più che "anarchico" mi sembri un pò
spammer, forse dovresti essere "moderato".... :-)
----- Original Message -----
Sent: Friday, June 27, 2008 12:33 PM
Subject: Re: [pace] Re: Fw: da Lidia : Il pacifismo? Non sta proprio
bene di Lidia Menapace
Io sono anarchico ...Stalin fece l'accordo con Hitler per
spartirsi la Polonia e fermò la rivoluzione ...
Il 25 giugno 2008 17.36, Lorenzo Dellacorte < l_coortis at yahoo.it> ha scritto:
Ma
forse c'è di peggio: occorre riflettere con attenzione il significato di
Yalta, dove Stalin "dette" agli americani l'Italia e si fece garante del
mantenimento dell'Italia nell'area di controllo americano, designando il
fedelissimo Togliatti custode degli accordi.. Infatti, a parte atteggiamenti
esteriori di contenimento populistico, il PCI è stato sempre il garante di
quegli accordi, dalla resistenza fino ad oggi, meritandosi dopo la stagione
delle stragi e con la fine della democrazia parlamentare uscita dalla
Costituzione del 1948, la promozione a fedele rappresentante degli USA,
consacrata da D'Alema con i bombardamenti sulla Serbia ed i via libera
successivi a tutte le operazioni richieste dagli USA o da Israele.Gli
accordi sottoscritti all'epoca funzionano ancora perfettamente.
-----
Messaggio originale ----- Da: Assemblea Antimilitarista < assembleavicenza at googlemail.com> A: pace at peacelink.itInviato: Mercoledì 25 giugno 2008,
16:34:39 Oggetto: Re: [pace] Re: Fw: da Lidia : Il pacifismo? Non sta
proprio bene di Lidia Menapace
Sinistra è il posto dove ci siede in Parlamento ...
c'è chi si siede a Destra ... ma tutti sono per la NATO, tutti approvano gli
eserciti ...tutti sono contro la rivoluzione e per lo status quo
2008/6/24 mario bonica < ibacon at libero.it>:
Basta! Chi
ritiene di essere più pacifista e che gli altri sono falsi pacifisti o di
essere più a sinistra di ogni altro sinistro o di essere comunque il primo
della classe dei rivoluzionari si guardi allo specchio e si complimenti con
se stesso, perché tanto siamo nella merda fino al collo e questo grazie a
questa grandiosa idiozia di tutta la storia della sinistra di dividersi e di
giocare a chi è più bravo dell'altro, mentre le destre avanzano senza
ostacoli e i vari fascismi diventano cultura di massa... Così sarà sempre
peggio! Svegliatevi, cari amici e compagni!
Il giorno
24/giu/08, alle 15:21, Assemblea Antimilitarista ha scritto:
E poi diciamo la verità, in Iraq ci sono i carabinbieri
... 2008/6/24 Sergio Bergami < serberg at libero.it>:
Probabilmente ha ragione Carlo: un voto contro Prodi oltre a
salavare la coscienza e la faccia avrebbe salvato anche il
partito. Sergio Bergami ----- Original Message
----- From: "Carlo Gubitosa" < c.gubitosa at peacelink.it> To: < lidiamenapace at alice.it> Cc: "lista
Peacelink Pace" < pace at peacelink.it> Sent: Tuesday, June 24,
2008 5:48 AM Subject: [pace] Re: Fw: da Lidia : Il pacifismo?
Non sta proprio bene di Lidia Menapace
Salve
Lidia,
ho letto con interesse la tua discussione della
articolata elaborazione politica che ha accompagnato il tuo
voto a favore del rifinanziamento della missione militare in
Afghanistan.
Rispetto a quanto dici ho alcune
osservazioni e qualche domanda da farti.
Prima
osservazione.
Tu dici che "Far cadere il governo era
escluso, dato che avevamo promesso in campagna elettorale che
ne saremmo stati sostenitori fedeli, secondo il
programma".
