Articolo sul G8 di Genova e intervento sui Rom



Care/i,
spero di fare cosa gradita nell'inviarvi - di seguito -  il mio articolo
sul G8 di Genova, pubblicato sabato scorso da il manifesto, e il testo del
mio intervento al Parlamento Europeo, nel corso della discussione sui
provvedimenti del governo italiano contro i rom, svoltasi l'altro ieri a
Strasburgo.
Buona lettura
Saluti solidali
Vittorio Agnoletto


Se ripartissimo da Genova...

Vittorio Agnoletto

Sono passati sette lunghi anni, ma alla fine in un'aula di tribunale un
magistrato ha confermato quello che il Genoa social forum e tutto il
movimento avevano sempre detto. Alla Diaz quella notte del 21 luglio 2001
vi fu un massacro. Un massacro, null'altro. Non vi fu alcuna sassaiola,
alcuna provocazione, nè tanto meno alcuna cospirazione o reato associativo.
Forse non sapremo mai il nome di chi ha massacrato nel sonno una ragazza
poco più che ventenne e di chi ha ridotto in fin di vita il mediattivista
Mark Cowell; i loro aguzzini si sono nascosti dietro l'anonimato di una
divisa che avrebbe dovuto invece rappresentare per ogni cittadino una
garanzia. La garanzia che chi ha scelto di «servire lo Stato» dovrebbe
avere come primo obiettivo la difesa della libertà e dei diritti
conquistati con la Costituzione.
Oggi sappiamo che non era così. Non solo. Coloro che, secondo i pubblici
ministeri genovesi, ordinarono l'irruzione, coloro che costruirono le prove
false, coloro che cercarono di contrastare le indagini con l'omertà e con
l'induzione alla falsa testimonianza, sono stati tutti promossi. La nostra
sicurezza, in nome della quale oggi si approvano leggi razziste e xenofobe,
è nelle loro mani. E io non mi sento sicuro.
Il governo Berlusconi II prima fu il suggeritore e il regista di quelle
violenze, poi ne premiò gli autori. Oggi il Berlusconi IV cerca di bloccare
il processo attraverso un effetto non collaterale, ma pervicacemente
ricercato, della norma salva premier. Tra un anno, quando forse il processo
potrà riprendere se non si dovesse riuscire a salvarlo dalla mannaia del
bloccaprocessi, le verità emerse avranno perso molto di quel drammatico
realismo evidenziatosi dalle testimonianze ascoltate udienza dopo udienza
per tanti anni. Sempre che il procedimento possa rincominciare e che nel
frattempo non venga spostato un magistrato o non si verifichi qualche altro
«casuale» intoppo.
Ma se siamo giunti a questo punto lo dobbiamo anche al governo Prodi, che
ha sotterrato la commissione d'inchiesta e ha completato la promozioni dei
soliti noti. Genova è una ferita che continua a sanguinare; la solitudine
che respirammo in quelle giornate quando oltre il 90 per cento dello
schieramento istituzionale fuggì davanti alle proprie responsabilità
costituzionali, è più attuale che mai.
Allora, il 18 luglio 2001, sfilavamo a Genova coi migranti, vittime
predestinate della violenza di una feroce globalizzazione liberista. Oggi
con loro vediamo rinchiusa per 18 mesi nei Cpt ogni speranza di cercare una
vita migliore e nelle impronte dei bambini raccolte in qualche schedario
delle nostre prefetture abbiamo la triste conferma di quanto avessimo
ragione. E forse siamo ancora un po' più soli, scomparsa quella
rappresentanza istituzionale che allora seppe essere al nostro fianco e che
negli anni seguenti non fu invece capace di capitalizzare la forza e la
coerenza seminate in quelle giornate e rilanciate un anno dopo al social
forum europeo di Firenze. Ma se c'è un punto dal quale possiamo e dobbiamo
ripartire non c'è dubbio che quel punto ha un nome: Genova. Lì ci sentimmo
comunità, insieme con tutte le nostre differenze, ma con la consapevolezza
che potevamo dare un contributo affinché la storia dell'umanità non
precipitasse in quella tragedia che oggi ci appare sempre più incombente.

Sulla risoluzione sulla schedatura dei Rom in Italia

La Commissione Europea avvii una procedura d'infrazione contro l'Italia

Strasburgo, 7 luglio 2008, "Esattamente settant'anni fa, il 14 luglio1938
il regime fascista emanava in Italia il Decreto sulla razza adeguandosi
alle leggi razziali tedesche  La Storia la conosciamo, oltre 500.000 rom
furono uccisi nei campi di sterminio.
Tutto anche allora cominciò con un censimento.
In Italia è in atto una vera e propria schedatura di tutti i Rom, compresi
i bambini ai quali vengono raccolte le impronte digitali e compresi i
cittadini comunitari e gli stessi cittadini italiani nonostante i loro dati
siano già presenti nell'anagrafe.
 Il questionario utilizzato a Napoli contiene delle domande sulla religione
e sull'etnia ed è molto simile a quello usato nella repubblica di Vichy
sotto l'occupazione nazista. A Milano  è stato schedato un anziano Rom
cittadino italiano sopravvissuto alla deportazione nei campi di sterminio
nazisti.
Che uso verrà fatto di questi dati ?
Oggi a presiedere, nella più totale indifferenza e silenzio, la commissione
per l'infanzia nel parlamento italiano vi è Alessandra Mussolini, la nipote
del Duce.  Una coincidenza che rafforza il legame simbolico tra il presente
e un passato che pensavamo di aver definitivamente sepolto in Italia e in
Europa e che invece oggi si ripresenta in tutta la sua gravità..
Certamente la storia non si ripete,  ma non vi è dubbio che il governo
italiano ha avviato procedure razziste, in palese contrasto con  con le
direttive 2000/43 contro ogni discriminazione fondata sull'origine razziale
o etnica, e 2004/38 sul diritto di movimento e di residenza dei cittadini
comunitari nei Paesi UE. Chiedo che il Parlamento approvi questa
risoluzione condannando il governo italiano e che la Commissione avvi
d'urgenza una procedura d'infrazione contro l'Italia".