In questa lista conosco troppi chiacchieroni
benpensanti felici della sconfitta di Prodi e del "venduto" Bertinotti, felici
non so di che visto il rapido imbarbarimento militarista, xenofobo e razzista
del paese.
Forse qualcuno è esente da errori?
Quando si è privi di argomenti, si ricorre
all'invettiva, alla denigrazione dell'avversario.
I limiti di lidia "Menaguerra"li conosciamo
bene,com quelli di tutti coloro che si sono cimentati con l'esperienza di
governo.
Il problema è entrare nel merito dei
contenuti dell'articolo, che a mio avviso merita attenzione.
"La manifestazione è stata tranquilla sorvegliatissima e
nonviolenta: dunque la nonviolenza sta bene in Italia, Forse la nonviolenza c'è,
ma un progetto di azioni nonviolente non si vede. Per nulla. Partiti comunisti
ce ne sono tre o quattro, a seconda di come si contano, e addirittura è
preannunciata una Costituente comunista. Dunque anche il comunismo sta benissimo
in Italia. Ciò che non si vede proprio è "il movimento reale che muta lo stato
delle cose presenti".""
Una manifestazione un decimo della
consistenza delle precedenti è un successo per chi?
Forse per quanti reputano un successo i rispettivi
0.3%, 0,4% , 0,5%.
Non certo per chi il movimento "PER LA PACE", lo ha
costruito negli anni e nei decenni.
Per la Pace, e non "contro la guerra", come amano
definirsi quegli epigoni degli scontri del 9 giugno dell'anno passato , sempre
in ordine alle manifestazioni contro Bush.
Francesco
----- Original Message -----
Sent: Friday, June 20, 2008 7:06 PM
Subject: Re: [pace] Il pacifismo? Non sta
proprio bene-Lidia Menapace
salve francesco scusa ma lidia menapace ricordo male o e' la pasionaria di
rifondazione che blaterava contro le frecce tricolori per poi votare il
rifinanziamento prodiano alle missioni militari e tutti gli aumenti delle
relative spese di guerra?
se ricordo male chiedo scusa altrimenti non vedo perche debba continuare a
blaterare di pace lei che ha votato la guerra.
saluti
-----
Messaggio originale ----- Da: "locascio.francesco at aliceposta.it"
<locascio.francesco at aliceposta.it> A: pace at peacelink.it Inviato:
Lunedì 16 giugno 2008, 20:33:01 Oggetto: [pace] Il pacifismo? Non sta
proprio bene-Lidia Menapace
Il pacifismo? Non sta
proprio bene |
|
Lidia Menapace La visita di Bush a Roma è
stata accolta con una manifestazione di protesta e questo va benissimo.
Infatti anche poco prima di uscire di scena, il tristo personaggio
vuol portare a casa l'appoggio del nuovo governo alle sue avventure
belliche: aprire una base missilistica a Revolto nella base delle Frecce
tricolori, e forse trasferire lì anche i battaglioni d'assalto stanziati
al Dal Molin durante i lavori di ampliamento a Vicenza; senza
dimenticare l'aumento numerico e il mutamento delle regole d'ingaggio
delle truppe italiane in Afghanistan, e ancora le politiche aggressive
verso l'Iran. Non poteva essere lasciato senza protesta. Tuttavia non
si potrebbe dire che il pacifismo sta bene in Italia: o forse il
pacifismo sì, ma una politica di pace no davvero... Vorrei proporvi
qualche esempio di cose che stanno bene o non stanno bene, per cavarne
un ragionamento generale, se mi riesce. La manifestazione è
stata tranquilla sorvegliatissima e nonviolenta: dunque la nonviolenza
sta bene in Italia, Forse la nonviolenza c'è, ma un progetto di azioni
nonviolente non si vede. Per nulla. Partiti comunisti ce ne sono tre o
quattro, a seconda di come si contano, e addirittura è preannunciata una
Costituente comunista. Dunque anche il comunismo sta benissimo in
Italia. Ciò che non si vede proprio è "il movimento reale che muta lo
stato delle cose presenti". Cosa voglio dire? Che abbiamo
una accentuata presenza di posizioni che direi idealistiche o astratte,
molto utili certo e da non disprezzare in questa drammatica temperie
.Questo va riconosciuto a chi ha organizzato la manifestazione "no war".
Tuttavia con atteggiamenti così non si va lontano, non si stabiliscono
contatti con le istituzioni, ma non si riesce nemmeno a dare il via ad
azioni politiche concrete ed efficaci. Tutto questo è mancato negli
scorsi tempi; uno sforzo comune tra gruppi, comitati, circoli,
organizzazioni, movimenti collettivi, centri sociali... insomma delle
forme variegate della sinistra diffusa. Qui si palesa un comune ritardo
di analisi e proposta e anche un progetto complesso e ben
costruito. Può esprimersi questa esigenza dalla benedetta meritoria
manifestazione? Non lo so e non si può improvvisare, ma nemmeno perdere
un solo giorno. Sono le Costituenti che possono albergare questi
rapporti? Sono piuttosto le case della sinistra che offrono un luogo di
confronto ospitalità ed eguaglianza? L'ardua sentenza non può essere
lasciata ai posteri.
13/06/2008 |
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