Mi sono andato a rileggere il programma
dell'Unione:
http://www.unioneweb.it/wp-content/uploads/documents/programma_def_unione.pdf
E
non c'e' scritto da nessuna parte che gli impegni presi con
gli elettori comprendevano il rifinanziamento della presenza
militare italiana in Afghanistan.
Allora mi
chiedo questo: il sostegno al governo e' stato garantito
"a prescindere", su qualunque provvedimento anche non incluso
nel programma, solo perche' dall'altra parte c'era Berlusconi
in agguato, oppure e' come dici tu e quindi il sostegno
fedele sarebbe stato garantito solo su iniziative "secondo il
programma"?
Se da quel voto non fosse dipesa la
stabilita' del governo, e se la componente militarista
dell'Unione avesse avuto i numeri per andare avanti da sola
anche senza rifondazione, tu avresti ugualmente votato per
spendere militarmente all'estero quei soldi che potrebbero
essere impiegati piu' efficacemente in Italia per usi
civili?
Secondo dubbio: tu dici che "abbiamo schivato
tutte le famose offensive di primavera che i Comandi USA ci
avvisavano essere in preparazione da parte dei Talebani e poi
si scopriva che erano spedizioni nordamericane su villaggi e
cortei nuziali".
Rispetto a questo mi chiedo: anche
escludendo una responsabilita' penale per l'esercito italiano
rispetto a questi crimini di guerra, anche escludendo una
responsabilita' politica dei governi che sostengono le
iniziative militari statunitensi, non esiste forse
una oggettiva responsabilita' morale per queste azioni, che
va al di la' di chi le ha materialmente compiute, una
responsabilita' morale che agli occhi delle vittime civili
rende il soldato italiano uguale
allo statunitense?
Ogni mamma coscienziosa
proibirebbe al proprio figlio onesto di frequentare assassini
e criminali, come mai invece quando i figli sono degli altri
siamo contenti che stiano nella stessa coalizione con
chi attacca villaggi e cortei nuziali? Ad un mafioso basta
"schivare" le azioni armate e gli attentati per ritenersi una
persona onesta? O viceversa nel fare il conto delle
responsabilita' morali, pur in assenza di rilievi penali
bisognera' considerare anche chi serve la Mafia come
contabile, avvocato o prestanome, e che per analogia
le responsabilita' morali degli eserciti ricadono anche sulle
loro retrovie, sugli imboscati e gli
"schivatori"?
Non sono proprio gli "schivatori" e le loro
azioni umanitarie l'alibi migliore per garantire la
permanenza degli stragisti e degli assassini?
Ma
scendiamo sul concreto. Cerco di sintetizzare il tuo programma
politico:
1 - Voto la missione afghana per non far cadere
Prodi 2 - Cerco di fare in modo che da questa occupazione
militare possa scaturire una riconversione parziale
dell'industria della droga verso l'industria farmaceutica, e
metto la Guardia di Finanza a controllare le
piantine.
Al di la' delle opinioni individuali, mi sembra
un fatto incontestabile che questo programma sia fallito:
Berlusconi ha avuto la testa di Prodi, e l'economia
dell'oppio prosegue come prima.
Per questa ragione di
fronte a questi obliettivi clamorosamente falliti mi
sorprende molto che tu, anche con il senno di poi, continui a
sostenere che "nelle condizioni date non si poteva fare altro" e
che "rifarei tutto, in un contesto simile. E non aspettatevi
pentimenti".
Io non sono un prete, e quindi non chiedo
pentimenti a chi non la pensa come me. L'unica cosa che mi
aspetto da chi mi sta davanti e' l'onesta' intellettuale
necessaria a qualunque ragionamento politico che sia
leggermente piu' articolato del "si puo' fare solo come
dico io e non cambio idea".
