselli procuratore antimafia...ricordate??
bau bau berlusca si fa' le leggi per se!! bau!!
ma quanto siete democratici voi e dalema pure con ricucci che scalava le banche per gli amichetti..
e dalemino che apparecchiava il tavolo di scambio con un losco dell'udc gia' corotto e bancarotto..
non mi dilungo e dedico questo rapporto ai guerrafondai concreti che alimentano la brbarie e il fascismo delle guerre dei profitti delle multinazionali degli armamenti delle vittime innocenti e di tutto lo schifo che il potere che alimentano sta' producendo..
Sipri: Italia nel 2007 ottava per spesa militare, settima per export di armi
Poco meno della metà, il 45% per l’esattezza, della spesa militare mondiale è ricoperta dagli Stati Uniti a seguito non solo delle operazioni militari in Afghanistan e Iraq ma dell’incremento di base del budget militare che in valori correnti supera i 578 miliardi di dollari – mentre in valori costanti del 2005 ha raggiunto i 547 miliardi di dollari (erano 539 nel 2006) – e si presenta come “la maggior spesa militare di Washington dai tempi della Seconda Guerra Mondiale” – riporta il Sipri. Al seguito, come ormai da diversi anni, la Gran Bretagna (59,7 miliardi di dollari in valori costanti), ma nel 2007 con 58,3 miliardi di dollari – una cifra che, avverte il Sipri, potrebbe essere sottostimata – la Cina supera la Francia (53,6 miliardi), mentre Giappone (43,6 miliardi), Germania (36,9 miliardi) e Russia (35,4 miliardi, ma la cifra potrebbe essere sottostimata) mantengono le rispettive posizioni. L’Italia mantiene l'ottavo posto per spesa militare a livello mondiale: con 33,1 miliardi di dollari in valori costanti (erano 29,9 miliardi nel 2006) nel 2007 l’Italia sembrerebbe scavalcata nella graduatoria dall’Arabia Saudita (33,8 miliardi) ma il Sipri segnala che il dato che concerne Riyad "comprende le spese per l’ordine pubblico e la sicurezza e potrebbe essere sovrastimato". Una cifra che comunque non sorprende visto che le recenti leggi finanziarie hanno incrementato il budget militare italiano di oltre il 20% in due anni. Anche la spesa militare pro-capite dell’Italia si stabilizza al settimo posto nel mondo, ma nel 2007 sale a 568 dollari (era di 514 dollari del 2006) e, per il quarto anno consecutivo, supera di gran lunga quella della Germania (447 dollari pro-capite nel 2007). Una conferma che la spesa militare complessiva italiana da vari anni si attesta – come riportano gli stessi dati del Sipri e della Nato – attorno all’1,8-1,9% del Prodotto interno lordo. In generale, in dieci anni le spese militari in America del Nord sono cresciute del 65%, quelle del Medio Oriente del 62%, quelle dell’Asia del Sud del 57%, mentre quelle dell’Africa e dell’Asia dell’est del 51%. E, sempre nel periodo compreso tra il 1998 e il 2007, l'Europa dell'Est ha registrato il più forte rialzo per queste spese, praticamente raddoppiate (+162%). E' ugualmente in questa regione che le spese sono aumentate di più l'anno scorso (+15%), mentre l’Europa Occidentale e l’America centrale sono le due regioni dove le spese militari sono cresciute meno, rispettivamente del 6 e del 14%. Come conseguenza, le vendite di armi delle 100 maggiori aziende mondiali produttrici di sistemi militari (escluse quelle cinesi) sono aumentate del 9% nel 2006 rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 315 miliardi di dollari. Le società statunitensi e dell’Europa Occidentale hanno largamente dominato il mercato realizzando il 92% delle vendite di armamenti nel 2006. La principale azienda mondiale produttrice di armamenti rimane anche nel 2006 la statunitense Boeing con vendite di armi per oltre 30,7 miliardi di dollari (erano 28 miliardi nel 2005), ma vede i propri profitti nel settore militare (2,2 miliardi) scavalcati dalla concorrente americana Lockheed