Io non ho bacchette
magiche o ricette miracolose, ma ho alcune convinzioni
("persuasioni" le avrebbe chiamate Aldo Capitini) che
ti porgo cosi' come sono:
Prima persuasione -
Rifondazione ha fatto cadere un governo Prodi sulle 35 ore.
Far cadere un governo da sinistra non e' cosa impossibile
quando c'e' la necessaria volonta' politica. Quindi
al contrario di cio' che affermi il tuo voto e quel sostegno
al governo non erano l'unica scelta
possibile.
Scartando tra le scelte possibili quelle
dannose, possiamo dire che la tua scelta e quella del PRC
erano l'unica efficace? Allora non potevamo saperlo perche'
non si poteva prevedere il futuro, ma oggi sappiamo
che:
- Dopo aver fatto cadere il governo Prodi sulle 35
ore Berlusconi non e' andato al governo, Rifondazione e'
rimasta in parlamento, ha rafforzato la sua identita'
politica, ha continuato a prendere voti tornando al governo
nel 2006 e da quella "caduta" ci hanno guadagnato solo
D'Alema e Cossiga.
- Dopo la scelte di compromesso, e i
voti dati per "lealta'" anche su cose che non erano in
programma Rifondazione si e' estinta proprio per i
compromessi e gli inciuci che hanno impedito la modifica della
legge elettorale.
Di fronte all'estinzione di un
partito nei banchi del parlamento, perche' nessuno si e'
chiesto se fosse piu' efficace l'integrita' del 98 o la
fedelta' del 2008?
Lidia, io non ho le tue certezze
granitiche, inossidabili, e immodificabili. In compenso ho un
grosso dubbio: e se l'insieme delle scelte possibili, delle
scelte efficaci e delle scelte "responsabili" fosse un
pochino piu' ampio di quello che ci viene descritto da te
e da chi presenta l'intervento militare come unica e
inevitabile soluzione ai problemi del mondo?
La
nonviolenza non e' proprio l'applicazione del ragionamento e
della fantasia alla ricerca di una terza via tra uccidere e
morire?
Oggi sappiamo che anche dopo aver superato lo
scoglio delle missioni militari, il governo prodi era
condannato a morte oltre ogni possibile lealta' di
Rifondazione. Con questo senno di poi, non credi che
per affermare con forza i valori della pace, della
nonviolenza e della cooperazione non armata sarebbe stato
piu' efficace far cadere il governo prodi sui temi della
nostra presenza militare all'estero anziche' farlo
sprofondare nelle sabbie mobili delle rogne giudiziarie della
famiglia Mastella? Non sarebbe stato meglio affermare
in Parlamento che il potere degli uomini di Pace puo' far
cadere i governi anziche' perseguire a tutti i costi la pace
degli uomini di potere?
So gia' qual e' il punto
debole della mia obiezione: restando sul livello puramente
teorico, non ci sono riscontri concreti a cio' che affermo, e
puo' essere che sarebbe stato peggio se Prodi fosse
caduto per un voto di coscienza anziche' per un voto di
scambio con cui Mastella si e' comprato l'impunita'. Mastella
ha considerato i suoi interessi privati piu' importanti della
lealta' al governo, mentre invece Rifondazione ha messo
questa lealta' perfino al di sopra della costituzione, che ci
impedisce di risolvere problemi conflitti e controversie
facendo cio' per cui sono addestrati i militari, comunque lo
si voglia chiamare.
Tuttavia, restando nel tema della
concretezza anche il tuo ragionamento difetta di una verifica
sul campo.
Riconosco che puo' sembrare velleitaria e
astratta la mia idea di un voto di coscienza che fa cadere un
governo ma afferma ideali che rafforzano un partito, ma al
tempo stesso considero ancora piu' fantasiosa e
irrealizzabile l'idea di mettere i finanzieri a fare
i giardinieri dell'oppio sperando che gli affari con le
case farmaceutiche rendano meglio del
narcotraffico.
Conoscendo la realta' di paesi come la
Colombia, sono convinto che la pervasivita' sociale del
narcotraffico e' tale anche per le risorse economiche che
vengono fatte "sgocciolare" sulla popolazione locale e i
contadini, sicuramente maggiori di quelle che potrebbe
permettersi di pagare qualunque multinazionale del
farmaco.
Per quanto esposto finora, le tue motivazioni
non mi sembrano ne' solide ne' soddisfacenti, resto persuaso
del fatto che il tuo voto a favore di una presenza militare
che e' gia' costata la vita di troppi soldati italiani e
civili afghani non fosse ne' l'unico voto possibile ne' il
piu' efficace in quelle circostanze, e ti esprimo la
mia personale sofferenza nell'aver visto stritolare nelle
logiche del potere anche una persona come te.
In
questa legislatura la tua storia personale e politica, il
tuo impegno militante e nonviolento e il tuo spessore
culturale sono stati sprecati: un voto di scuderia poteva
darlo chiunque, senza far perdere tempo a te. Ma un voto
coraggioso e integro potevi darlo solo tu, e questo avrebbe
dato il senso piu' pieno alla tua presenza tra i banchi del
potere: dare speranza a chi si ostina a pensare che in
parlamento al momento del voto ci sia spazio anche per la
coscienza individuale e non solo per il pallottoliere.
Questa, a mio avviso, e' stata una grande occasione mancata,
e per realizzarla ti bastava premere un pulsante, non c'era
nemmeno bisogno di scomodare la Guardia
di Finanza.
Oggi mi sento orfano di riferimenti
ideali e politici, non so piu' in chi e cosa credere perche'
ormai so che chi mi parla di nonviolenza nei dibattiti
pubblici di oggi domani potra' votare in parlamento cio' che
ripudio, e mentre prego che non tocchi mai a me un simile
percorso di evoluzione al contrario, in questo deserto
dell'anima e della politica continuo a pensare ostinatamente
che scrivere e ragionare possa servire ancora a
qualcosa.
Un cordiale saluto
Carlo
Gubitosa
------------
LA LETTERA DI LIDIA
MENAPACE
Accetto l'invito di Peyretti ad intervenire
sulle oservazioni che mi vengono mosse da altra lista
sul voto in Parlamento per il rifinanziamento della
missione militare in Afghanistan. Chi lo desidera può
copiarsi la dichiarazione che segue e diffonderla a mio nome,
anche dicendo se non la condivide, ma per favore intera.
E inoltrarmi obiezioni o diverse soluzioni e suggerimenti,
non insulti che non servono a nulla.
Nel
programma del governo Prodi era contenuto l'impegno
(rispettato) di venir via dal'Iraq, perchè contro la
spedizione in Iraq aveva votato l'intero
schieramento di centrosinistra sotto il governo Berlusconi.
Invece sull'Afghanistan aveva votato contro
solo Rifondazione, che poi nelle trattative per il governo
Prodi non era riuscita a far accettare da tutta la coalizione
la posizione del ritiro. Sicchè bisognava trattare all'arrivo
delle proposte in aula. Arrivata la proposta di reiterare il
finanziamento alle spedizioni come stavano, si poteva
dire di no e far cadere il governo o mutarne la composizione
allargando a destra, verso Casini, oppure trattare per il
futuro, mantenendo intanto tutto fermo. Far cadere il governo
era escluso, dato che avevamo promesso in campagna elettorale
che ne saremmo stati sostenitori fedeli, secondo il
programma.
In Afghanistan eravamo con una
spedizione stanziata a Kabul e nella provincia di Herat, con
compiti di ricostruzione dello stato, lavori di scorta,
rapporti con la popolazione e nessuna regola
d'ingaggio operativo in azioni belliche. L'Afghanistan è uno
stato sovrano e una exit strategy deve essere
concordata col suo governo, dopo una conferenza di pace. Le
donne afghane ci avevano fafto arrivare pressanti appelli
perchè non ce ne andassimo per non finire del
tutto sotto i Talebani.