Martin che registra 28,1 miliardi di dollari di vendite e profitti per oltre 2,5 miliardi. La britannica BAE Systems con oltre 24 miliardi di dollari di consegne militari si attesta al terzo posto nel 2006 superando le americane Northrop Grumman (23,7 miliardi), la Raytheon (19,5 miliardi) e la General Dynamics (18,8 miliardi). Con oltre 200 miliardi di dollari le 41 principali ditte statunitensi ricoprono il 63% di tutte vendite mondiali di armi (un dato che comprende sia le commesse militari americane sia le esportazioni), mentre con 92,1 miliardi di dollari 32 ditte europee hanno mantenuto il 29% dello share mondiale, otto ditte russe il 2% e il rimanente 6% rimane suddiviso tra aziende giapponesi, israeliane e indiane. Nella graduatoria delle dieci principali ditte mondiali produttrici di sistemi militari un posto di rilievo è ricoperto dalla principale azienda italiana Finmeccanica che, pur scendendo nel 2006 al nono posto per fatturato militare – superata dalla EADS (12,6 miliardi) e dalla statunitense L3 Communications (9,9 miliardi) – con quasi 9 miliardi di dollari (8,99 miliardi) di vendite e soprattutto con quasi 1,3 miliardi di dollari di profitti supera di gran lunga la stessa BAE Systems (meno di 1,2 miliardi di profitti) e si piazza al quinto posto nel mondo e al primo in Europa per profitti legati al settore militare. L'azienda italiana mantiene queste posizioni grazie alle commesse, al limite dei vincoli della legge 185/90 come la recente autorizzazione al Pakistan per missili di contraerea del valore di oltre 470 milioni di euro, del Governo italiano che attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, ne è il principale azionista. Per quanto riguarda il commercio internazionale di armamenti convenzionali che si attesta sui 24,2 miliardi di dollari e, nonostante per la prima volta dal 2002 registri nel 2007 un decremento dell’8% – dovuto soprattutto al diminuire delle commesse militari da parte di Cina (-62%) e Emirati Arabi Uniti (50%) –, “si mantiene il trend di crescita nel lungo-periodo” – riporta il Sipri. Una nostra analisi sul Arms Trasfer Database del SIPRI* mostra che sono i paesi dell'Unione Europea i principali esportatori di armi per un valore – tra trasferimenti interni tra i membri dell'Ue e esportazioni extra-Ue – che si mantiene nel 2007 sulla cifra di 10,3 miliardi di dollari ricoprendo nell'insieme il 41,9% di tutti i trasferimenti internazionali.
Considerando i singoli paesi, gli Stati Uniti con 7,5 miliardi di dollari nel 2007 confermano la posizione di principale esportatore mondiale per il quinto anno consecutivo. Segue la Russia che con 4,6 miliardi di dollari vede un forte decremento (erano quasi 6,5 miliardi nel 2006) dovuto principalmente al calo di commesse dalla Cina e quindi la Germania – che con 3,4 miliardi di dollari triplica l'export di armamenti rispetto al 2004 – e la Francia che con 2,7 miliardi di dollari incrementa il proprio commercio, l'Olanda che con 1,4 miliardi mantiene per il secondo anno consecutivo una posizione di rilievo e la Gran Bretagna che con poco meno di 1,2 miliardi riacquista posizioni rispetto ai due anni precedenti. Nel 2007 l'Italia mantiene il settimo posto rispetto al 2006, e anche se i dati del Sipri, che si riferiscono principalmente a “grossi sistemi d’arma finiti”, mostrano per l’anno scorso un decremento a 562 milioni di dollari, essi vanno considerati nel contesto della forte ripresa dell'esportazioni militare italiana come viene segnalata dai recenti Rapporti della Presidenza del Consiglio sull'export di armi che riporta per il 2007 commesse e autorizzazioni di armi per oltre 2,4 miliardi di euro: commesse i cui effetti si vedranno nei dati del Sipri dei prossimi anni. Per quanto riguarda le importazioni di armamenti ad uso convenzionale, sebbene l’Asia