Comunque le nostre
proposte erano: una iniziativa di monitoraggio
per controllare che le nostre truppe non venissero tolte dai
compiti civili che avevano, una conferenza di pace e
una trattativa a tutto campo, anche con i Talebani
ovviamente.
Mi parve una proposta che si poteva
sostenere.
Per conto mio cercavo di capire quali
fossero i problemi di quella terra difficile, mai sconfitta
militarrnente da nessuno dopo Alessandro Magno, con
grandissima povertà, territorio montuoso impervio
(Kandahar! la città il cui nome ai miei tempi significava
un attacco da sci molto pregiato), a struttura tribale e
quindi molto attaccata e radicata nei territori. La questione
principale era che negli anni di guerra l'Afghanistan era
diventato il secodo produttore di eroina al mondo e che la
coltivazione del papavero da oppio era decuplicata. I
militari occupanti si riformivano di oppio e poi bruciavano i
raccolti, i Talebani difendevani i raccolti. Mi sembrava da
escludersi la predica ai contadini perchè fossero virtuosi e
non coltivassero il papavero, ma thè e mais, che nessuno
compra se non a prezzi stracciati in zone di guerra.
Invece eseguire la raccolta controllata del papavero,
venderlo a prezzo di mercato alle industrie farmaceutiche per
fare antidolorifici e dare ai contadini il giusto prezzo,
questo mi pareva cosa proponibile e da affidare alla
nostra Guardia di Finanza (reparti armati ma non combattenti,
riduzione del danno). Scoprii poi che questo è un
suggerimento dell'OMS (organizzazione mondiale della Sanità)
. Individuavo la Guardia di Finanza perchè quando in
Italia il tabacco era monopolio di Stato, la Finanza teneva
sotto controllo l 'intero raccolto, piantina
per piantina, foglia per foglia e se avessimo avvicendato a
Finanza alle altre truppe, avremmo potuto esercitare un
controllo serio
preciso utile.
Naturalmente dato che tutti
e tutte abbiamo dovuto passare mesi a rimbeccare i pacifisti
astratti (la terminologia di Peyretti mi sembra perfetta)
siamo stati molto indeboliti parlamentarmente,
perdendo qualsiasi appoggio esterno; e dove non ci hanno
pensato loro ci ha pensato la destra a dire che
volevamo che gli italiani stessero in fureria e non sul campo
di battaglia o che io ero una pusher e altre scemate
perditempo. Insomma non se ne fece nulla, però non ci
sono stati nemmeno scontri armati e abbiamo schivato tutte le
famose offensive di primavera che i Comandi USA ci
avvisavano essere in preparazione da parte dei Talebani e poi
si scopriva che erano spedizioni nordamericane su villaggi e
cortei nuziali.
Nelle condizioni date, senza nessun
appoggio nè discussione delle proposte fatte non si poteva
fare altro: rifarei tutto, in un contesto simile. E non
aspettatevi pentimenti. Chiedo piuttosto se
qualche pacifista o nonviolento non avrebbe dovuto
informarsi se le proposte fatte non fossero per caso
utili.
Dopo mesi che seguitavo a ripetere, qualcuno
magari diceva :"ma si che bello facciamolo" Ma ormai il
rapporto tra contadini poveri e Talebani era diventato
stretto e organico e la proposta non era più agibile. Perchè
nelle cose politiche il tempo non è immobile e ciò che
non hai fatto al tempo giusto non fai mai più. Qualcosa di
simile nella faccenda dei rifiuti: se non riduci ora la
produzione di riifuti, è inutile che fai eroiche lotte contro
l'emergenza, l'emergenza si ripete, e alla fine
ci mandano l'esercito.
Sono le forme di lotta che
debbono proprio cambiare.
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