e il Medio Oriente si confermino le maggiori aree di acquisizione, nel 2007 la Grecia, con oltre 2 miliardi di commesse per sistemi militari, sale al primo posto della graduatoria superando la Cina che passa dagli oltre 3,7 miliardi di dollari del 2006 ai poco più di 1,4 miliardi del 2007; l’India che con oltre 1,3 miliardi di dollari conferma il trend recente; la Corea del Sud che però incrementa notevolmente le importazioni di armi portandole alla cifra record dell’ultimo decennio di oltre 1,8 miliardi di dollari; e gli Emirati Arabi Uniti che invece segnano una drastica riduzione di commesse per armi passando da una media di oltre 2 miliardi del biennio precedente ai poco più di 1 miliardo nel 2007. Ma, segnala il Sipri, “i maggiori esportatori di armi all’Asia e al Medio Oriente continueranno nell’intensa competizione per acquisire nuovi ordini, che vedranno nei prossimi anni la Libia e l’Arabia Saudita ritornare ad essere tra i maggiori importatori mondiali”. Infine, avverte il Sipri, “gli embargo di armi decretati dall’Onu a forze armate non governative hanno finora fallito nel prevenire l’acquisizione di sistemi d’arma” mentre “i maggiori esportatori hanno continuato a sostenere i governi in zone di conflitto rifornendoli di armamenti”. Un fatto che conferma ulteriormente la necessità di giungere presto ad un Trattato internazionale sul commercio di armi (ATT) fortemente sostenuto dalla campagna internazionale 'Control Arms' e attualmente in esame alle Nazioni Unite. Giorgio Beretta *Le cifre del commercio internazionale di armamenti sono riviste annualmente dal Sipri e, proprio per i continui aggiornamenti apportati al Arms Trasfer Database, i dati riguardanti i diversi anni non sempre coincidono con quelli offerti precedentemente dal suddetto Database e riportati in precedenti nostri articoli. |
----- Messaggio originale -----
Da: Laboratorio Eudemonia <eulab at hyperlinker.com>
A: pace at peacelink.it
Inviato: Venerdì 18 luglio 2008, 10:07:04
Oggetto: [pace] Il vero ed il falso
-----------------------
Il vero ed il falso
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"... Un esempio lampante.
Quante volte abbiamo visto contrapposti sulle riviste, sui libri, nei convegni, nelle manifestazioni, il PROLETARIATO e l'IMPERIALISMO? Miriadi di poveri che figliano e non glie la fanno a sostenere il complessivo peso della vita della loro famiglia contrapposti a pochi ricchi che se la godono e se n'enfichano di tutti e di tutto?
Ebbene proletariato ed imperialismo sono esattamente la stessa cosa.
Sono precisamente le due facce della stessa medaglia.
Non c'è alcuna distinzione tra queste due entità. Sono TUTT'UNO.
Potrebbe mai sorgere una tendenza all'espansione imperialista senza miriadi di poveri che si riproducono in quantità tale che il territorio interno non basta più minimamente a soddisfare le loro esigenze?
Chi se non il proletariato stesso si slancia verso l'esterno, verso TERRITORI ALTRUI a conquistare, saccheggiare, ad eliminare fisicamente i residenti per insediarsi al loro posto?
Eppure i proletari, accecati da CATTIVI MAESTRI affinché non vedano questa pur lampante verità, se la prendono con un fantomatico imperialismo non accorgendosi che stanno dando addosso a loro stessi ..."
>>> http://www.hyperlinker.com/change/fermo.htm
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Quante volte abbiamo visto contrapposti sulle riviste, sui libri, nei convegni, nelle manifestazioni, il PROLETARIATO e l'IMPERIALISMO? Miriadi di poveri che figliano e non glie la fanno a sostenere il complessivo peso della vita della loro famiglia contrapposti a pochi ricchi che se la godono e se n'enfichano di tutti e di tutto?
Ebbene proletariato ed imperialismo sono esattamente la stessa cosa.
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